Borghi al congresso del CAI: Montagna deve essere al centro di una rivoluzione culturale

dolomitiIntervento sabato mattina dell’on. Enrico Borghi in qualità di presidente dell’intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna al 99esimo congresso del CAI ad Udine.

Al centro della discussione il futuro della montagna italiana tra riforme legislative, nuove tecnologie e la riorganizzazione degli enti locali.

“La montagna deve capire che il modello della legge 97, quello che immaginava la soluzione nella redistribuzione della spesa pubblica e prevedeva un’impalcatura centralista di gestione delle risorse è superato – commenta Borghi – la sfida è l’innovazione economica, sociale e politica sul tema delle risorse, del loro controllo e della loro gestione.

“Il nuovo modello economico per le terre alte – continua il parlamentare del PD – deve soddisfare tre parole d’ordine: SOFT, SMART e SMALL.

“Per fare questo – sostiene – dobbiamo concentrarci su tre aspetti che saranno dirimenti per il futuro della montagna italiana: la programmazione comunitaria 2014-2020 che prevede il programma aree interne e montane, la legge sul consumo del suolo e la legge sui piccoli comuni

“Sulla prima sarà necessario vincere la sfida di una programmazione che non sia costruita sulla logica di consumo ma bensì sulla sostenibilità degli interventi e sulla riproducibilità del bene. La montagna deve tornare ad essere un modello virtuoso di gestione delle poche risorse ad oggi a disposizione e, per fare questo, deve puntare con forza sulle eccellenze che possiede.

“Infine – conclude il parlamentare ossolano – giovedì sarà incardinata la legge sui piccoli comuni a firma mia e dell’on. Relacci. Questa legge non vuole essere una legge mantra come quelle del passato, che credevano di poter risolvere i problemi della montagna con una diversa normativa. Con questa legge vogliamo inserire dei temi indispensabili per quella rivoluzione culturale al cui centro deve essere posta la montagna come, ad esempio, il riconoscimento del valore dei servizi ecosistemici che la montagna oggi offre agli altri territori. Siamo convinti che questo sia il primo indispensabile passo perchè la montagna esca dalla pigrizia mentale di questi anni per pensare un modello di sviluppo alternativo, più soft, più smart e più small.

di Redazione

foto: montagna.tv

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