Burkini si o burkini no. Libertà o costrizione pseudo-religiosa?

burkiniIl Presidente del Consiglio francese, Santiago Valls, socialista, si è espresso a sostegno di alcune amministrazioni comunali transalpine le quali, con ordinanza del Sindaco, hanno vietato di indossare il “burkini” nelle spiagge pubbliche. L’indumento orientale – non sempre di colore scuro, che lascia visibili solo il volto, le mani e i piedi – secondo il primo ministro francese, sarebbe «incompatibile con i valori della Francia e della Repubblica», perché «espressione di un’ideologia basata sull’asservimento della donna».

Nel paese laico d’Oltralpe, alle donne islamiche è già vietato in tutti i luoghi pubblici l’uso del burka (che copre anche il volto, permettendo di vedere solo tramite alcuni buchi che formano una piccola grata nel tessuto), in quanto elemento di ostentazione del proprio credo religioso. Il termine “burkini”, quindi, è, in realtà, un’espressione giornalistica che nasce dalla fusione della parola “burka”, con bikini. Valls non si è diffuso a spiegare per quale motivo tale indumento sarebbe indizio di asservimento della donna soltanto sulle spiagge e non nel resto del territorio della Repubblica.

Per Alfano il burkini è «espressione della libertà di culto»

ALFANO, ITALIA SICURA, CRITICHE DA LEGA E FIAl primo ministro francese ha mediaticamente risposto il nostro Ministro degli Interni, Angelino Alfano, il quale ha tenuto a precisare che in Italia non esistono i presupposti giuridici per l’apposizione di divieti analoghi, in quanto la Costituzione prevede «libertà di culto». A tal proposito, bisognerebbe dire che le donne islamiche che indossano il burkini in spiaggia non prendono parte ad alcuna cerimonia di culto ma si limitano a prendere il sole (ove possibile) e a farsi il bagno.

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Detto ciò, sia il burka che il burkini, così come il chador e il nijab, indossati dalle donne islamiche “fondamentaliste”, sono tutti effettivamente una forma di costrizione da parte dell’uomo e – come dice Valls – espressione di un’ideologia basata sul suo asservimento. Sostenere, come affermano talune associazioni contro l’islamofobia, che coprirsi in tal modo sotto il sole estivo di cinquanta gradi sia una libera volontà della donna islamica e non un imposizione, significa nascondersi dietro a un dito.

 

La vittima (come sempre) è la donna

ad_201671569-e1459589338805Di qui, ad approvare il divieto dei sindaci delle località marine francesi, tuttavia, ce ne corre. In primis, perché in questa vicenda la vera vittima è ancora una volta la donna interessata e l’applicazione della sanzione di 38 euro -perché di questo stiamo trattando- nei suoi confronti non fa che aggiungere al danno (la costrizione) anche la beffa.

Secondo poi, in ogni ordinamento democratico, la responsabilità individuale dell’adulto è personale; di conseguenza, nel caso di specie, il diritto positivo dà per scontato che le donne che indossano tali indumenti, lo fanno perché a loro pare e piace. Solo la donna è titolata ad affermare se ci sia stata costrizione o meno. In mancanza di denuncia di parte, quindi, non può essere applicata alcuna sanzione.

Il burkini originale

Diverso è il caso dei motivi di ordine pubblico che impongono, nelle situazioni normali, l’obbligo di essere riconosciuti. In tal caso, un eventuale divieto potrebbe essere previsto per il burka (che impedisce ogni riconoscimento e addirittura nascondere un terrorista armato di bombe), ma non per il pittoresco burkini.

1 risposta

  1. Salvatore

    E’ sbagliato farne un discorso sulla religione! Il significato del BURQA va ben al di là del significato religioso, a parte se una setta possa definirsi religione. Le donne musulmane sono obbligate dalla sharia il coprirsi, altrimenti si rischia lo stupro la messa alla berlina da tutti, (coprirsi per rendere non identificabile la donna per cui non sapendo a chi appartiene lasciata in pace). Ditemi voi cosa ci azzecca con la religione? addirittura il colore potrebbe indurre in tentazione, per cui il nero va per la maggiore tranne in alcuni casi! Lasciate perdere la religione e solamente un fatto di prevaricazione sessuale!

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