Yara Gambirasio mito scientifico o crollo investigativo?

YaraIl nome dell’assassino di Yara Gambirasio non lo si conosce ma si conosce il suo DNA.  

Messa in questo modo sembra che le indagini siano a buon punto basta confrontare il DNA con quello dei sospetti e il gioco è fatto.

“Elementare Watson” direbbe Sherlock Holmes.

Eppure non è assolutamente cosi, anzi invece di chiarire il problema e trovare l’assassino il mistero si infittisce.

Si perché il DNA confrontato di “ignoto 1”, cioè quello del sangue repertato sui leggings di Yara, presumibilmente quello dell’assassino, non appartiene ad una persona viva ma ad un soggetto deceduto ben undici anni prima della morte di Yara.

La scienza conferma, infatti, che Giuseppe Guerinoni è il padre di “Ignoto 1″, l’assassino sconosciuto di Yara, la tredicenne di Brembate di Sopra uccisa il 26 novembre 2010. Il dna dell’autista di Gorno morto nel ’99 a 61 anni, prelevato dopo la riesumazione, ha una compatibilità del 99,99999987%..  Secondo gli esperti è quasi una certezza.

A questo punto resta solo da capire chi è la madre, anche perché sembrerebbe che il figlio di Guerinoni sia nato al di fuori del matrimonio, e che la madre non si è mai saputo chi fosse.

Tutte le altre piste, dalle celle telefoniche alle telecamere, dal cantiere di Mapello (dove inizialmente portò il fiuto dei cani) a Mohammed Fikri (il marocchino indagato prima per omicidio e poi per favoreggiamento, e poi archiviata) non avevano portato ad alcun risultato concreto.

E qui il mistero di infittisce, in una piccola zona come quella di Brembate e paesi limitrofi non dovrebbe essere difficile risalire ad una donna che potrebbe essere stata una ragazza madre.

Eppure nulla finora trapela.  Nessuno che si presenti ai Carabinieri per raccontare qualche aneddoto, qualche sospetto su una storia un po oscura. L’unica nota è di un collega che racconta come a metà degli anni 60 il Guerrinoni gli avrebbe confessato di aver “inguaiato” una ragazza di un paese vicino.

E la madre naturale? perché non compare? Continua a voler proteggere il figlio? E’  morta anche lei?  Oppure si è sposata dando questo figlio in adozione ad altri o presso qualche istituto per orfani come si usava una volta?  O invece l’ha tenuto andando a vivere lontano?

E questo figlio perché avrebbe aggredito Yara?  Domande al momento senza risposta.

Dopo aver passato al setaccio tutta la Val del Riso e controllato centinaia di donne attraverso il test del dna, senza successo, gli inquirenti si stanno concentrando su un elenco di 700 donne, che sono state convocate per essere sentite e, nel caso, sottoposte al prelievo del campione salivare.

Si tratta di donne bergamasche che, nel corso della loro vita, hanno soggiornato a Salice Terme (Pavia) per cure termali. Perché gli inquirenti sono finiti proprio Salice? Perché in quella località era solito recarsi, una volta all’anno, Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999, ritenuto il padre biologico di «Ignoto 1».

Quindi secondo i calcoli il figlio nato fuori dal matrimonio potrebbe avere dai quaranta ai cinquanta anni.

Seguendo questa logica, confermata dal DNA,  quindi che l’uomo possa essere una persona adulta, si ritorna alla domanda iniziale, come ha fatto Yara ad accompagnarsi con lui?

Tutte le testimonianze, descrivono Yara come un ragazzina felice, normale, il cui hobby principale era la ginnastica ritmica. E infatti la sera della sua scomparsa lei si era recata alla palestra poco distante dalla sua abitazione per riprendere una registratore. Una cosa di pochi minuti quindi.

Le indagini ipotizzarono due possibilità: la prima puntava su un conoscente che approfittando della fiducia di Yara si allontanava con lei.  La seconda quella di un  “predatore “ sconosciuto a Yara che l’aggredisce per  portata da un’altra parte, forse nel luogo stesso dove è stata ritrovata.

Ma queste erano già le prime ipotesi investigative e su queste si sono diretti gli sforzi delle indagini, e quindi anche l’analisi del DNA, seppur utile ad inchiodare in futuro l’assassino, al momento non ha dato alcuna soluzione.

Siamo al punto di partenza. Migliaia di analisi del DNA, (18 mila) svolte sulla popolazione non hanno portato a nulla di concreto, se non quello di presupporre  che nella  vita di un uomo ci sia stato un figlio illegittimo, e questo figlio sia un assassino.

Certo ci auguriamo che le prove siano sostanziose perché se no saremmo veramente di fronte ad uno dei più gravi scandali giudiziari della storia.

L’immagine televisiva di C.S.I  sembra rendere tutti più sicuri, tutto appare facile e scontato. In mezz’ora il caso è risolto per buona pace dello spettatore e della comunità.

La realtà non è quella.

di Gianfranco Marullo

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