Vittima o prigioniero? Tu come ti senti?

“Tutto il mondo è un palcoscenico. E tutti, uomini e donne non sono che attori. Hanno le loro entrate e le loro uscite; Ciascuno nella sua vita recita diverse parti.” (Shakespeare)

Qual è l’atteggiamento della tua vita? Ti senti Vittima, Prigioniero, oppure riesci a comprendere come ti comporti con te stesso e con gli altri?

Molte volte se osserviamo in nostro comportamento realizziamo in modo reale quello che possiamo evitare oppure possiamo continuare a creare e fare…

Uno strano meccanismo

Il meccanismo vittima:prigioniero-carnefice esiste sin dai tempi della Creazione. 

Contrariamente a quanto si possa pensare, esso è il rovescio della stessa medaglia.

In questo articolo proveremo a fare chiarezza sui ruoli, indicando concretamente una via d’uscita in grado di interrompere questa pericolosa spirale mentale.

Si perché se fare il carnefice è un optional, smettere di fare la vittima dipende dalla esclusivamente da noi. 

Possiamo farlo in qualsiasi momento! 

Del resto siamo o no dotati di libero arbitrio?

La relazione fra i due ruoli si fonda sulla mutua reciprocità, in quanto la presenza dell’uno implica giocoforza quella dell’altro.

Gli studi di Karpman: aggiungiamo il Salvatore

Lo psicologo statunitense Stephen Karpman ha inventato uno strumento semplice ma assai efficace per analizzare i giochi: il triangolo drammatico. Ogni qualvolta “giochiamo” entriamo in uno di questi tre ruoli di copione:

· Vittima

· Persecutore

· Salvatore

Il triangolo drammatico di S. Karpman teorizza che nelle relazioni, interpretiamo tre ruoli diversi: il persecutore, la vittima ed il salvatore.

Quest’ultimo sente il bisogno di aiutare l’altro, anche se questi non è necessario.

Le origini del meccanismo

Il meccanismo vittima, carnefice e salvatore si apprende mela primissima infanzia, così come i tratti del carattere: se  il bambino ha vissuto con un adulto vittima, con un carnefice, o con tutti e tre i comportamenti, li applicherà spontaneamente nella propria vita.

Grazie alla consapevolezza ed al libero arbitrio, saremo in grado di capire che non necessariamente si è obbligati a seguire questa via alla quale, all’apparenza, molti sembrano irrimediabilmente destinati.

Ognuno di noi ha infatti la capacità di venire fuori da certe situazioni limitanti a patto che abbia la volontà di farlo, a prescindere dai limiti derivanti da educazione, cultura o modi di vedere la vita.

La differenza tra vittima, carnefice e salvatore 

La vittima/prigioniero è un polo catalizzatore che riceve energie da tutto ciò che la circonda, sia energie negative (dal carnefice) che positive (dal salvatore); di solito la vittima controlla tutto il sistema perché attrae energia da salvatore e carnefice, in un circolo senza fine.

Utile specificare che a volte carnefice e salvatore possono essere la stessa persona.  

Essere vittima è un aspetto molto condizionante, poiché si tende a colpevolizzare sempre gli altri. 

Si tratta altresì di una posizione di comodo perché la vittima (parliamo ovviamente di vittima come atteggiamento mentale), tende a non assumersi la “responsabilità” della propria vita e delle proprie vicende, ponendosi nel ruolo di “martire”. 

Essa dunque trasferisce la responsabilità dei suoi problemi all’altro, al partner, ai figli, al destino, alla vita, al datore di lavoro, agli amici, alla sfiga e via discorrendo …..

La vittima/prigioniero si costruisce una cella nella quale ama rinchiudersi perché si sente al sicuro!

Come riconoscere una “vittima”

Bastano poche frasi per farci capire che ci troviamo davanti ad una “vittima”

  • Non ci riesco
  • Non ce la faccio
  • Non posso
  • Sto soffrendo
  • Nessuno mi ama.

Come interrompere questo circolo vizioso

Chi incontra una vittima deve assolutamente evitare di assecondare il suo bisogno morboso di attenzioni.

Il ruolo della meditazione

La meditazione è un valido strumento per acquisire consapevolezza del ruolo impersonato, darci forza  e per farci riacquistare la regia della nostra vita, sia che ci identifichiamo come vittime, sia che siamo carnefici.

Come sempre le domande che dobbiamo porci sono: “Cosa posso fare per uscirne? Cosa voglio cambiare della mia vita? Che posso fare in direzione del cambiamento? Cosa è in mio potere? Quali sono le mie responsabilità in questa situazione?”

Insomma è possibile essere artefici del proprio destino? Assolutamente si.

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