I videogiochi ci salveranno la vita

Tetris-1Sono finalmente arrivati i primi, molto promettenti, esperimenti e studi su come applicare i videogiochi alla salute umana. Ci sono già software che potenziano gli effetti delle medicine, altri che aiutano i dottori ad effettuare diagnosi più accurate, altri ancora che funzionano come vere e proprie cure, soprattutto nel campo della psicologia ma anche contro lo stress traumatico, la depressione e deficit di vario genere.

Uno dei primi esperimenti riusciti ebbe luogo nel 2013 all’Università di San Francisco che elaborò un particolare gioco di guida atto a stimolare la memoria a breve termine e aumentare le capacità cognitive sotto stress nelle persone anziane. NeuroRacer, così si chiama il videogioco, è usato come strumento per individuare eventuali malattie degenerative della terza età.

Un’altro istituto, il Texas Southwestern Medical Center ha invece messo in pratica quello che si diceva facesse il vecchio Saddam Hussein con le CPU della PlayStation 2, ovvero non lanciare missili terra-aria, ma applicare i processori delle moderne console a utilizzi in altri campi come ad esempio quello medico. I ricercatori hanno utilizzato il cuore di alcune console di ultima generazione per elaborare la quantità esatta di radiazioni utile ad uccidere cellule tumorali in pazienti oncologici. Il Dottor Steven Jiang, che non è un appassionato di videogiochi ma uno che conosce molto bene la tecnologia, è riuscito a portare il tempo medio di elaborazione dati da una media di 70 ore a circa 10 secondi.

Il futuro nel campo delle applicazioni bio mediche è già present da quando sono arrivati i nuovi visori 3D sul mercato che permettono di ricreare situazioni al limite del realismo. Uno dei campi sul quale si sta più lavorando è quello legato alla cura della sindrome post traumatica da stress (o PTSD), ad esempio quella diagnosticata ai soldati di ritorno dalle zone di guerra.

Il nostro cervello, non trovando elementi “familiari” da elaborare, va letteralmente il tilt ed ecco che rivivere certe esperienze può aiutarlo a superare questo stress trasformandolo in qualcosa di “conosciuto”. La ripetitività è del resto uno degli elementi fondamentali sui quali si basano i videogiochi: affrontare situazioni o livelli finchè non si riesce a superarli è la condizione per allenare il cervello alla conoscenza dell’ignoto. Un giorno compreremo l’ultimo Super Mario in farmacia? Scopritelo su videogiocando!

di Claudio Camboni

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.