Viaggi: la nuova tendenza si chiama Woofer

wwoofcoverFra poco inizieranno le fatidiche ferie e come sempre ci arrovelliamo per la scelta dei luoghi in cui trascorrere le nostre “sacre” vacanze.

C’è chi sceglie la crociera, chi l’economicità della casa vacanza, chi i soggiorni di lusso, chi i villaggi turistici, chi infine ha la fortuna di avere dimora in qualche ameno paradiso. In pochi tuttavia sono a conoscenza di una “moda” vacanziera che si sta sempre più consolidando nel mondo.

Si tratta del fenomeno Woofer, da non confondere con l’omonimo sistema di amplificazione. Il Woofer e’ un nuovo modo di intendere il viaggio, che si sta diffondendo, non grazie a massicce campagne mediatiche, ma attraverso il passaparola.

Chi si orienta su questa scelta, a cavallo tra la filosofia bucolica ed il moderno “vagabondaggio”, ha la possibilità di unire la passione per i lavori socialmente utili, alla piacevolezza della vita campestre. Con questo sistema si può infatti aiutare un’azienda agricola (prestando servizio per almeno quattro ore al giorno), impararne i segreti e conoscerne il mondo, in cambio di vitto e alloggio.

Non è solo questo tuttavia. Spieghiamo allora in cosa consiste questa nuova filosofia e quali sono le caratteristiche più peculiari.

WWOF (sigla che sta per World Wide Opportunities Organic Farms) è un movimento mondiale senza fini di lucro, che mette in contatto viaggiatori (WWOOFers) e Aziende agricole di piccole e medie dimensioni (Hosts), allo scopo di promuovere esperienze educative e culturali e” contribuire” si legge sul sito ” a costruire una comunità globale”.

Obiettivo principale è soprattutto quello di sensibilizzare gli uomini al rispetto e alla sostenibilità, promuovendo nuovi modelli di convivenza civile. Importante sottolineare che le aziende vengono selezionate accuratamente dagli organizzatori: devono essere tutte infatti rigorosamente biologiche e biodinaniche”

La rete è presente a livello mondiale da 40 anni. In Italia e’ stata riconosciuta legalmente solo da un paio.

Ai viaggiatori e alle aziende viene rilasciata una tessera associativa di € 35 grazie alla quale si può formalizzare la presenza di lavoro volontario nelle fattorie. I primi sono inoltre tutelati da copertura assicurativa per gli infortuni e la responsabilità civile. La lista delle aziende italiane che hanno aderito al progetto e’ per lo più composta da proprietari terrieri che vivono delle loro coltivazioni e vendono i loro prodotti.

Altre imprese invece mirano all’ autosufficienza o alla coltivazione di prodotti biologici. Come accennato, i viaggiatori sono persone che vogliono conoscere ed approfondire il mondo agricolo, collaborando attivamente all’interno delle aziende. Al termine dell’esperienza essi comprenderanno come produrre cibo, quali sono i consumi reali all’interno dell’azienda , come si dovrebbero gestire le energie, evitare sprechi dell’acqua, come gestire e ridurre i rifiuti.

Come è strutturata l’organizzazione.

Una segretaria si occupa delle liste degli host e della corrispondenza. Poi c’è chi collabora alla parte contabile, un webmaster e dei coordinatori regionali sparsi in tutto il territorio. Gli ultimi sono prevalentemente soci ospiti, ma non mancano i soci viaggiatori che effettuano le prime visite sulle nuove aziende e fanno da anello di congiunzione con gli organizzatori. Per loro e’ previsto un rimborso spese di viaggio.

Poiché non esisteva alcuna organizzazione formale che curasse gli interessi di WWOOF a livello mondiale, nel 2011 sono sorte sia una Federazione di Organizzazioni WWOOF (FoWO) che un’Associazione Internazionale WWOOF (IWA) allo scopo di evitare confusione fra i vari paesi e le miriadi di richieste.

Attualmente si può scegliere di viaggiare in tutto il mondo. Anche in Italia vi sono diverse strutture dislocate in quasi tutte le regioni.

Claudio Pozzi. Presidente dell’associazione ha spiegato “Non dimenticate il vecchio detto delle nonne “Chi più spende meno spende!”. Un conto è comprare alimenti sani, nutrienti e duraturi, in grado di proteggerci dal punto di vista della salute, un conto è comprare qualcosa che si butta, che marcisce in fretta. Siamo continuamente impegnati a curarci per le conseguenze della mala alimentazione, questo sistema agroalimentare sta facendo dei gran danni, perché è energivoro al massimo, ci avvelena, ci intossica e ci conduce ad una vita di sprechi.

Di certo riassaporare la cultura contadina è un’opportunità per sviluppare le nostre capacità di riflessione su quanto il singolo può fare per migliorare il suo stato, la propria salute e quella degli altri, per alimentare la sua consapevolezza ambientale e magari creare un effetto domino verso chi lo circonda. Allora non ci resta che provare.

di Simona Mazza

2 Risposte

  1. nicola vitiello

    avendo degli amici che gestiscono un’azienda agricola biologica-biodinamica, mi piacerebbe collaborare saltuariamente con loro. e’ possibile regolarizzare la cosa attraverso il vostro sito e come?

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