“Una signora in rosso” nella rivolta turca

rAl posto del Parco Gezi, uno dei pochi spazi verdi rimasti nel cuore della città di Istanbul, in Turchia, sorgerà un centro commerciale. È questo il baratto deciso dall’amministrazione comunale ed è lo stesso motivo della protesta iniziata, lo scorso 28 maggio, da circa 50 ambientalisti.

Un semplice contrasto che si è trasformato in tumulto quando, un gruppo di dissidenti che occupava il Parco, è stato attaccato dalle forze di polizia. Così la protesta è diventata una guerriglia espandendosi in più ampie manifestazioni anti-governative e allargandosi a macchia d’olio anche ad altre città della Turchia.

Il bilancio è drammatico: 1700 arresti, circa 1000 feriti, e 3 vittime. Sono moltissime le foto che, in questo giorni, stanno facendo il giro del mondo, per documentare quanto accaduto.

E c’è un’immagine che ha catturato l’attenzione di molti: la foto della donna dal vestito rosso. E’ una figura esile, quella che tenta di avvicinarsi alla polizia, una donna con un abito rosso, una borsa bianca a tracolla e delle francesine ai piedi. Non indossa anfibi, né armature. Non ha l’aspetto belligerante, anche se è conosciuta la sua protesta incessante.

La polizia la riconosce e decide di scaricarle addosso, con violenza inaudita, uno spray al peperoncino che la costringe ad allontanarsi.

Questa donna, diventata, suo malgrado, l’icona della protesta turca, è oggi nota a tutto il mondo come “la signora in rosso”. La sua immagine è ben lontana da quella della bella protagonista del film del 1984 del regista Gene Wilder. E nonostante la durezza delle immagini, la figura femminile in questo caso, è simbolo di forza e cambiamento, quello vero.

Quel vestito rosso, che negli anni ottanta aveva fatto sognare gli uomini e acceso la libido dei ragazzi, oggi è simbolo di ribellione, di forza. Perché la forza della donna è già insita nell’essere donna.

di Silvia Trupo

foto: Reuters

r-1r-2

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.