Un martire cristiano al mondo ogni cinque minuti

Sociologo di fama internazionale e direttore del CESNUR, Massimo Introvigne dall’inizio dell’anno 2011 è stato nominato Rappresentante per la lotta contro il razzismo, la xenofobia e la discriminazione, con un’attenzione particolare alla discriminazione contro i cristiani e i membri di altre religioni dell’OSCE, l’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa. In tale veste, nel corso della prima settimana di giugno, è stato fra i relatori a un grande evento organizzato dalla Presidenza ungherese dell’Unione Europea al Castello Reale di Gödöllo, presso Budapest, sul tema del dialogo interreligioso fra cristiani, ebrei e musulmani, cui hanno partecipato anche il cardinale Péter Erdö, presidente dei vescovi europei e il custode di Terrasanta padre Pierbattista Pizzaballa, insieme a importanti esponenti del mondo ebraico, islamico, maronita, della Chiesa Ortodossa Russa e del Congresso Ebraico. «I giornalisti presenti ─ afferma il Rappresentante OSCE ─ hanno ricavato soprattutto dal mio intervento a Gödöllo e dalla discussione che ne è seguita l’affermazione secondo cui ogni anno i cristiani uccisi nel mondo per la loro fede sono 105.000, uno ogni cinque minuti. Come avviene nell’epoca di Internet, dalle auree volte del Castello Reale di la citazione è rimbalzata su quotidiani e siti di tutti i continenti. È certamente servita a risvegliare le coscienze sul tema dei cristiani perseguitati. Di questo sono molto contento: sono all’OSCE per questo». Tuttavia, qualcuno ha sollevato dubbi su una cifra certamente molto elevata: «In queste reazioni ─ prosegue Introvigne ─ c’è già di per sé una lezione: si sottovaluta talmente il problema dei cristiani perseguitati che le cifre, sembrano a prima vista incredibili» e, ancora: «In Italia si è distinta per un’ironia fuori luogo quando si parla di morti la solita UAAR, l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti». Per tale motivo, in un intervento disponibile sul sito Web del CESNUR, il sociologo torinese ritiene, con la sua puntuale precisione e accuratezza, di rendere note  le fonti che permettono di giungere a un calcolo tanto fondato quanto impressionante. La base per il conteggio della cifra riguardante i martiri cristiani si fonda sui dati forniti dal principale centro mondiale di statistica religiosa, il Center for Study of Global Christianity, diretto da David B. Barrett, il quale, con il collaboratore Todd M. Johnson, nel 2001 incominciò a raccogliere statistiche sui martiri cristiani, ovvero sui «credenti in Cristo che hanno perso la loro vita prematuramente, nella situazione di testimoni, come risultato dell’ostilità umana», secondo la definizione stessa di Barrett e Johnson. In un volume del 2001, i due studiosi concludevano che i martiri cristiani nei primi due millenni erano stati circa settanta milioni, di cui quarantacinque milioni concentrati nel solo ventesimo secolo XX (cfr. World Christian Trends AD 30 – AD 2200, William Carey Library, Pasadena 2001). Da qui in avanti Barrett e Johnson hanno aggiornato annualmente i loro calcoli, giungendo così a poter affermare su basi di calcolo e rilevazioni certe che intorno al 2005 il numero di martiri, comunque in crescita progressiva nel corso dei primi anni del nuovo millennio, ha raggiunto il dato di 160.000 nuovi martiri l’anno. Nel 2010 il numero è invece diminuito rispetto alla metà del decennio precedente, a fronte del fatto che la persecuzione dei cristiani nel Sud Sudan si sta placando a causa degli accordi di pace nel 2005. In ogni caso rimangono ─ e talora si aggravano ─ altri focolai di martirio, in particolare nella Repubblica Democratica del Congo e nella Corea del Nord. Così che una stima prudenziale per il 2011, secondo Barrett e Johnson, è di circa 100.00 martiri in un anno. Tale dato è addirittura considerato troppo modesto dai due sociologi statunitensi Brian J. Grim e Roger Finke, autori di un altro volume sul tema (The Price of Freedom Denied, Cambridge University Press, 2011), che citano altre cifre secondo cui il numero di martiri cristiani che perdono la vita ogni anno potrebbe appunto essere più alto, fra 130.000 e 170.000. Nell’intervento a Budapest, Massimo Introvigne dichiara di avere adottato una revisione minima della stima di Barrett e Johnson, supponendo che dalle 100.000 vittime circa del 2010 si passi a 105.000 nel 2011: una cifra molto minore di quella proposta da Grim e Finke». 105.000 morti equivalgono a 287-288 morti al giorno, cioè dodici all’ora, ovvero uno ogni cinque minuti. Così, dopo avere opportunamente informato sulle sue fonti che, in ogni caso, notiamo essere come di consueto tutte di livello accademico, di fama mondiale nonché ampiamente vagliate dal dibattito specialistico sul tema e dalla sua stessa eminente competenza sociologica, Introvigne conclude: «Può darsi che si debba seguire la stima più bassa di Barrett e Johnson e che i minuti siano cinque e mezzo anziché cinque. O che abbiano ragione invece Grim e Finke e muoia un cristiano ogni quattro minuti, non ogni cinque. La linea di tendenza rimane comunque spaventosa. Se non si gridano al mondo le cifre della persecuzione dei cristiani, se non si ferma la strage, se non si riconosce che la persecuzione dei cristiani è la prima emergenza mondiale in materia di violenza e discriminazione religiosa, il dialogo tra le religioni e le culture produrrà solo bellissimi convegni, ma nessun risultato concreto. Chi nasconde le cifre forse semplicemente preferisce non fare nulla per fermare il massacro».

Andrea Menegotto

Foto: pernocari.org

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.