Ufficialmente conferita a Roma la medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza

Giovedì 25 ottobre, presso la sede nazionale dell’ANPI, sarà ufficialmente comunicato che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con decreto del 16 luglio scorso ha conferito alla città di Roma, la Medaglia d’oro al Valor Militare, “per l’importanza che hanno giocato il valore dell’antifascismo e le iniziative messe in campo per debellarlo” durante il periodo della Resistenza.

Il riconoscimento ufficiale arriva, finalmente, a 75 anni dalla resistenza romana. In passato, comitati e organizzazioni avevano sempre equivocato – e più volte sbandierato – che fosse stato già conferito. In realtà, la motivazione dell’analoga onorificenza, conferita nel 1949, era relativa alle eroiche vicende della Repubblica romana di cento anni prima.

L’ equivoco era sorto per la frase finale di conclusione delle stesse: “il popolo di Roma che, nella recente tragedia della Patria, ha vissuto le memorabili ore del martirio e della riscossa, riassume i voti, gli eroismi, i sacrifici di tutte le Città che, provate ma non scosse dalla sventura, cooperarono alla redenzione d’Italia”.

75 anni di equivoci e di riconoscimenti parziali

Quella frase era stata posta intenzionalmente per tacitare le associazioni di partigiani. Negli anni del primissimo dopoguerra, infatti, i governi democristiani non erano ancora intenzionati ad attribuire l’onorificenza in questione alla resistenza romana, per la discordante interpretazione data agli eventi che avevano condotto al barbaro eccidio delle Fosse Ardeatine.

Era ancora vivo Papa Pio XII, colui che aveva condannato l’attentato partigiano che aveva preceduto l’eccidio nazista, giustificando, in tal modo, l’effettuazione del secondo da parte degli occupanti tedeschi: «Trentadue vittime da una parte: trecentoventi persone sacrificate per i colpevoli sfuggiti all’arresto, dall’altra» (Fonte: Osservatore romano, 26 marzo 1944).

Anche dopo la scomparsa del tanto discusso papa e la fine della prima repubblica, si continuò a giocare sull’equivoco senza prendere una posizione ufficiale e tacitando, periodicamente, le associazioni partigiani, conferendo onorificenze soltanto a parti specifiche della città ed a particolari avvenimenti.

Il 16 ottobre 2003 fu conferita la medaglia d’oro al valor civile alla comunità ebraica di Roma, per le vittime del rastrellamento del 1943 e le sofferenze subite a seguito delle persecuzioni nazi-fasciste. Il 17 aprile 2004 fu insignito, sempre al valor civile, il X Municipio Roma-Cinecittà per il rastrellamento di circa 700 uomini compiuto nel quartiere Quadraro, nel 1944. La stessa medaglia, il 4 giugno di quest’anno, è stata consegnata al V Municipio per le azioni compiute nel quartiere Centocelle.

Il contributo di Roma alla Resistenza è stato essenziale

Il contributo di Roma, alla Resistenza italiana fu, in realtà, se non decisivo, sicuramente essenziale e assolutamente notevole, sia in termini di vittime che dell’intensità e dell’efficacia delle azioni. Storicamente, infatti, non può non rilevarsi che la Resistenza italiana sia nata proprio a Roma, già nelle ore della notte dell’8 settembre, con i primi combattimenti di civili e granatieri al Ponte della Magliana. Lo stesso Comitato di Liberazione nazionale nacque a Roma il giorno successivo, alle ore 16.30, a battaglia in corso.

Oltre alle 335 vittime delle Fosse Ardeatine e ai 1.023 ebrei deportati (di cui solo 16 sopravvissuti), la città contò altri 683 deportati nel rastrellamento del Quadraro, 66 patrioti fucilati a Forte Bravetta, 10 a Pietralata, a seguito di un azione, dieci donne uccise presso il Ponte Industria per aver assaltato un forno e quattordici ex-detenuti di Via Tasso, massacrati a La Storta, proprio il giorno della Liberazione. Inoltre, già il 7 ottobre 1943, circa 2000 carabinieri erano stati prelevati dalle caserme e avviati ai lager polacchi e cecoslovacchi.

Per quanto riguarda l’efficacia delle azioni militari condotte nella città, va segnalato, innanzitutto, quanto dichiarato dal comandante in capo dell’armata tedesca in Italia, feldmaresciallo Von Kesselring: «Roma era diventata per noi una citta` esplosiva … Per noi era un grave problema quello della sicurezza nell’immediata retrovia del fronte. Tra l’altro ne risentiva direttamente anche il morale delle truppe combattenti, che non si potevano più mandare a Roma per brevi periodi di riposo e di licenza».

Né vanno dimenticate quelle azioni non violente, poste in essere da formazioni militarizzate ma, forse più spesso, da comuni cittadini e cittadine: l’assalto ai forni da parte di tante donne, il rifugio dato a migliaia di ebrei nelle strutture religiose e nelle case private e l’evasione da Regina Coeli di due personaggi che avrebbero avuto un ruolo essenziale, nell’Italia del dopoguerra, Sandro Pertini e Giuseppe Saragat. Con il conferimento dell’onorificenza militare, il Presidente Mattarella colma, finalmente, un ritardo ingiustificabile da parte delle autorità democratiche di una nazione sorta proprio dalle ceneri della Resistenza.

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