Ttip vs Canapa: la soluzione al trattato transatlantico sul commercio

ttip-steagIl 20 giugno sarà firmato il Ttip (Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti) ma in pochi sanno cosa si nasconde dietro la misteriosa sigla.Lo faremo in questa sede, cercando non solo di analizzare le sue potenziali insidie, ma anche suggerendo delle possibili soluzioni alternative a questa strana “alchimia” made Europa/Usa.

Tanto per cominciare, diciamo che il Ttip è un’imposizione a scatola chiusa, sotto diktat delle multinazionali e degli Usa. Fortemente caldeggiato dal premier italiano Matteo Renzi, il Trattato attualmente è in discussione nel Parlamento italiano e per l’appunto a giorni potrebbe arrivare la firma definitiva. I suoi sostenitori ritengono che l’accordo porterà ad una crescita economica sostanziosa per i paesi partecipanti, ma in realtà i rimedi saranno peggiori della cura.

Utile precisare che le clausole dell’accordo USA-UE sono segrete, tanto che neppure i parlamentari hanno avuto accesso agli atti. Già questo dovrebbe metterci in allarme. La bozza segretata, conterrebbe tutte quelle limitazioni sulle leggi che i governi partecipanti potrebbero adottare per regolamentare diversi settori economici, quali: banche, assicurazioni, telecomunicazioni e servizi postali.

Cos’è dunque il Ttip?

Si tratta di una deregolamentazione che abolirà i dazi doganali, uniformando i regolamenti dei due continenti e diminuendo il controllo dei singoli Stati, in modo da rendere possibile la libera circolazione di merci, investimenti, servizi ed appalti.

In tutto il mondo il Trattato ha forti oppositori, tra cui il premio Nobel Joseph Stiglitzl, che ha dichiarato “ciò comporterà una riduzione delle garanzie e una mancanza di tutela dei diritti dei consumatori”.

Una delle voci più critiche è altresì quella della celebre attivista ed ambientalista indiana Vandana Shiva, secondo cui gli accordi anziché sostenere il commercio tra le nazioni e incentivarne la crescita economica, rappresentano un enorme aiuto alle multinazionali.  Secondo Vandana Shiva, c’è poca trasparenza sui negoziati e sulle cosiddette norme ISDS (risoluzione delle controversie tra investitore e Stato) in base alle quali un investitore straniero (quale appunto una multinazionale) ha la facoltà di portare davanti a un tribunale di arbitrato internazionale un governo nel caso in cui ritenga che siano stati violati i propri diritti. L’attivista ha pertanto dichiarato “ visto che i diritti delle multinazionali si traducono nel cercare mercati e profitti ad ogni costo, tutte le decisioni democratiche prese per difendere l’interesse pubblico diventeranno materia per cause ISDS”.

Stesse argomentazioni erano state sostenute qualche tempo fa dai Verdi europei che avevano tuonato: “il processo decisionale democratico ricadrà forzatamente sotto la scure dell’arbitrato internazionale. Gli Stati accusati avranno solo due opzioni: o recedere dalle loro decisioni o pagare somme enormi per compensare gli investitori”. Vandana Shiva teme inoltre che a causa del Ttip, due temi chiave dell’agricoltura europea e internazionale, ovvero l’uso di OGM e pesticidi pericolosi, possano subire radicali trasformazioni e perdere le tutele di cui attualmente l’UE ha scelto di farsi carico.

Fra i rischi concreti, vi sono l’ingresso di merci e alimenti di cattiva qualità prodotti dalle multinazionali, tra cui vegetali e carne OGM, o prodotti imbottiti di ormoni e fitormoni , contro le quali le leggi nazionali e le comunità locali non potranno opporsi, in quanto le leggi e i regolamenti devono sottostare al trattato.

Quel che è peggio, i giudici europei non potranno opporsi ai prodotti statunitensi perché il TTIP obbliga i cittadini europei, singoli e in associazione, a rivolgersi, non al giudice nazionale, ma a un tribunale di natura privata per tentare un arbitrato lottando a proprie spese contro gli staff legali delle multinazionali. Insomma, a soffrire saranno come sempre le piccole e medie imprese ed i cittadini.

Le multinazionali agro-alimentari americane potranno inoltre acquistare a poco prezzo i terreni degli agricoltori locali per impiantare piantagioni OGM al posto delle coltivazioni dell’agricoltura tradizionale e biologica. Anche i salari subiranno un violento assestamento, al ribasso ovviamente. Secondo le nuove normative dettate dalla libera circolazione, le imprese di un paese potranno applicare in un altro paese i salari vigenti nel proprio ( i salari americani sono più bassi di quelli europei).

Pure i diritti sindacali verranno meno, così il lavoratore europeo dovrà rivolgersi a una corte arbitrale statunitense, composta da un numero ristretto di avvocati rampantissimi. Insomma, il TTIP non sostiene affatto il libero commercio, ma consente alle multinazionali di imporre la propria volontà.

Dunque se gli accordi verranno stipulati secondo i dettami discussi dalle lobbies, le multinazionali potranno pretendere risarcimenti miliardari dagli Stati nel caso in cui questi ultimi stabiliscano dei limiti o divieti sul proprio territorio. Una cosa simile si era già verificata in Uruguay che era stato citato dalla Philip Morris per la sua campagna contro il tabacco.

Mandala Shiva ha pertanto declamato “Il TTIP minaccia insomma di smantellare il sistema di garanzie sul cibo e sulla salute. E una volta che le leggi e le politiche europee verranno smantellate, anche il resto del mondo sarà più vulnerabile”. Per l’attivista indiana, uno dei pericoli più seri derivanti dal Ttip è quello dei diritti di proprietà intellettuali. Da tempo si batte affinchè non vengano riconosciuti come “prodotti intellettuali” i semi e altre forme di vita. “Negli Stati Uniti, dove una giurisprudenza falsa e distorta dal punto di vista etico ha effettivamente superato i limiti, gli agricoltori sono stati citati per aver conservato i semi, per aver fatto crescere le colture da semi comprati al mercato ‘libero’”.

Ttip a Roma. Fenomeno Expo

Anche Roma è stata teatro di un interessante dibattito sul tema. Organizzato dal Municipio II, si è svolto lo scorso sabato presso la Galleria d’Arte “Come se” di San Lorenzo.
Fra i partecipanti anche DarioTamburrano (M5s), esponente del Parlamento europeo e convinto ambientalista, oltre ad altri esponenti politici e nutrizionisti. Tamburrano ha illustrato egregiamente gli effetti collaterali della Trattativa, che con la scusa di un’armonizzazione delle normative sul libero commercio, antepone il mercato e gli interessi privati a quelli della collettività, aprendo ad una riduzione degli standard sociali e ambientali.

Le sue parole sono state sicuramente impregnate di amore civico, peccato che al di là delle analisi e dei vantaggi per l’Europa, non abbia offerto una valida soluzione alternativa. Non è l’unico, a dire il vero, incapace di uscire dallo stallo, tanto che la lotta contro la firma del Trattato sembra uno scontro impari tra Davide e Golia.

Tutti i partiti indistintamente hanno infatti aderito al programma, ad eccezione di una piccola sacca di opposizione (M5s), che tenta di arginare la catastrofe imminente. Anche la gente comune, se conoscesse i meccanismi perversi del Trattato, sarebbe ostile ad esso. Peccato che l’opinione pubblica sia scarsamente informata.

Dobbiamo sapere che il trattato è stato stilato dalle multinazionali, le stesse che oggi stanno a Expo, da Monsanto (multinazionale di biotecnologie agrarie) a Mac Donald’s, da Coca, a Pepsi, fino a Burger King ecc.

Queste multinazionali non fanno altro che massacrare bovini e devastare foreste, eppure sono le stesse aziende a fare la voce da padrone nell’esposizione dedicata proprio al tema alimentare, proponendo menù a base di carne tutt’altro che salutare, prodotta a scapito dell’ambiente, allevando per di più gli animali in condizioni pietose.

In realtà, il Ttip è pompato da Expo. Expo è stato pianificato e pubblicizzato da anni. Nonostante i milioni di euro spesi per realizzarlo e le infiltrazioni mafiose ad esso legate, il grande show va avanti lo stesso. Per sei mesi, dopo anni di imbonimento tv, si parlerà di Expo e delle varie multinazionali firmatarie del Ttip, che entrano in maniera “soffusa”, allegra, simpatica nella nostra vita, per poi condizionare le nostre scelte più inconsce.

Per sei mesi e anche dopo, ci indurranno a pensare che i loro messaggi sono belli, così quando si arriverà alla firma del trattato, per loro sarà una passeggiata. Complice la disinformazione, attraverso la quale riescono a spacciare per buono ciò che buono non è affatto.

Tanto per intenderci, ci hanno parlato bene di Ogm, petrolio e tutti questi temi, che in realtà fanno comodo più a loro che al pianeta. Il rischio è che si potrà accettare passivamente un trattato, che sarà la nostra tomba, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Questo è Expo. Il progresso è regresso! E noi siamo le cavie di sperimentazione di nuove tecnologiche. E’ tutto collegato.
A finanziare Expo ci sono poi gli sponsor tra cui Enel, Eni ecc . Il loro principale obiettivo è quello di dominare le masse.

Insomma, c’è una guerra sotterranea in atto, una guerra a “bassa densità”, talmente sottile che nessuno se ne accorge. Siamo intrisi da un lavaggio del cervello mediatico da oltre 30 anni. La storia va avanti dai tempi del Carosello, un bombardamento senza precedenti.

Canapa: la soluzione dettata dal buon senso

Potrebbe forse la Canapa essere una valida alternativa al Ttip? Se sì, in che modo?
Come raccontato nei precedenti articoli, grazie alla Canapa, ai suoi molteplici usi ed applicazioni, si possono risolvere moltissimi problemi senza praticamente incappare in controindicazioni e del Ttip se ne potrebbe fare abbondantemente a meno,

Il Progetto alternativo.

In quella che si chiama “Operazione perma blitz” i wooferin ( viaggiatori che prestano lavoro in aziende agricole in cambio di vitto e alloggio) hanno in mente di realizzare un progetto semplice ma di portata colossale.

Il primo obiettivo è la ristrutturazione di alcuni edifici nelle città devastate dal terremoto d’Abruzzo, a partire da l’Aquila. Qui il comune ha già stanziato 180 mila euro da destinare alla ristrutturazione. I woofer inizierebbero da una scuola elementare che ad oggi giace nel dimenticatoio.

Bisogna tuttavia agire in fretta senza tuttavia aspettare le lungaggini burocratiche, poiché con l’arrivo dell’inverno e della neve si potrebbe rischiare di far slittare i lavori di un anno.
La stessa cosa sarà fatta in tutti gli altri borghi.

Tra le proposte, c’è quella di coibentare esternamente la scuola con intonaco da 12 cm, fatto con impasto misto di canapa e calce. La scuola sarà interamente rivestita da canapa, dal pavimento al tetto, incluso il contro soffitto, in modo da isolarla termicamente “per sempre” . L’impasto di Canapa e calce infatti solidifica con il passare degli anni, rendendo gli edifici pressoché indistruttibili. L’Aquila, splendido gioiello incastonato nel Gran Sasso, sarà il progetto pilota, l’esempio da seguire, ed i woofer di tutto il mondo si prodigheranno per realizzare questo progetto semplice ed ambizioso allo stesso tempo.

Anche gli host (aziende agricole che ospitano i woofer) potrebbero contribuire attivamente, magari ristrutturando edifici da mettere a disposizione dei woofer nel periodo in cui lavoreranno.
La scuola sarà una fucina sperimentale, dove potranno partecipare attivamente anche artisti che dipingeranno i murales e provvederanno all’abbellimento. L’iniziativa sarà estesa ai paesi limitrofi in modo tale che il passa parola possa innescare una splendida reazione a catena.

Tutto senza bisogno di stanziare soldi: il lavoro dei woofer e di eventuali donatori basterebbe. Si tratta di proposte dettate dal buonsenso che non pesano sulla collettività. Altro che trattati e speculazioni ! In progetto sintetizza agricoltura biologica, arte, sociale, edilizia, natura ed economia globale, in maniera più economica e logica. Verranno poi contattati tutti i produttori abruzzesi affinchè collaborino alla ricostruzione dei borghi, cittadini.

Insomma “Rispondiamo alla guerra con gli orti sinergici e la Canapa”.
Nino Malgeri, ideatore del progetto, afferma “ saremo tutti Mandala Shiva. Per 4 mesi porteremo avanti una petizione, regaleremo ai cittadini semi di piante officinali , quali timo maggiorana, canapa, rosmarino e tutte quelle che esistono. Inviteremo a distribuirli sul terreno, nei prati, parchi, viali, condomini ovunque, in modo tale che ingerendoli avremo un benessere fisico, regalandoli e spargendoli per 4 mesi, in maniera massiccia, ci saranno uccelli ovunque. Bisogna raccogliere firme per dare spazio a questa iniziativa: i semi vanno piantati adesso fino a novembre.  Sui posti cresceranno piante bellissime!”

Allora non possiamo che terminare con una dichiarazione dell’attivista indiana

“ Noi possiamo sopravvivere come specie solo se viviamo in accordo alle leggi della biosfera. La biosfera può soddisfare i bisogni di tutti se l’economia globale rispetta i limiti imposti dalla sostenibilità e dalla giustizia. Come ci ha ricordato Gandhi: “La Terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di alcune persone”. (Vandana Shiva)

di Simona Mazza

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