TTIP, l’Europa proiettata verso il mero interesse economico rinuncia al benessere umano

TTIP7Ma è possibile che l’Unione Europea pensi solo ai soldi e non al benessere degli europei?

Ieri si è svolta a Roma la manifestazione contro il TTIP, il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti. Migliaia di persone, comprese famiglie provenienti da tutta Italia, hanno sfilato per le vie della capitale scandendo slogan contro l’accordo tra UE e USA.

Ma cos’è il TTIP?

Il Transatlantic Trade and Investment Partnership è un accordo commerciale per agevolare il libero scambio di merci tra l’Unione europea e gli Stati Uniti d’America.

In corso di negoziato dal 2013, azzererebbe gli attuali standard commerciali, ora severi soprattutto nel settore sanitario e alimentare, per facilitare lo scambio di merci e la crescita economica.

L’idea sarebbe molto bella se vivessimo in una società dove l’onestà e l’etica professionale fosse la prerogativa inattaccabile dalla corruzione e dai facili profitti di chi amministra le multinazionali. Purtroppo però questo è il mondo dei sogni. La realtà è che molti prodotti alimentari, oggi tutelati da rigidi controlli, potrebbero essere venduti senza più le necessarie verifiche che ne garantiscono la qualità. A rischio sarebbero anche i nostri prodotti tipici nazionali: carni, parmigiano, mozzarella, prosciutto, pomodoro, ecc..

Tuttavia, gli ideatori dell’accordo sostengono che il TTIP creerebbe molti vantaggi economici e milioni di nuovi posti di lavoro mentre i critici, che sostengono il contrario, dicono che oltre alla crescita della disoccupazione si rischierebbe addirittura la disgregazione sociale in Europa. Inoltre se si considera che il contenuto del trattato è in gran parte sconosciuto qualche dubbio ci assale.

A nostro modesto avviso, il TTIP parte da un’impostazione sbagliata, basata soprattutto sull’interesse finanziario e non sul benessere delle persone e la tutela dell’ambiente.

Questo accordo transatlantico anziché migliorare la qualità della vita delle persone, si preoccupa esclusivamente di incentivare gli investimenti e la crescita economica delle multinazionali. Infischiandosene altamente delle conseguenze derivanti dall’immissione sul mercato europeo di prodotti alimentari sempre meno controllati, con conseguenze nocive su salute ed ambiente.

Inoltre sarebbe inevitabile l’aumento delle difficoltà che molti piccoli artigiani e commercianti europei avrebbero con la crescita esponenziale delle già gigantesche imprese internazionali. I governi attuali non avrebbero più il potere decisionale al riguardo e sarebbero soltanto delle pedine in mano al potere economico, sempre più evidente nella nostra vita quotidiana.

Per concludere, ancora una volta l’Unione Europea sta per partorire una legge che pur nascendo con buoni propositi viene fuorviata dalla gigantesca ragnatela monetaria.

Un’Europa fondata sui principi finanziari e non etici è destinata al fallimento.

di Enzo Di Stasio

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