Trani. Nas sequestrano il canile privato “Dog’s Hotel” Ugda e Lega del cane insieme per denunciare le atrocità che avvenivano nel canile

canile malcangiTrani. Ad appena un mese dal sequestro del canile Parrelli a Roma i Nas hanno posto sotto sequestro giudiziario un’altra struttura privata, questa volta in Puglia, precisamente a Trani.

Tutto è cominciato nel mese di Agosto, quando i volontari pugliesi della LNDC e UGDA hanno protestato contro l’iniziativa del comune di Andria di spostare cinquantacinque cani dal canile Favullo, dov’erano ospitati, verso la famigerata struttura di Trani (già posta sotto sequestro in due occasioni). Il tutto per risparmiare 6 centesimi di euro su ogni cane detenuto. A nulla sono valse le manifestazioni dei volontari e gli appelli delle associazioni animaliste. A distanza di mesi i volontari si sono prodigati per far adottare quasi tutti i cani deportati presso il canile di Trani con non pochi problemi ed alcuni di questi animali purtroppo non sono riusciti a sopravvivere nel nuovo canile. Nei mesi a seguire è diventata sempre più forte la richiesta di aiuto sollevatasi dalla terra pugliese e grazie alle segnalazioni della Lega nazionale per la Difesa del Cane e dell’UGDA, la questione è giunta alle orecchie di parlamentari sensibili alle questioni animaliste come la senatrice Taverna che ha richiesto un’interrogazione parlamentare discussa il 23 ottobre scorso (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=721226).
Quattro giorni fa l’epilogo con l’ispezione e conseguente sequestro della struttura.
Sono state nominate custodi giudiziarie le stesse associazioni che hanno portato alla luce la dubbia gestione del Dog’s Hotel.

All’interno della struttura ci sarebbero seicento cani in evidente stato di malnutrizione, feriti e segnati dalle lotte scatenate probabilmente dalla fame. Molti dei cani non sarebbero neanche sterilizzati. I comuni convenzionati con questa struttura infatti, disattendendo la legge nazionale n. 281/91 e la legge regionale 12/95, avrebbero trasferito i cani senza la visita obbligatoria presso il canile sanitario, dove deve essere  accertata la buona salute dell’animale e successivamente si deve procede alla sterilizzazione e microchippatura. Questo non sarebbe accaduto in molti comuni, rendendo la situazione drammatica ed ingestibile.

Dai racconti dei volontari, che in questi giorni stanno accedendo alla struttura per occuparsi dei cani, molte femmine stanno partorendo ed altre sono incita e si cerca di mettere al riparo i cuccioli che fino a ora non sarebbero stati tutelati, al punto di essere sbranati dai cani più grandi sotto gli occhi impotenti delle loro madri.
Nella struttura ci sono anche cento galline, tacchini e otto maiali.
Il canile inoltre sarebbe stato trovato sprovvisto di ciotole per gli animali e soprattutto del cibo di cui hanno bisogno. Il meccanismo di solidarietà si sta mettendo in moto in tutta Italia, infatti sono molte le persone toccate nell’animo da questa vicenda che vogliono contribuire, anche da lontano, per migliorare le condizioni dei cani presenti nella struttura sotto sequestro. Quello che i volontari cercano sono coperte, cucce, farmaci e cibo.

Nella mattina di ieri, l’Assessore regionale alle Politiche della Salute, Elena Gentile, ha incontrato i rappresentanti delle associazioni nazionali per la protezione degli animali tra cui Enpa, Lndc, Anta e Anpa. Obiettivo della riunione era quello di fare il punto sulla legislazione regionale in materia, in modo da predisporre eventuali modifiche alle norme. “Abbiamo voluto – ha detto l’Assessore Gentile – ascoltare prima le associazioni nazionali, ma poi sentiremo quelle operanti sul territorio non appena sarà operativa la delibera di giunta che aggiorna l’albo. Vogliamo infatti intraprendere un percorso che modifichi una norma che forse non risponde ad alcuni obiettivi: da un verso quello della protezione, dall’altro a quello dell’accoglienza. Occorre portare la Puglia a un livello di civiltà, modificando la normativa venendo incontro alle sollecitazioni che provengono dalle associazioni”.

di Giulia Labarbuta

foto: facebook.com

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