Tornare a ballare swing coi Caravan Palace

Una delle “musiche da ballo” più importanti del ’900 è lo swing. Questo stile nacque e si diffuse in America fra la gli anni ’20 e ’40, promosso da numerose orchestre jazz che godevano di sempre maggiore seguito in quegli anni.

La particolarità di questa musica è enfatizzare l’accento “fuori tempo”, cioè contrastare la pulsazione ritmica spostando in avanti la linea melodica. Questa contrapposizione fra suono e tempo è uno dei motivi per il quale lo swing si prestò al ballo. In questa veste trovò largo successo al di là dell’Atlantico, promosso dalle composizioni di Count Basie, Duke Ellington e Benny Goodman.

Orchestre reali e suono digitale

Facciamo un salto. Alla fine del XX secolo si fanno notare altri generi musicali strettamente legati al ballo: hip-hop, house e la disco music elettronica.

Questi tipi di musica, generalmente, sono composti da singoli DJ che creano basi digitali servendosi di sintetizzatori. I risultati sono molteplici e diversi, ma solitamente tutti contraddistinti da sezioni in loop, ritmiche marmoree e ben definite.

Unire l’idea del “fuori tempo” swing con l’indefessa metrica elettronica non sembra possibile. Si dovrebbe trovare un accordo fra le orchestre reali e il suono digitale. Complesso è anche capire come si potrebbe ballare su due generi così lontani e distinti. La soluzione diventa quindi ascoltare i brani dei Caravan Palace.

I Caravan Palace

I Caravan Palace sono un gruppo francese formato ufficialmente nel 2008 con l’uscita del loro primo omonimo album.

Il genere che questa band promuove è l’elettro-swing, musica oggi diffusa in Europa e America, e che è facile aver già sentito in locali bar come sottofondo o come colonna sonora di qualche pubblicità. I Caravan Palace, infatti, hanno composto alcune canzoni proprio come accompagnamento di spot televisivi e filmici.

Tuttavia hanno raggiunto il successo attraverso gli album pubblicati: Caravan Palace (2008), Panic (2012), <|°_°|> (2015). I loro lavori sono costituiti da un perfetto equilibrio fra accompagnamento digitale e melodie in acustico. Sintetizzatori e percussioni campionate sono uniti a contrabbasso, chitarra, violino, clarinetto e trombone, tutti strumenti che disegnano armonie e assoli stilisticamente assimilabili al jazz.

Per saggiare l’estrosità compositiva della band si può dare un ascolto a Rock It For Me(Panic– 2012). Per tutto il brano musica elettronica e acustica convivono, interagiscono e si integrano, con strumenti e voci che vengono modificati digitalmente, ora per richiamare le vecchie registrazioni dello swing, ora per tradursi verso una dimensione futuristica. In tal senso il video legato alla canzone, dove una band swing sventa un invasione aliena, non può che rivelarsi un’immagine perfetta.

I ritmi prorompenti, i timbri accattivanti e i fantasiosi soli non possono lasciare fermo l’ascoltatore che andrà con la mente direttamente alle sale da ballo della Parigi anni ’20, lì dove le prime scatenate danze provenienti dall’America (fox trotcharleston) trovavano largo interesse fra i giovani del tempo, a cavallo fra una guerra appena finita e una che non si sospettava sarebbe mai iniziata.

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