Tiziano Guardini SS 2020: ritorno ad Atlantide per ritrovare il legame con la natura

Un’essenza primordiale sembra ergersi dalla Primavera Estate 2020 di Tiziano Guardini, il designer romano che fa delle sperimentazioni materiche e del rispetto per la natura, i pilastri fondanti del suo eponimo brand.

Tiziano Guardini sfila a Milano Moda Donna

Dopo aver ricevuto nell’autunno del 2017, il Franca Sozzani GCC Award for Best Emerging Designer e il Peta Couture Award, per il costante impegno ecosostenibile, da Palazzo Reale sfila per la seconda volta a Milano Moda Donna. All’interno della neoclassica Sala delle Cariatidi, 26 proposte viaggiano su sonorità elettroniche mixate a cori ancestrali, onde del mare e stridio di gabbiani, catapultando gli ospiti in una specie di culla amniotica naturale. 

Fascinazione dilettosa, suggestiva, da dove difficilmente si ha necessità di venir fuori. Un mondo sommerso e leggendario con il compito di scortare l’umanità in un viaggio a ritroso: un ritorno all’essenziale che per lo stilista ha il duplice intento di recuperare in primis, il contatto con la natura, in secundis quello tra le persone. 

Il mito di Atlantide per ritrovare il legame con la natura e tra le persone

“Sono affascinato dal mito di Atlantide e credo che rappresenti il legame ancestrale tra l’umanità e la natura, un rapporto oggi molto a rischio” ha spiegato infatti il creativo, e calcando sul suo fare sempre più filantropico ha poi aggiunto “ma ritengo sia altrettanto importante promuovere un contatto tra gli individui, propagare consapevolezza e generare aiuto reciproco”.

Sollecitazione di cura e amore verso l’ambiente e il genere umano, intenzione che Tiziano dunque materializza con Atlantis: la linea Primavera Estate 2020 nata anche dalla collaborazione con la storica e blasonata Swarovski; e poi con l’azienda Mantero, Albini Donna, Isko, Aquafil, Red, tutte realtà specializzate nella lavorazione di materiali e pattern sostenibili. Un richiamo a collaborare per rispondere all’esigenza di reciprocità e rispetto. Lista che alla fine si allunga a supporto della sua moda emergente, dove la visione mitologica diventa palpabile, accendendosi di colori e abiti sartoriali.  

Corallo, rosa pesca, giallo limone, bluette e nero si dispiegano con audacia su tailleur dal taglio maschile in seta bio e cruelty free (la Peace silk, tessuto etico ricavato senza uccidere i bachi da sta nei loro bozzoli), e mettendo alla prova la comasca Mantero, con sperimentazioni materiche pronte a dipingere in immagini, l’ispirazione del designer. Organismi marini, esseri mitologici e architetture rubate alla città sperduta si mescolano così a righe plissettate multicolor, che su gonne midi e morbidi scamiciati, richiamano l’ipnotico zigzagare delle onde sul bagnasciuga. 

La firma di Tiziano Guardini dipinge una donna moderna, allegra e pragmatica, che non rinuncia alla femminilità e alla leggerezza; anche se quest’ultima è caricata del peso contemporaneo, alimentato dalla miriade di manifesti, a favore dell’impiego di materiali sempre più green. 

E sugli splash imprevedibili dell’acqua che si rinfrange su faraglioni immaginari, gli equilibri naturali risvegliano dal torpore, e sembrano gridare pay attention, mentre il lettering brioso in stile Seventy – Love Me Again, Earth Needs Heart, Listen to the EarthBeat -, come slogan stampati su cotone 100% eco-sostenibile alimenta l’amore per la natura, unica salvaguardia della qualità della nostra vita.

ECOuture per imprimere eticità morale nella moda

ECOuture è dunque la moda del giovane stilista romano: termine coniato per imprimere una sorta di eticità morale nel fashion system. Un prezioso ritorno all’essenziale, celebrato con onde di cristallo Swarovski su organza blue navy, pronte a richiamare gli argentei riflessi delle creature marine, e dell’elemento da cui tutto ha origine. 

Un caleidoscopio di gioia e consapevolezza, grazie anche al particolare filo di nylon – Econyl® fornito dall’azienda Aquafil -, recuperato dalla plastica e dalle reti da pesca disperse in mare; e che seguendo l’estro del designer diventa parte dei filati più tecnici, e uno stravagante accessorio per i capelli. Groviglio filamentoso, portato sul capo come un fardello, complice nel richiamare il congenito e primordiale senso di appartenenza a un qualcosa di maestoso che pian piano si sta sgretolando. 

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