“The Walk”, un’altra grande favola di Zemeckis

Thе_WalkTutto è possibile. Anche il sogno più folle è realizzabile. In un equilibrio perfetto tra anima, cuore, mente e corpo si possono attuare le imprese più impensabili.

Philippe Petit, il 7 agosto di quaranta anni fa, a ventiquattro anni, ha camminato avanti e indietro, senza protezione, su una corda sospesa tra le Torri Gemelle a New York. L’idea gli era venuta guardando su una rivista l’immagine delle due Torri mentre era dal dentista. Da quel momento quella diventa la sua ragione di vita, il suo sogno, la sua opera d’arte.

Philippe Petit diventa giocoliere e funambolo da autodidatta. Lascia presto la scuola e la casa per fare l’artista di strada. Prima dell’attraversata al World Trade Center, aveva già camminato su una fune tesa tra i campanili di Notre Dame a Parigi nel 1971 e due anni dopo cammina sul filo tra due piloni del Sydney Harbour Bridge, in Australia.

Il padre di Roger Rabbit e di Forrest Gump, Robert Zemeckis trasforma l’incredibile impresa di Petit in un’altra favola per adulti “The Walk”.
Presentato alla Festa del Cinema di Roma proprio nei giorni in cui Marty McFly il protagonista “Back to the Future” e Doc arrivano finalmente nel futuro.

Philippe Petit è un anarchico, un folle e visionario che chiama la sua impresa “la mia opera d’arte”. Vola da Parigi a New York per progettare la miracolosa camminata, superare lo scetticismo e la paura dei suoi amici, i divieti delle forze dell’ordine e riuscire finalmente a raggiungere il cento decimo piano per tendere la sua corda e fare il primo passo verso il vuoto.

Zemeckis in un riuscitissimo 3D conduce lo spettatore, su quella corda, a oltre 400 metri di altezza. Con una maestria tecnica del regista già nota, sfruttando al massimo la terza dimensione ci sembrerà di essere con Joseph Gordon-Levit in bilico su quel filo, tra quelle nuvole, ed è reale quella sensazione di vuoto e profondità.
L’intero set è stato riprodotto in un grande teatro, il resto, dalla nebbia tra le torri, le torri stesse che emergono dalla città, tutto è stato ottenuto in digitale, usando le fotografie come riferimento e la sapienza del maestro degli effetti visivi Kevin Baillie (Sin City, Harry Potter e il Calice di Fuoco).

La prima parte di “The Walk” un po’ sottotono, è interamente ambientata in una Parigi opaca, quasi in bianco e nero, altrettanto artificiale. E’ il tempo in cui Philippe (Joseph Gordon-Levit) incontra la sua donna (Marie Turgeon) e cerca i complici per realizzare la sua opera. Solo quando i protagonisti arrivano a New York il film comincia realmente a coinvolgere lo spettatore con un finale comunque spettacolare ed emozionante.

Zemeckis si serve della stessa voce fuori campo di Petit, per raccontarci quelle emozioni uniche e irripetibili che il funambolo ha provato all’alba di quel 7 agosto del 1974. Anche Forrest Gump, seduto su quella panchina ci racconta la sua avventurosa vita. Un “c’era una volta” per adulti, Zemeckis con “The Walk” continua a regalarci magnifiche favole.

di Patrizia Angona 

foto: it.wikipedia.org

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