“The Donald” Trump e Bernie Sanders contro le “oligarchy” dei partiti

trumpsanders_600x400Le primarie negli Stati Uniti sembrano andare come previsto. Hillary Clinton vince ma non stravince. Il suo rivale Bernie Sanders è sempre li, staccato ma ancora combattivo. “The Donald” Trump anche lui porta a casa risultati, ma contro di lui sale l’ostracismo del partito repubblicano.

Strane elezioni queste. Chi vince per un motivo o per un altro non piace.

Bernie Sanders è un liberal, ovvero un estraneo al partito democratico, che per concorrere alla presidenza lo fa sotto la bandiera dei democratici. Il suo programma è molto diverso da quello della Clinton, più di “sinistra”. In realtà è contrario alle “lobby” che sostengono invece la Clinton.

Non a caso Bernie Sanders ai suoi comizi raccoglie più partecipanti di quelli della Clinton, il suo finanziamento arriva dalle donazioni dei cittadini. Tutto il contrario di Hillary Clinton, accusata di essere legata al potere di Wall Street che schiera tutta la sua potente organizzazione, ed è in grado di spendere milioni di dollari grazie al ricorso ai “Super-Pac”, i nuovissimi “Political Action Committee” costituiti da singoli, aziende e cartelli, con capacità di spesa praticamente illimitata, mantenendo il segreto dei finanziatori.

Qualche commentatore afferma, che, se ci fosse stato un candidato con il carisma del primo Obama, la Clinton non ce l’avrebbe fatta neanche stavolta.

Lo dimostra il fatto, che “l’oligarchy” , termine negativo per indicare chi comanda nel partito, inizia a spingere perché Bernie Sanders si ritiri, e lasci cosi la strada libera alla Clinton, facendola arrivare alla Convention trionfante.

Qualche timore evidentemente c’è perché secondo la Gallup, il 63 per cento degli americani non ha un’opinione favorevole della candidata, e non è ancora sicuro quanti dei sostenitori di Sanders saranno disponibili a votarla.

A complicare le cose in casa democratica c’è il fatto che alcune proiezioni vedono la vittoria della Clinton molto a rischio se tra i repubblicani si dovesse presentare come candidato Cruz, e ancora di più nei confronti del candidato “ombra” Kasich che al momento è il terzo incomodo in casa repubblicana.

I sondaggi invece darebbero Bernie Sanders sicuramente vincente, contro i due candidati repubblicani.

In casa repubblicana ormai è guerra aperta tra Donald Trump e il duo Cruz- Kasich, appoggiati dall”oligarchy” del partito repubblicano.

E’ ormai è evidente che ogni sforzo sia diretto a impedire a Trump di raggiungere il fatidico numero di 1237 di delegati per arrivare vincente alla Convention.

Per fare questo Cruz e Kasich hanno annunciato un accordo per concentrare i loro sforzi e le risorse in quegli stati, dove ognuno è più potente. Cruz si concentrerà sull’Indiana nelle primarie del 3 maggio senza la concorrenza di Kasich, mentre sarà Cruz a farsi da parte a favore di Kasich il 17 maggio nelle primarie in Oregon e nel New Mexico il 7 giugno.

Per le “Lobby” economiche statunitensi il pericolo è che vinca un candidato contrario a certi accordi commerciali con la Cina, il Messico e l’Europa, quindi tutti contro Donald Trump e Bernie Sanders.

E’ inutile piacere agli elettori, contano i poteri economici. La politica ha ormai abdicato.

di Gianfranco Marullo

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