Tennis, Novak Djokovic si espone sul Coronavirus, tra contrarietà al vaccino e aiuti economici ai giocatori

Il numero uno della classifica mondiale ha affrontato, in una video chat sui propri canali social, l’argomento riguardante il futuro arrivo del vaccino contro il Covid-19, esprimendo senza mezzi termini le sue idee a proposito di un eventuale obbligo, per gli atleti che viaggiano in diverse parti del mondo, di sottoporvisi.

“Personalmente sono contrario alla vaccinazione e non vorrei essere costretto da qualcuno a prendere un vaccino per poter viaggiare” ha dichiarato, facendo poi intendere che, in caso di obbligo per gli sportivi, potrebbe addirittura pensare di smettere temporaneamente di giocare: “cosa farò se diventa obbligatorio? Dovrò prendere una decisione. Ho le mie idee a riguardo. Non so se cambieranno a quel punto”. Tali esternazioni hanno decisamente creato scalpore nel mondo dello sport, anche considerando l’importanza del personaggio in questione e la quantità di suoi fan sparsi in tutto il mondo.

Nel corso della stessa “chiacchierata” social, il fuoriclasse serbo ha inoltre mostrato le sue perplessità sul fatto che il vaccino possa giungere in tempo utile per permettere allo sport (con riferimento ovviamente al tennis) di completare la stagione in corso, nella massima sicurezza. “Ipoteticamente, se la stagione dovesse riprendere a luglio, agosto o settembre, anche se improbabile, capisco che un vaccino diventerebbe un requisito. Ma adesso non c’è ancora nessun vaccino.”

Tuttavia, sempre rimanendo in tema di tennisti celebri, niente a che vedere con ciò che ha dichiarato il suo ex-collega russo Marat Safin, anche lui con un passato da numero uno del mondo, il quale ha esposto ad un quotidiano del suo Paese la propria teoria, secondo la quale il virus sarebbe stato messo in circolazione da qualcuno allo scopo di impiantare, tramite il vaccino, dei microchip nelle persone per poterle controllare. Per avvalorare la sua tesi, l’ex campione ha affermato con sicurezza che la celebre previsione di Bill Gates sulla pandemia, del 2015, era semplicemente dettata dal fatto che il Re dell’informatica era già a conoscenza di questo losco piano.

Tornando a parlare di cose verosimili, Djokovic ha poi anche voluto nuovamente sottolineare la necessità, in questo periodo, di aiutare quei tennisti professionisti che, non essendo di prima “fascia” e non guadagnando perciò cifre ragguardevoli, con la sospensione di tutti i tornei rischiano di trovarsi in una situazione economica molto complicata. Già precedentemente infatti, in una lettera inviata all’Associazione del tennis professionistico (ATP) aveva dato l’allarme, raccontando di come ci fossero molti giocatori di bassa classifica che “stanno pensando di abbandonare il tennis professionistico perché non possono sopravvivere economicamente” e spiegando come “ci sono giocatori nel gruppo tra il 250° e il 700° posto che non sono supportati dalle federazioni o che non hanno sponsor”. Proposta legata al fatto che, al momento, il circuito dei tornei sarà fermo almeno fino alla metà di Luglio, con diversi prestigiosi eventi già depennati dal calendario, tra i quali spicca certamente Wimbledon, mentre sono decisamente in forte dubbio Roland Garros e US Open, così come gli Internazionali d’Italia da giocarsi a Roma.

Proprio per il nostro Paese, con il quale ha da sempre un rapporto speciale, il campione serbo ha dato un grandissimo contributo. Nelle scorse settimane infatti, sono state ricevute le sue consistenti donazioni per il San Raffaele di Milano oltre che  per diversi ospedali della provincia di Bergamo, tra i più sovraccaricati dall’emergenza Coronavirus. A confermarlo era stato il direttore dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) di Bergamo, Peter Assembergs, raccontando riguardo alla donazione, di come Djokovic “avendo saputo le notizie della Lombardia e della provincia di Bergamo, abbia voluto pensare anche a noi”.

Fonte foto: news.sky.com

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