Taimane. Quante cose può fare un ukulele

L’ukulele è uno strumento musicale che negli ultimi anni ha acquisito sempre più fama. Il merito è dovuto senza dubbio ai suoi costi contenuti e alle possibilità che offre per chi voglia fare canzoni senza necessariamente ricorrere all’uso di chitarra o pianoforte. Le sue sonorità acute e cristalline in realtà non lo designerebbero fra gli strumenti migliori per l’accompagnamento (questo perché sprovvisto dei toni bassi utili al cantante). Ciononostante oggi è utilizzato da decine di artisti con ottimi risultati.

Dalle Hawaii al mondo

L’ukulele nasce nelle Hawaii a fine ’800, creato da immigrati portoghesi che adattarono uno strumento tradizionale del loro paese il cavaquinho, un piccolo cordofono. Già a cavallo fra le due guerre l’ukulele venne conosciuto in Nord-America dove trovò posto nei palchi di musica sia folk che jazz. Lo strumento si svincola dall’idea che lo relega solo a rappresentante della musica hawaiana. Uscendo dai repertori tradizionali, infatti, lo si riconosce come uno strumento alla disponibilità di tutti, con la possibilità di essere inserito in diversi contesti e stili musicali in tutto il mondo. Dagli anni ’60 in poi vive una celebrità altalenante, fuorché nelle Hawaii dove, complice la promozione turistica, viene sempre considerato lo strumento nazionale.

Proprio nell’arcipelago Hawaii troviamo alcuni dei più celebri esecutori: Israel Kamakawiwo’ole, conosciuto soprattutto per l’adattamento di Over the Rainbow (da “Il Mago di Oz”), Jake Shimabukuro, forse il primo grande virtuoso dell’ukulele, e infine la giovane Taimane Gardner.

La carriera

Taimane Gardner nasce a Honolulu nel 1989 e già in tenera età inizia lo studio dell’ukulele. In adolescenza prenderà importanti lezioni dal suo concittadino Jake Shimabukuro, professionista dello strumento e già conosciuto a livello internazionale. Nel 2005, dopo aver raggiunto una discreta popolarità a livello locale, produce il suo primo album: Loco Princess. Al seguito del secondo album, Life – The Art & Beauty Human (2008), raggiunge i palchi di Cina e Hong-Kong, oltre a quelli dell’entroterra americano. Seguiranno Ukulele Dance (2012), We are Made of Stars (2015) e Elemental (2018).

Stile

Una delle cose che più colpisce di Taimane è la pluralità di influenze che riversa nella sua musica. Ciò emerge chiaramente nell’album Ukulele Dance dove troviamo cover di Stairway to Heaven dei Led Zeppelin, arrangiamenti della colonna sonora di Mission Impossible, richiami al musical Panthom of the Opera e variazioni sull’Habanera della Carmen di Bizet. Non solo sono molteplici i richiami stilistici ma numerose sono anche le tecniche impiegate dalla stessa esecutrice. Tiene le unghie della mano destra più lunghe e curate per poter ottenere il carattere tipico del flamenco, spesso ricorre alla tecnica del “rasgueo”, per il tremolo usa le dita ma non disdegna il plettro. In poche parole è una musicista che conosce molto bene sia lo strumento che tutte le varie pratiche che su di esso si possono applicare.

I brani

Escludendo gli arrangiamenti e le cover Taimane prende gli spunti per i suoi brani dal proprio immaginario, dai sogni e dalla natura che la circonda. In questo senso cerca di creare delle musiche che meglio possano ricondurre a un’ideale etereo, sospeso proposto sia con lo strumento che con la voce. Come in Venus dove accompagnamento e liriche appaiono quasi slegate concedendo un certo straniamento all’ascoltatore. Per le sue canzoni utilizza principalmente l’inglese e l’hawaiano, anche se invero la maggior parte dei suoi repertori prevedono al massimo vocalizzi su brani strumentali.

Infine

Taimane sta ampliando le possibilità offerte dall’ukulele e si fa conoscere sempre più lontano, da una parte all’altra dell’Oceano Pacifico e oltre. Non solo tiene pubblicazioni regolari ma è pure molto viva sui social dove propone tutorial, video ironici, interviste e live che arrivano a milioni di visualizzazioni. Difficile dire se si esibirà mai in Italia o in Europa data la distanza ma sicuramente riusciremo comunque ad apprezzarne il talento e la continua creatività.

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