Susana Madrid: una moda solidale, esuberante e sostenibile

Solidale, esuberante e sostenibile (“ma a piccoli passi”): tre parole per descrivere Susana Madrid, brand eponimo e cosmopolita, nato in Italia nel 2019.  

La designer, ideatrice del progetto, è una giovane globe-trotter: nasce negli Stati Uniti, cresce in Colombia, e alla fine si trasferisce a Milano. Da sempre attratta dalla cultura italiana, oggi si definisce cittadina d’Europa. Dopo gli studi in Fashion Design alla Marangoni, prima di partire con il brand personale, lavora come stilista di calzature per Neil Barret. Esperienza formativa importante che, oltre a consolidare l’amore per il disegno, le permette di confrontarsi con il desiderio crescente di sentirsi parte attiva, in tutte le fasi di produzione: “Amo l’artigianalità, il fatto a mano, e ho creato il marchio perché volevo capire come si riesce a fare tutto, dal bozzetto iniziale al prodotto finito” racconta la stilista.

Susana Madrid è compendio di tecnica e passione

A distanza di qualche anno, giunto alla terza collezione il brand di accessori, è dunque prezioso compendio di tecnica e passione. Una realtà emergente fatta di pezzi unici, che partendo da un background multiculturale, rispetta il valore del made in Italy, dietro una manifattura artigianale attenta e certosina. 

Un equilibrio tra funzionalità e bellezza che la giovane prova a calibrare dietro ogni singola creazione. Con una produzione interamente nelle Marche, Susana Madrid ha l’intento di creare scarpe che – innanzitutto – siano a prova di camminata. “Vivendo in Europa – spiega – volevo dei pezzi diversi. La ballerina, il tronchetto, i sandali, tanti modelli per rappresentare i tanti stili di vita della donna. Poi io, cammino tantissimo e credo che aldilà del senso estetico, la comodità non debba essere mai trascurata”.

La ricerca estetica trae linfa vitale dall’Art Nouveau, corrente artistica moderna, costruita su linee ornamentali e dinamiche. Le stesse che oltre a dare un twist ricercato al logo (ricavato dalle iniziali del suo nome), riprendono gli intarsi e i ghirigori dei grandi portoni storici.  Così porte maestose, per Susana rappresentano un invito a chiedersi quale storia possa nascondersi dietro. 

Una risposta che arriva viaggiando per l’Europa, attraverso i picchiotti a forma di testa di leone, che simbolicamente invitano a varcare la soglia, dettagliando sneakers e ballerine con furbe aperture laterali, intagli studiati con cura per slanciare la caviglia.

La collezione Autunno-Inverno 2020/21 parla di Iris Apfel

Un’allure vintage quasi senza tempo, ascritta con spirito consapevole e cosmopolita, e assecondando l’esigenza di raccontare storie e persone. Sotto l’etichetta Autunno-Inverno 2020/21, le nuove calzature parlano di Iris Apfel, interior designer dalla personalità esplosiva. Icona di stile quasi centenaria, che autodefinendosi l’adolescente più attempata del mondo, con i suoi viaggi, la libertà di espressione, i colori, l’amore per il vintage, catalizza l’estro creativo della designer: “Ho pensato questa collezione con lei in mente: sono riuscita a parlare con lei, a creare, parlando con lei; volevo dimostrare che lo stile non ha età, e alla fine le ho anche inviato la collezione. Le è piaciuta tantissimo”.

Monetine, piume fluffy, fiocchi di velluto, pattern floreali su seta viscosa, la linea si compone di pezzi dal design eterogeneo, realizzati a mano con materiali di altissima qualità. Nonostante la propensione verso un fervido caleidoscopio di colori e stampe, non manca mai una versione total black, assecondando la filosofia secondo cui “il nero fa sentire meglio, in diverse occasioni”.

La sostenibilità e un profondo senso di responsabilità 

Un flusso di energia positiva, mosso a piccoli passi da un approccio sempre più sostenibile. Dai bigliettini da visita in carta riciclata da bucce d’uva, alle prime calzature in Pinatex – materiale recuperato dagli scarti dell’ananas -, Susana pondera i suoi investimenti con un percorso attento e misurato. “Si tratta di un universo molto ampio – spiega – e si può partire da piccole scelte fino ad arrivare a qualcosa di più grande. La sostenibilità non si può fare bene, dalla sera alla mattina”. 

Allo spirito consapevole, last but no least, si aggiunge un profondo senso di responsabilità sociale. Una stagione fa, The tribute collection è il valido esempio. #Loveyourself, #Funtimes, #Goodvibes, prima di essere dei semplici aggregatori tematici, etichettano i pezzi di un progetto in limited edition; dove una percentuale del ricavato è destinata ad Alma Rosa, associazione no profit colombiana, che ha lo scopo di infondere consapevolezza sul cancro al seno, invitando le donne ad amare se stesse, e a farsi regolarmente l’autoesame.

Un progetto, tanto caro alla designer, che dietro una capsule briosa e propositiva, invita all’azione. E lo fa con esuberanza nella preziosa sfida a diventare esseri migliori: “Come sorella, figlia, amica, donna e femminista voglio aggiungere la mia goccia d’acqua a questa causa, in modo che possiamo tutti diventare onde”.

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