Stromae, artista totale, incanta Roma nell’ultimo concerto del 2014

stromae563398_10150696601192438_1902959121_nL’appuntamento è al Palalottomatica alle 21.00. La star belga, primo in classifica in Francia e in Belgio, sta per esibirsi. Aspettiamo. Partono i primi, impazienti applausi. 21.25: si comincia. Il palco si illumina, su uno schermo scorrono le immagini in bianco e nero di una fabbrica, quattro musicisti escono su pedane mobili, poi lui. Esile, elegante, intona “Ta Fête” e il pubblico esplode. Il PalaEur si trasforma in una discoteca.

Paul Van Haver, questo il vero nome di Stromae, classe 1985, di Bruxelles, di origini ruandesi, due soli album all’attivo: “Cheese” del 2010 e “Racine Carrée” del 2013, più una dozzina di singoli di successo. Stromae è un rapper, un cantautore e produttore discografico, suona le tastiere e fa un uso eccellente del MacBook Pro.

Al Palalottomatica a Roma, ha confezionato un vero show. Un equilibrio perfetto di luci, scenografie, sound, immagini, danze e costumi. Ha assemblato tutto con l’esperienza di un veterano della musica e delle arti in generale. Il ritmo di ogni canzone è scandito da un magistrale gioco di luci e di videoproiezioni che accennano ai temi dei videoclip o a volte indicano solo la strada del mondo in cui Stromae ci vuole portare.

Parla con il pubblico, tenta di farlo in italiano, poi passa al francese. strom6311376932692

Sentiamo “Ave Cesaria”, omaggio alla cantante “Cesaria Evora” e poi “Formidable”, “Papaoutai”, “Alors on dance” e quando è il momento di “Tous les memes”, successo del 2013, con un videoclip in cui il cantante, un po’ uomo e un po’ donna, tenta di smitizzare gli stereotipi sui due sessi, presenta uno strumento alla volta, rallenta sull’intro, con l’unico intento di prolungare il piacere di un brano che fa scatenare il pubblico romano. “Tous les memes” lo ripropone di nuovo, in chiusura, in una strepitosa versione a cappella insieme ai quattro musicisti, uno dei quali italiano, che lo accompagnano.

Due ore di puro divertimento, con il volume altissimo, di suoni che vanno dal pop all’elettro-house, dalla disco anni 90 fino al new beat. Impossibile stare fermi, anche quando, quasi a mezzanotte, Stromae, con un colpo di mano, spegne lo show.

E’ stato paragonato a Brel e a Aznavour, l’impressione invece è che Stromae con loro abbia in comune solo la lingua.

di Patrizia Angona

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