Spread ai minimi da 18 mesi, 255 punti

PD*28459630Se per i mercati azionari europei, prevedibilmente influenzati dai dati negativi che arrivano dagli Usa e dalla crescita dell’inflazione cinese, la giornata di ieri è stata piuttosto sbiadita, brillante è, invece, la reazione di quelli italiani.
Il ministero dell’Economia ha collocato tutti i 3,5 miliardi di Btp a scadenza triennale grazie ad una domanda rinvigorita che ha superato di 1,445 l’offerta, con forti conseguenze sul tasso di rendimento che si attesta intorno all’1,85% – in netto miglioramento e ai minimi dal marzo 2010. Ottimi risultati anche in ordine ai titoli decennali, il cui rendimento si ferma al 4,1%, il che significa un risparmio di circa 3 miliardi di euro ogni 100 punti base solo per il primo anno. Altalena dello spread che dopo aver infranto al ribasso la soglia dei 250 punti, chiude a quota 254 (-1.25%); i risultati sono comunque eccellenti dal momento che allentano la tensione sul debito pubblico italiano in un momento particolarmente insidioso come quello prospiciente la campagna elettorale.
Tuttavia, nonostante l’iniezione di fiducia della BCE («i rischi per le prospettive economiche dell’Eurozona continuano ad essere orientati al ribasso») e l’eventuale adozione della ricetta americana “meno austerity, più sviluppo” – la cosiddetta ricetta della crescita, propugnata, tra gli altri, da Barack Obama e Paul Krugman – pesanti sono le parole del Commissario europeo agli “Affari Economici” Olli Rehn (foto) – «l’economia dell’Eurozona è ancora debole, i mesi a venire saranno difficili» – che indica una possibile ripresa solo a decorrere dal 2014.
Entrando nel merito del nostro Paese, il vicepresidente della Commissione europea conferma, in linea con la flessione della curva di spread, un outlook positivo: «l’Italia è diventato un Paese molto più stabile e sicuro dai rischi»; comunque l’obbiettivo resta quello di un surplus primario in termini strutturali «a causa di un debito che oggi è superiore al 120% del Pil». Olli Rehn premia quindi Mario Monti, cui è attribuito il merito di aver impostato una politica di rigore intesa a consolidare il bilancio pubblico.

di Andrea Capati

Foto: trend-online.com

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