Sotto la Pianura Padana l’Appennino si muove

Terremoto3

La terra torna a tremare in un’area considerata a media-bassa pericolosità. Dopo l’insolito sciame sismico che aveva colpito la zona appenninica di Reggio Emilia e Parma lo scorso gennaio con due scosse di magnitudo 4,9 e 5,4, il terremoto che sta interessando in queste ore la bassa Pianura Padana stupisce e preoccupa.

Stupisce, perché la scossa delle 4.04 di domenica, di magnitudo 5,9, è stata forte quasi quanto quella che nel 2009 colpì l’Aquila. Preoccupa soprattutto perché molti edifici, anche industriali, si rivelano troppo vecchi e instabili per essere ritenuti sicuri.

Sono trascorsi quasi  500 anni dall’ultima volta che nella zona si è verificato un sisma così forte. Quello precedente risale infatti al 1570: “Non é raro che due terremoti di questa intensità avvengano a distanza di 500 anni’, ha osservato il sismologo Alessandro Amato. Allora si verificò nella regione della bassa padana una sequenza sismica iniziata con una scossa paragonabile all’ottavo grado della scala Mercalli. Durò ben quattro anni e ancora oggi i palazzi del centro storico di Ferrara ne riportano i segni.

Come mai dunque questa zona, generalmente ritenuta a basso rischio sismico, periodicamente si risveglia? A generare i terremoti è “il movimento dell’Appennino, che migra verso Nord-est”, ha spiegato Amato. “E’ come se, spingendo il bordo di un tappeto, si creassero delle piccole onde”. Il tratto di Appennino tra Firenze e Bologna è infatti in movimento e spinge verso l’arco alpino. A ciò si aggiunge il movimento di sollevamento che interessa una piccola catena montuosa appenninica situata proprio sotto la Pianura Padana. Questi due movimenti sarebbero responsabili di quello che i sismologi chiamano ‘arco di Ferrara’, che nelle ultime trenta ore è stato interessato da un centinaio di scosse susseguitesi con minor intensità dopo la prima.

Per l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia è la prova che sotto i sedimenti del Po giace una parte di Appennino più che mai attiva, responsabile dei due terremoti del 1570 e di questi giorni: “Questa notte abbiamo avuto la conferma che quella interessata è una zona tettonicamente attiva, e che il rischio terremoto non si è esaurito con gli eventi registrati nei secoli scorsi”, ha affermato il professor Stefano Gresta, presidente dell’Invg.

Eleonora Alice Fornara

foto: meteoweb.eu

 

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