Signature PE 2019: l’eleganza confortevole e la firma minimal di Alessandra Giannetti

“Per esprimere un certo stile, bisogna dare prima la comodità… La mia idea è quella di un’eleganza confortevole, perché le donne quando non si sentono a proprio agio non sono eleganti, e tutto questo si vede.”

Sposta placidamente con le dita, una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e inizia così.

Non capita spesso di sentir parlare di eleganza, comoda e confortevole, ma Alessandra Giannetti, nota designer romana, ha proprio l’intento di racchiudere in quel concetto semplice e sottovalutato, la cifra stilistica del brand che porta il suo nome.

Siamo ad AltaRoma, davanti Signature, Primavera/Estate 2019, la prima linea intenzionalmente limitata, presentata durante lo Showcase, la super vetrina realizzata in collaborazione con ICE Agenzia, fucina di artigianato e design.

Alessandra Giannetti ha un’immagine essenziale come il suo credo estetico: un morbido caschetto scalato, e un neo sul lato sinistro della bocca, di quelli che obbligatoriamente caratterizzano il volto, e che forse qualcuna in cerca di sensualità, almeno una volta nella vita, ha disegnato o ricalcato con il kajal. È vestita di bianco e denim scuro, che se non lo guardi bene a prima vista sembra nero. I dettagli fanno sempre la differenza, e non sono messi a caso, proprio come la fila di bottoni della camicia che indossa: si chiude a vestaglia e ricorda un kimono, e quindi il Giappone, quasi in balia di quella visione minimal e dinamica da sempre presente nella sua mente, materializzata nel 2001, dopo una laurea in Architettura, e una serie di viaggi studio tra Londra e Tokyo.

Un solido background che alla fine si vede tutto, anche se la cultura giapponese, è senza dubbio la più forte: una passione coltivata a lungo e direttamente sul campo, che contribuisce a plasmare definitivamente la sua idea di moda, made in Italy e fatta di geometrie semplici, ricerca e tanta attenzione.

Un savoir-faire in crescendo, soprattutto verso quell’approccio più etico: un caro impegno per la sostenibilità (celebrato anche con dei premi, come quelli consegnati lo scorso 23 settembre a Milano, durante il Green Carpet Fashion Awards, organizzato da Camera della Moda Italianaed Eco-Age) e che dal suo flagship store in Piazza Capranica, nel cuore di Roma, Alessandra Giannetti collezione dopo collezione, non si stanca mai di rinnovare.

Basta fare un salto indietro e pensare a Opera, la capsule seasonless realizzata in spugna di bambù, naturale e ipoallergenica, esposta insieme a Signature, presentata lo scorso inverno, e già distribuita in alberghi e profumerie.

“Loro sono stati i primi a capire questo concetto di versatilità, ho pensato subito che la spugna potesse unire diversi utilizzi: il mare, la città e la Spa”, spiega bene la designer mentre con le mani sfila da una gruccia la gonna/abito hakama, un capo adattabile, senza taglia e pensato per corporature diverse.

Una linea dunque, che oltre a rispettare la persona e le esigenze ambientali, risponde con dinamismo a quel forte bisogno di versatilità, e dietro un cromatismo dai toni uniformi – bianco, cammello, corallo e nero – soddisfa a tutto tondo quel desiderio di semplificare il quotidiano. Complice anche la trasformabilità e la vestibilità avvolgente, quasi a dispetto di tutte quelle taglie rigorose che mal assecondano la libertà nel movimento.

Ed ecco allora Signature, la collezione PE 2019, che dallo Showcase continua il discorso iniziale sull’eleganza confortevole, che deve per forza farti sentire comoda, per esprimere poi un certo stile… quello che personalmente, sempre si possiede.

Perché io posso fare un capo, ma chi lo definisce alla fine, è sempre chi lo indossa” afferma sicura la Giannetti, che quando disegna un abito, confessa di immaginarne già il movimento.

Un movimento pensato, disegnato, che però alla fine non è mai lo stesso, e Alessandra adora l’effetto sorpresa: quello che scopre casualmente sui clienti, quando i suoi abiti una volta indossati, rispettano la fisicità di ogni corpo, e seguendo liberamente le personalità più disparate, magicamente rivelano forme nuove e inaspettate.

Esperienza sartoriale quest’ultima, che ispira dunque la designer, e subito la porta a rielaborare il concetto di firma, con l’obiettivo di creare qualcosa di individuale, numerato e per la prima volta in limited edition. Pochi, pochissimi capi inediti dove l’uso di stampe e colori come dice la Giannetti è rigorosamente attento. Così, lasciandosi trasportare dall’ispirazione, ruba dei pezzi da un kimono d’epoca, e li trasforma in accessori, pronti a dettagliare di trame orientali solo il colletto di camicie sartoriali, e poi la firma, la sua, accennata da iniziali tondeggianti, stampate su T-shirt in cotone organico, fluide e ovviamente dalla tiratura limitata.

Un’idea di moda, tradotta e confezionata alla fine, nell’inglese Signature, quasi a tratteggiare lo spirito cosmopolita e metropolitano di un brand dalle geometrie semplici che, con un atteggiamento consapevole e lo sguardo sempre attento, ti fa sentire naturalmente comoda, per esprimere poi un certo stile… quello che personalmente, sempre si possiede.

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