Si fa presto a dire… ”Capodanno”!

Il “rito di Capodanno”, ovvero quel fantasioso misto di ricorrenze, religioni, magìe e autentici baccanali culinari, ha una storia piena di miti e di tradizioni.

Qui da noi in casa italica, dal punto di vista squisitamente mangereccio, al trionfo assoluto delle lenticchie, che evocano l’auspicio di ricchi guadagni nell’anno che verrà e che accompagnano zamponi, cotechini, stinchi e salsicce durante l’attesa della mezzanotte nel veglione tipicamente italiano, si associa il rito scaramantico della biancheria intima di colore rosso che i più indosseranno nella notte magica evocativa di chissà quale fortunato rinnovamento.

Ed ecco che allo scoccare delle due lancette verticali sovrapposte degli orologi, esplode il trionfo dei tappi delle infinite bottiglie di bollicine, misti a fuochi d’artificio e… ancora da qualche parte, con il lancio delle “robe vecchie” volanti dalle finestre e dai balconi contemporaneamente al baccano generale degli scoppi e delle gioiose grida (chi non ricorda la scena comica della vecchia lavatrice rotta che sfondò la FIAT Bianchina dello sventuratissimo ragionier Ugo Fantozzi?).

Un po’ di cronologia

La vera storia dei festeggiamenti di Capodanno è antica; bisogna risalire a Giulio Cesare e al suo “calendario giuliano”, basato sui cicli stagionali e promulgato nel 49 a.C., che dedicava l’ultimo giorno dell’anno al Dio Giano, antica e importante divinità romano-italica, spesso raffigurato come Bifronte in virtù del suo potere di guardare sia nel passato che nel futuro.

Già nel VII secolo, i pagani delle Fiandre, che erano seguaci dei druidi, festeggiavano il passaggio al nuovo anno travestendosi da animali per poi giocare e scherzare per tutta la notte; dal XII secolo fino al 1752, la festa di Capodanno si celebrava il 25 marzo in Inghilterra, in Irlanda e in Italia (prima a Pisa e poi a Firenze), mentre in il cambio dell’anno era fissato proprio l’odierno giorno di Natale.

Fino al 1564, il Capodanno francese era invece festeggiato il giorno di Pasqua, mentre in Puglia, in Calabria e in Sardegna (ovvero il Caputanni – dal latino Caput anni in dialetto sardo), proprio sulle orme della cultura bizantina, si festeggiava addirittura il 1º settembre .

Finalmente, ad oltre il quarto finale della durata dei due primi millenni d.C., tutte le abitudini locali del territorio europeo che diversificavano la data del Capodanno, vengono unificate nel 1691, ovvero quando Papa Innocenzo XII indicò per tutti il 1° gennaio come data iniziale dell’anno.

Calendari mutevoli e strane scaramanzie

Ma non sempre è stato agevole individuare un’unica calendarizzazione effettiva, in quanto svariati regimi politici hanno più volte proceduto a dar luogo ad ulteriori riforme dei calendari: una delle più invasive, che tentò di modificare il calendario su basi astronomiche e razionali fu quella francese della Prima Repubblica nel 1792 che durò fino alla fine del Primo Impero Napoleonico nel 1814; anche in Italia, nel primo anno dell’Era Fascista, corrispondente alla marcia su Roma del 28 ottobre 1922 (con gli altri anni poi via via a seguire) diventò il Capodanno del Regno d’Italia fino alla caduta della Repubblica Sociale Italiana del 25 aprile del 1945.

E così, finalmente, si giunge alla moderna festa unica europea per tutti i Paesi che si differenzia – ad eccezione del credo religioso – per riti e abitudini consolidate, perlopiù, come già detto, di tipo scaramantico.

Non bisogna dimenticare, infatti, che nella la tradizione italiana c’è ancora il “bacio sotto al vischio” come segnale di buon auspicio per l’anno nuovo, come in Spagna i “dodici chicchi d’uva” da mangiare a mezzanotte ad uno ad uno per ogni rintocco dei dodici scoccati da un orologio, o ancora il rito della “apertura della porta al dodicesimo rintocco” in alcune zone della Russia per far entrare l’anno nuovo.

In America Latina (Ecuador e Perù) si usa esporre fuori dalla porta di casa dei manichini in cartapesta, spesso con sembianze di volti noti, ma pieni di petardi da far bruciare e così esplodere alla mezzanotte. 

Ascoltare 108 colpi di gong nei templi che annunciano l’arrivo di un nuovo anno è l’usanza giapponese, ove intere famiglie, bevendo sakè, riflettono, purificandosi, sui 108 peccati che almeno ogni persona commetterebbe in un anno.

Sempre in Russia, ma nelle zone più vicine alla Cina, si usa scambiarsi pupazzetti e cioccolatini corrispondenti all’animale-simbolo del calendario cinese dell’anno che verrà.

E comunque, il Capodanno cinese, che è lunare perché in corrispondenza del novilunio che cade tra il 21 gennaio e il 19 febbraio di ogni anno, si festeggia in diversi paesi dell’estremo oriente, tra i quali anche la Corea, la Mongolia, il Nepal, il Bhutan, il Vietnam e lo stesso Giappone.

Diverso è il Capodanno islamico che si festeggia il primo giorno del mese di Muharram, che è il primo mese dell’anno, nonché uno dei quattro mesi sacri; il primo giorno di Muharram è quindi il Capodanno islamico che può corrispondere a qualsiasi periodo dell’anno gregoriano, in quanto l’anno lunare impiegato nel calendario islamico è di circa undici giorni più breve rispetto dell’anno solare dello stesso calendario gregoriano.

Affascinante è il Capodanno in Thailandia, in Cambogia, in Birmania e in Bengala, ove il Capodanno solare – detto Songran – è invece compreso tra il 13 aprile e il 15 dello stesso mese e in coincidenza col cambiamento di posizione del sole nell’anello dello zodiaco.

Dove e quando è meglio “sparare con i tappi” e “fare i fuochi”?

Ma dal punto di vista geografico, chi festeggia per primo il Capodanno nella sfera terrestre?

Mentre noi europei siamo ancora intenti a fare la spesa di tarda mattinata per i preparativi pomeridiani del veglione di Capodanno, ecco che per gli abitanti della miriade di isolette dell’Oceano Pacifico è già ora di stappare le tradizionali bollicine della festa; al contrario, quando a Rio de Janeiro iniziano i riti propiziatori per il nuovo anno, qui da noi saranno ormai già le tre del mattino!

Senza dubbio, il Capodanno più celebrato del mondo è però quello festeggiato da più di un secolo in Times Square nella Grande Mela, inaugurato, nel 1907, quando venne fatta scendere la prima palla luminosa lungo un palo di ferro per scandire gli ultimi secondi dell’anno vecchio.

Questa tradizione ebbe inizio così: in un momento importante della storia di questa celeberrima piazza newyorkese che si trova a Manhattan, esattamente all’incrocio tra tra Broadway e la Seventh Avenue, avvenne che, proprio in quell’area, in occasione dell’apertura di una nuova fermata della metropolitana nel 1904, si trasferirono diverse imprese, tra cui quella editoriale che pubblicava il New York Times e che diede poi il nome alla stessa piazza, anche in virtù della torre che ne occupava il centro.

Per ringraziare le autorità municipali, il giornale organizzò allora un party di fine anno con fuochi d’artificio, così dando inizio alla nostra grande tradizione, ovvero con le esplosioni colorate nel cielo che fecero inaugurare l’era del veglione planetario più lungo dell’anno vecchio per salutare l’arrivo di quello nuovo.

Le feste si ripeterono fino al 1907, ovvero fino a quando il governo della città proibì gli spettacoli pirotecnici, ma – per porre rimedio a questa limitazione – il capo elettricista del quotidiano mise a punto il sistema di questa grande palla luminosa dotata di 100 lampadine da 25 watt e fissata a una struttura di ferro, da far cadere dal tetto della Times Tower, esattamente un minuto prima della mezzanotte.

Ne derivò uno spettacolo straordinario che da allora è a tutt’oggi un punto di riferimento mondiale dei festeggiamenti capodanneschi, rinnovata nel tempo anche nella forma della stessa palla luminosa che nel 2000 – per accogliere l’alba del terzo millennio – vide l’utilizzazione dei cristalli con un sistema di illuminazione computerizzato a luci stroboscopiche, fino a giungere successivamente alla creazione del grande schermo, sotto il quale parte alle 23:59, il countdown scandito dalla voce di migliaia di persone tra coriandoli, musica cult, fuochi pirotecnici e baci augurali.

E da allora… buon Capodanno esplosivo “da” e “in” tutto il mondo!

Foto di nck_gsl da Pixabay

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