Serie A: protocollo da revisionare, club e ultras in rivolta

È arrivato l’atteso incontro FIGC – Lega Serie A, compresi i medici sportivi per modificare il protocollo reputato inadatto alla ripresa del campionato.

Le perplessità erano tante e note da tempo, l’incontro tra Figc e Lega Serie A le ha solo rese ufficiali con lo scopo di trovare una soluzione rapida e valida a un problema che rischia di compromettere il termine della stagione.

La ripresa degli allenamenti di gruppo prevista per lunedì 18 è ancora incerta e i tempi sono davvero stretti per una decisione che tarda ad arrivare, soprattutto dopo i dubbi sorti relativamente alla responsabilità civile e penale dei medici sportivi, al ritiro blindato e alla quarantena obbligatoria in caso di giocatore positivo. Con queste prospettive il protocollo risulta ancora inattuabile e i presidenti sono in rivolta.

Tommasi, presidente dell’Assocalciatori, prova a mediare garantendo la volontà di superare le criticità per riprendere in tempi brevi, precisamente il 13 giugno: “Speriamo di avere una data certa per la ripartenza, da una data certa si può costruire un percorso fatto di controlli, test e modalità di allenamento. Questo aiuterebbe tantissimo, oggi la difficoltà è avere una data certa. Quella del 13 giugno è un’ipotesi, speriamo di poter avere una data certa al più presto. Servirà tanta pazienza, io sono abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno. Questa pausa forzata darà l’entusiasmo per tornare a vedere le partite dal vivo, ma servirà ancora tanta pazienza. È una cosa triste, in qualsiasi emergenza bisogna fare un passo alla volta per non mandare in fumo quello che è stato fatto in precedenza”.

I club di Serie A non hanno intenzione di riprendere il campionato a queste condizioni

L’accordo c’è, il protocollo anche, lo stesso Malagò è sicuro della ripresa del campionato di Serie A al 99%, ma a storcere il naso adesso è l’Associazione italiana calciatori che continua a chiedere chiarezza per un protocollo di non facile attuazione.

A suscitare perplessità non è solo la responsabilità dei medici sportivi ma anche e soprattutto l’idea del ritiro blindato con tanti punti interrogativi sulla quarantena obbligatoria in caso di nuovi contagi in una squadra.

Comunicato dopo l’incontro tra FIGC, Lega Serie A, FMSI e medici

“Si è tenuto questa mattina, in un clima di fattiva collaborazione, l’incontro tra la Figc, la Lega Serie A, il presidente della FMSI Maurizio Casasco e il rappresentante dei medici della Serie A, Gianni Nanni. Sono stati analizzati i punti del protocollo difficilmente attuabili e sono state costruttivamente elaborate alcune integrazioni atte a risolvere problematiche oggettive.

Vi è stata una generale condivisione delle proposte finali, formulate per garantire una ripresa in piena sicurezza degli allenamenti di gruppo, che verranno tempestivamente sottoposte al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, al Ministro della Salute e al CTS”.

Le polemiche non riguardano solo i diretti interessati ma anche gli ultras che sul piede di guerra fanno fronte comune e nella maggior parte dei casi chiedono la sospensione del campionato, un campionato ai loro occhi ormai falsato.

Sono numerosi gli striscioni di protesta degli ultras di diverse società calcistiche:

Tifosi Atalanta: “Il nostro dolore volete dimenticare… ma senza la sua gente non ha senso tornare a giocare”.

Tifosi Lecce: “Come potete dopo un gol esultare, quando le bare sono ancora da contare?.

Tifosi del Torino:  “Il vero virus da debellare siete voi che volete tornare a giocare”, al quale si aggiunge: “Migliaia di morti in ogni città, ma voi pensate alla ripresa della Serie A” , striscione della tifoseria organizzata del Toro comparso oggi al Filadelfia.

Questi sono solo alcuni dei messaggi arrivati e culminati in un comunicato tradotto e firmato da tifoserie di ogni tipo, un comunicato dal chiaro titolo: “Stop football, no football without fans”.

Comunicato Ultras: “Stop football, no football without fans”

“I governi hanno dichiarato il lockdown totale, tutelando così la cosa più preziosa che abbiamo, la salute pubblica. Riteniamo più che ragionevole lo stop assoluto del calcio europeo. Invece chi lo gestisce ha espresso un solo obiettivo: ripartire. Siamo fermamente convinti che scenderebbero in campo solo ed esclusivamente gli interessi economici. Lo conferma il fatto che i campionati dovrebbero ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo sport popolare ovvero i tifosi. Chiediamo agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche, fino a quando l’affollamento degli stadi non tornerà un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva.

Oggi il calcio è considerato più come un’industria che come uno sport. Sono le pay-tv a tenere sotto scacco le società, in un sistema basato solo ed esclusivamente su business e interessi personali che se non verrà ridimensionato, porterà alla morte del calcio stesso. Se noi ultras intendessimo lucrare sulla nostra passione, come ci capita di leggere e sentire in questi giorni, spingeremmo per la ripartenza dei campionati. Tutto questo deve cambiare. Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere, per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per fare in modo che questo torni a essere lo UNO SPORT POPOLARE”.

Si prospettano tempi duri per il calcio italiano e non solo…

Fonte foto: sportmediaset.mediaset.it

1 risposta

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.