Sea Watch: il dissenso tra Conte e Salvini sull’accoglienza dell’Italia

La montagna ha partorito il topolino. Dopo febbrili trattative l’Europa ha trovato un accordo e i 49 migranti delle due navi gestite dalla ong tedesca Sea Watch hanno potuto mettere i piedi sulla terraferma. Dopo 18 giorni di attesa erano stanchi ma felici, questo hanno raccontato ai cronisti che li hanno visti sbarcare. Ad autorizzare lo sbarco è stato il primo ministro maltese Joseph Muscat. Più che di trattative con l’Europa si è trattato di trattative con “alcuni degli Stati membri dell’Ue”. Questo aspetto è stato rimarcato da Muscat.
Per l’esattezza i paesi europei che si sono detti disposti ad accogliere i migranti sono la Germania, la Francia, il Portogallo, l’Irlanda, la Romania, il Lussemburgo, l’Olanda e l’Italia. Si suddivideranno non solo i 49 migranti sbarcati oggi, ma anche quelli quelli già presenti sull’isola. In Italia ne arriveranno circa venti. Ma sarà solo nei prossimi giorni che capiremo se l’Italia li prenderà o meno e, in caso affermativo, se arriveranno solo nuclei familiari.
L’interrogativo è legittimo: nelle ultime ore il vicepremier Salvini ha infatti ribadito il suo fermo “no” in aperto dissenso con il premier Giuseppe Conte. “Non sono stato consultato e non darò il mio consenso” ha detto  Salvini da Varsavia. Che il premier Conti spesso sia, o per lo meno appaia, subordinato al vicepremier Salvini – ma anche al vicepremier Di Maio – è una anomalia, tutta italiana, del cosiddetto governo del cambiamento.
Da Varsavia Salvini ha anche sottolineato: “Altri se ne fregano e noi dobbiamo correre” forse dimenticando che quelli che se ne fregano sono proprio i paesi con i quali lui tesse accordi e alleanze “sovraniste”. Come ha fatto oggi con Joachim Brudziński ministro dell’interno polacco. Come sta facendo da tempo con il premier ungherese Victor Orban. Farebbe meglio invece a constatare che “altri” che, invece, non se ne fregano ci sono. Tra essi, in questa specifica circostanza, la Francia e la Germania, paesi fondatori della Ue insieme all’Italia.
Va detto che le alleanze che Salvini intende stringere con i paesi del Gruppo di Visegrád (Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia), difficilmente potranno diventare forti e durature. Infatti, se da una parte i leader politici dei suddetti paesi condividono con Salvini le loro posizioni sovraniste, euroscettiche e contrarie all’immigrazione, dall’altra sono apertamente critici verso il leader della Lega per quanto riguarda le sue simpatie nei riguardi di Putin e della Russia. 
Gaffe e contraddizioni che il ministro Salvini permette a se stesso, in particolare sui social, non le perdona agli altri. Ieri, commentando con un tweet la notizia dei quindici arresti a seguito dell’operazione antiterrorismo e contro l’immigrazione clandestina dei Ros, in evidente polemica con il premier Conte ha ribadito il suo “no” agli arrivi di qualsiasi tipo compresi quelli in aereo.
Solo un paio di mesi fa, tuttavia, era stato lui, Salvini, ad affermare che i migranti devono arrivare in aereo: “L’unico arrivo possibile per i migranti è in aeroplano, non sui barconi, perché sono gestiti dai criminali e io non mi rassegnerò finché c’è un barcone che parte”, aveva detto all’aeroporto di Pratica di Mare, dopo l’arrivo di un volo proveniente dal Niger con a bordo 51 richiedenti asilo evacuati dai campi di detenzione libici dall’UNHCR, l’agenzia ONU per i rifugiati. Era il 14 novembre scorso.
Stanotte a palazzo Chigi c’è stato l’ennesimo confronto tra Conte, Salvini e Di Maio. L’incontro è durato un’ora e al termine nessuna dichiarazione è stata data. Stamattina il post di Salvini su Facebook con le rassicurazioni sulla compattezza del governo: “Buongiorno Amici!  Io non cambio idea, anzi faccio due passi in avanti.  Non ci sarà NESSUN arrivo in Italia finché l’Europa non rispetterà  gli impegni presi (a parole) con l’Italia, accogliendo i 200 immigrati sbarcati in estate tra Pozzallo e Catania che dovevano già essere ricollocati.  Il governo è compatto sulla linea rigorosa, porti chiusi, lotta agli scafisti e alle ONG. Aggiungo che ogni nuovo eventuale arrivo dovrà essere a costo zero per i cittadini Italiani.  L’immigrazione la gestisce il ministro dell’Interno”.
Cosa significhi lo capiremo nelle prossime ore, quando arriveranno i comunicati ufficiali.
Insomma, litigano, ma poi si mettono d’accordo. Il che, di per sé, non è rassicurante.  In altri tempi li chiamavano inciuci.  Stanno litigando anche sulla manovra economica, reddito di cittadinanza, pensioni, etc.. Anche qui non si capisce cosa succederà. Ma è sempre la migrazione a tenere banco, nonostante i numeri risibili.

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