Scienza e Filosofia, diverse ma complementari

Leonardo-Uomo-Vitruviano

Scienza e Filosofia Tradizionale devono procedere di pari passo perché l’esperienza è l’unica fonte della conoscenza “chi non conosce non ama” (sosteneva un antico pensatore ), e perché dell’esperienza è parte integrante la scienza, mentre la filosofia tradizionale anticipa con le sue intuizioni le scoperte della scienza. È avvenuto con l’affermazione del divenire sfociato nella volontà di potenza come, descrizione dei fenomeni che nega l’ordine casuale, o con la concezione eliocentrica prefigurata dai Pitagorici e delle anticipazioni di Giordano Bruno, rispetto a Galileo e agli etologi di oggi. Scienza e Filosofia sono diverse ma complementari. Sono diverse perché l’una, la scienza, si occupa dell’oggetto, mentre l’altra del soggetto: quindi fisica e metafisica. Se il soggetto è “colui che tutto conosce e da nessuno è conosciuto” (cfr Schopenhauer), quindi un mistero, anche l’oggetto è sempre conosciuto con approssimazione; pertanto in sé stesso è a sua volta inconoscibile, infatti quello che conosciamo è un prodotto della frammentazione dell’Uno originario operata dal nostro intelletto. La realtà ci si presenta come effetto e ciò che noi riteniamo oggetti, sono i loro effetti colti nello spazio e nel tempo, secondo la legge della casualità. Per la filosofia tradizionale esiste l’Essere immutabile, fatto di infiniti mondi; la scienza, attenendosi al concreto, concepisce un solo universo: l’universo del Big Bang. Tale universo pone, e porrà sempre, il problema dell’inizio e della fine: ci sarà sempre un inizio prima dell’inizio e una fine dopo la fine. “L’universo è illimitato ma finito”( diceva Einstein ). Per la filosofia e per la scienza ogni cosa ha la sua causa e non c’è niente senza causa. La scienza, risalendo la catena delle cause, spera di arrivare a una causa prima; la filosofia tradizionale sa che una causa prima non può esserci poiché il rapporto causa effetto che si svolge nel tempo e nello spazio rispecchia la forma soggettiva del nostro intelletto, non la realtà indipendente da noi. Per noi la catena dei fenomeni non si interrompe mai, poiché inizio e fine sono solo nella nostra mente. La mente dell’uomo ribalta nell’universo la natura stessa dell’uomo, che ha inizio e fine, vive nella tensione tra un prima e un dopo, un più e un meno, un sotto e un sopra, un bello e un brutto, un buono e un cattivo, mentre al di fuori di esso non esiste né tempo né spazio e la qualità non ha senso. La filosofia tradizionale ammette invece, fin dall’antichità, l’Essere eterno, senza inizio e senza fine.

Leonardo Comple 

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