Sagan é il nuovo campione del mondo

unnamed (4)Lo slovacco conquista l’oro dopo un numero di alta classe, la nazionale azzurra scompare nel momento clou.

Il campionato del mondo iniziava in una giornata calda ma non afosa,  in cui la pioggia era  scongiurata;  sin dal km zero una fuga a otto prendeva il largo, al suo interno c’erano: Park, Tvetcov, Khripta, King, Dunne, Stevic, Alzate e Sergent.
Dopo oltre 100 km di gara il loro vantaggio era stabilizzato a 3’30” di distanza da un gruppo che procedeva regolare ai 40 km di media oraria, tirato per la maggior parte dall’Olanda.
A – 130 km dalla conclusione il vantaggio era sceso a 1’55” mentre giungeva in testa al gruppo la Germania a gestire le redini della gara, intanto dalla fuga perdeva contatto  Khripta.
In testa si alternavano uomini olandesi, tedeschi ed i belgi mentre gli italiani rimanevano nascosti.
La fuga andava progressivamente a perdere elementi, a 7 giri dal termine, con 111 km da correre il gruppo teneva ampiamente sotto controllo la testa della corsa.
A 98 km dalla fine la fuga aveva 30″ di vantaggio e veniva ben presto ripresa. In seguito ad  una caduta in gruppo, in cui rimaneva coinvolto Oss, si creava un buco in testa da cui cercavano di uscire  trenta  atleti, compreso Nibali, ma in pochi km il gruppo tornava compatto; Oss era costretto al ritiro per i postumi della caduta.
Ai – 80 km dalla fine i  belgi prendevano con prepotenza la testa della corsa,  facendo forcing sul pavé ed allungando notevolmente il gruppo, la cui testa vedeva i belgi, i tedeschi ed il polacco Kwiatowski nelle prime file.
L’azione dei belgi con Boonen a dettare un ritmo possente faceva allungare notevolmente il gruppo.
A 75 km dal traguardo Siotsu, Bolvin e Phinney prendevano il largo,  guadagnando in breve  40″ sul gruppo, da cui provavano ad uscire Bennati, Geschke, Vanmarcke e Stannard ma senza successo.
Ai – 55 alla zona rifornimento un’altra maxi caduta rallentava la coda del gruppo, mentre la fuga aveva 1′ di gap di vantaggio sul gruppo.
Ai – 45 Purito Rodriguez tentava uno scatto,  senza esito, se non quello di indurire la corsa; la Spagna si portava in testa al gruppo e forzava ulteriormente l’andatura.
L’andatura del gruppo aumentava notevolmente, Siotsu, Stannard e Bolvin a 40 km dalla fine avevano 40″ di vantaggio residuo mentre la pioggia leggera iniziava a scendere sulla strada.
A 34 km dalla fine fuga ripresa  mentre si formava un gruppetto di testa con Mollema, Stannard, Boonen, Amador, Viviani, Kwiatowski e Moreno; nelle retrovie   la Germania tirava per ricucire i 30″ di distacco, meno nella fuga vigeva una perfetta collaborazione; a 20 km dal termine la fuga aumentava a 15 unità circa, con Gilbert, Trentin, Degenkolb e Vanavermaet e  all’inizio dell’ultima tornata la campana suonava con un gruppo di testa di meno di trenta unità,  con dentro anche Nibali e Nizzolo.
Grazie al forcing di Felline il gruppo tornava compatto a 10 km dalla conclusione con tutti i big presenti mentre l’Italia al completo guidava la corsa.
Sul primo strappo in pavé la situazione esplodeva con numerosi tentativi di attacchi,  sul secondo muro Sagan staccava tutti e faceva il vuoto in discesa e mantenendo un leggero e costante vantaggio il gruppo che si organizzava in ritardo facendo si che lo slovacco potesse trionfare dopo aver portato a termine un vero e  proprio capolavoro.
Nella volata per il secondo posto Matthews batteva Navardauskas, mentre nel finale erano scomparsi gli azzurri.

Podio: 1 Sagan 2 Matthews 3 Navardauskas

di Yuri Casciato

Fonte foto: UCI

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