Rosslyn Chapel e la musica delle pietre

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A Roslin (o Rosslyn), un piccolo paese situato nelle vicinanze di Edimburgo, vi è una cappella che possiede una storia intrisa di mistero: la Rosslyn Chapel, chiamata anche Cappella di San Matteo. Persino la sua costruzione fu singolare, poiché cominciata il 21 settembre del 1446, giorno di San Matteo, si concluse esattamente 4 anni dopo, il 21 settembre del 1450.

A partire dal XVIII secolo la cappella iniziò a comparire negli itinerari turistici ma divenne famosa quando il celebre scrittore Dan Brown, ispirandosi alle antiche leggende sul Sacro Graal ed i Templari, ambientò alcune scene del suo romanzo “Il Codice da Vinci” in questa stessa chiesa, trasformandola di conseguenza in meta di pellegrinaggio per tutti gli appassionati del libro e dell’omonimo film. Molti infatti sono coloro che sostengono che il Sacro Graal sia conservato qui dentro segretamente assieme alla testa di San Giovanni Battista e addirittura il corpo di Gesù, e probabilmente l’insieme di tutte queste teorie contribuiscono a creare quell’alone di mistero che aleggia attorno alla cappella.

Uno dei misteri più singolari che troviamo in questo luogo riguarda alcune incisioni raffiguranti alimenti tipici americani quali il granturco e l’aloe, in quanto la cappella è stata costruita circa 50 anni prima della scoperta dell’America di Colombo. Leggenda vuole che un gruppo di cavalieri raggiunse il Nord America circa 100 anni prima dello stesso Colombo ed il nonno del fondatore di Rosslyn Chapel, Sir Henry St. Clair, faceva parte di quest’aggregazione. Questo forse spiegherebbe la presenza delle incisioni ma non si hanno notizie certe al riguardo.

Al suo interno inoltre troviamo sculture rappresentati martiri e santi ed alcuni simboli legati all’arte massonica, mentre sotto alle sculture vi sono stati posti i resti di William St. Clair, Robert The Bruce e di alcuni lavoratori che contribuirono alla costruzione della cappella.

Un’altra leggenda vuole che la struttura della cappella riprenda quella del tempio di Salomone poiché secondo alcuni, paragonando la pianta del tempio e quella della chiesa, emerge l’incredibile somiglianza, anche per quanto riguarda le colonne. Una di esse in particolare colpisce per la sua conformazione ed è quella che viene chiamata la “colonna dell’apprendista”: si pensa che uno studioso si recò nella cappella ispezionando la colonna con un metal detector e quest’ultimo cominciò a suonare a metà colonna, ma la richiesta dello studioso di poter fare ulteriori ricerche sperimentali su quella scultura non venne mai accettata.

Riguardo la colonna dell’apprendista un’altra leggenda vuole che il maestro non fece in tempo a realizzare una speciale colonna che Sinclair avrebbe voluto nella sua chiesa, mentre invece il suo apprendista, approfittando della temporale assenza del suo maestro andato in Italia per studiare nuove tecniche scultoree, ci riuscì dopo aver ricevuto in sogno le giuste indicazioni per poterla realizzare al meglio; quando ritornò in Scozia il maestro, invidioso di ciò, creò un’altra colonna che, sebbene sia un ottimo esemplare, non venne considerata al pari di quella dell’apprendista. Secondo alcuni poi il maestro, accecato dalla rabbia, uccise il suo apprendista.

Non tutti gli studiosi però vogliono dar credito a queste leggende; alcuni infatti sostengono come la famiglia St Clair (o Sinclair) non appoggiava i templari al punto che William St. Clair testimoniò contro di loro nel processo del 1309 tenutosi ad Edimburgo. Inoltre molte sculture risalgono ad epoche più “recenti” a partire dalla seconda metà dell 19esimo secolo e realizzate da David Bryce, che difatti era massone.

Qualunque sia la verità, la cosa certa è che essa sia diventata un luogo nel quale diversi periodi, credi e discendenze s’intrecciano tra di loro, formando un quadro davvero curioso ed interessante.

Sul soffitto invece è presente anche una strana decorazione considerata indecifrabile fino a quando una coppia di studiosi formata da padre e figlio non cercò di svelare il criptico messaggio che si cela dietro questi particolari tasselli. Tommy J. Mitchell e Stuart Mitchell confermano che questi 213 tasselli non sono altro che dei codici musicali, un vero e proprio spartito “pietrificato” nel corso dei secoli e, a conferma di ciò, all’estremità di ogni arco vi è un angelo che suona uno strumento musicale sempre diverso.

Così, dopo 27 anni di continui studi e ricerche, sono riusciti a rivelare le progressioni melodiche ed armoniche dei cosiddetti “cubi musicali”. In questi cubi sono stati trovati simboli geometrici che a loro volta sono stati associati a delle diverse tonalità: tale meccanismo viene chiamato dai due ricercatori “musica congelata”, in quanto la musica è stata congelata con il tempo dal simbolismo e secondo loro era solo una questione di tempo prima che il simbolismo iniziasse a “scongelarsi” ed a rivelarsi per quello che effettivamente era, una rappresentazione di una singolare partitura musicale.

“The Rosslyn Motet”

Stuart Mitchell ha affermato in un’intervista che le melodie avrebbero potuto essere nascoste perché la conoscenza delle armoniche poteva essere vista come pericolosa, persino eretica, dalle autorità ecclesiali del XV secolo.

La melodia che ne viene fuori viene considerata una melodia celtica. I Mitchells hanno aggiunto a tale musica delle parole di un inno contemporaneo ed hanno chiamato la composizione The Rosslyn Motet: il concerto in prima mondiale è avvenuto il 18 maggio del 2007 all’interno della cappella, attualmente è disponibile su CD.

Foto di copertina di Sabine Perry: it.wikipedia.org

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