Rome is my Runway arriva alla quarta edizione

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Dopo la presentazione phygital dello scorso settembre, dai Giardini di Palazzo Brancaccio, Rome is my Runway arriva alla quarta edizione, rispettando la realtà della kermesse completamente digitale. Il format collettivo, promosso da Altaroma, con cadenza giornaliera porta dodici designer in passerella, confermando la vocazione della caparbia società di Silvia Venturini Fendi, promotrice e sostenitrice di talenti di nuova generazione. 

Dal 18 al 20 febbraio, dagli studi di Cinecittà, in live streaming sulla piattaforma Digital Runway, i brand selezionati presentano le collezioni Autunno/Inverno 2021-22 , tranne Eticlò, la casa di moda sostenibile in calendario con la PE 21. 

In ordine cronologico: gli appuntamenti più rilevanti dalle ultime collezioni 

La Pop art di Chiara Perrot

Con una linea ispirata alla Pop art, Chiara Perrot fa da apripista al format collettivo, fornendo una personale traduzione del movimento artistico di metà Novecento. Le note glaciali ed elettroniche di What else is there? dei norvegesi Röyksopp raffreddano l’ironia, sottobosco di una presentazione divulgatrice di femminilità e ribellione. Esiste una vocazione scenica nelle costruzioni della Perrot, grazie ai marcati cromatismi e ai dettagli che ricordano le maschere della commedia teatrale.

I colori primari irrobustiscono le grafie realizzate a mano dalla stilista che, su caldi maxi pull in mohair, ci mette letteralmente la faccia, fiaccata in primo piano e sottosopra dalla tempesta che stiamo vivendo. Da pencil skirt audaci a leggings brillanti in lurex, passando per i mini dress in lana, la donna di Chiara Perrot punta sulle gambe, strumento seduttivo per eccellenza dimenticato da mesi in lockdown e vite a mezzo busto su Zoom. Malgrado il denim e la felpa, tessuti funzionali tipici del casual, il desiderio di rompere le regole governa la passerella, dove l’atmosfera è sediziosa e sensuale.

E il pensiero della stilista partenopea si traveste di labile ironia e ottimismo augurandosi di “veder fiorire il brand nel migliore dei modi, e per citare Leibniz o Voltaire: nel migliore dei mondi possibili”.

Chiara Perrot – Sartoria74

Sartoria74 presenta Future

Con How low can you go, la scioltezza di Laura Pergolizzi (meglio conosciuta con l’acronimo Lp) aiuta a diluire il rigore delle costruzioni sartoriali di Francesca Ciccarelli. Sartoria74 è il nome del brand che prima di tutto resta una bottega artigianale, in cui la designer napoletana confeziona abiti su misura, con la capacità di scolpire l’idea di smoking ovunque – anche su un abito vaporoso in stile rockabilly.

Arrivata alla quinta collezione, per l’Autunno/Inverno 2021-22, la Ciccarelli presenta Future: una parata vivace e disinvolta che ricalca il suo pensiero ottimista, con l’immagine di una donna raffinata che si abbiglia per le feste e per non lasciarsi sfuggire grandi opportunità. Il maxi e vertiginoso blazer dress, capo feticcio del marchio, è in versione gessata e apre la passerella con grinta.

A seguire le versioni in pelle e in denim del classico smoking con revers lucide e a contrasto. Un’androginia spezzata dagli abiti con gonne a ruota che grazie a sfarzosi diametri e a cromie check ispirate ai lavori di Mondrian, traghettano in un’epoca in cui ogni pessimismo è necessariamente bandito.

Le infinite possibilità di Francesca Marchisio

Francesca Marchisio torna nel format Rome is my Runway, portando alla riflessione n°3 il suo cervellotico savoir-faire. Dietro il tema #weareallinfinite, scelto dalla designer reggiana con l’obiettivo di esplorare le nostre identità insieme a tutte le possibilità che pervadono la vita quotidiana, la moda diventa sperimentazione, scoperta, racconto.

La Marchisio, infatti, di tutte le traiettorie preferisce spesso la circolarità, intesa come richiamo degli elementi tra loro e come guida per una produzione sempre più sostenibile. I capispalla hanno il carattere dinamico tipico dell’athleisure, e sono tutti reversibili in double di lana con dettagli riciclati da scarti di varie collezioni. Nonostante la palette dai toni urbani e naturali, la linea è sbarazzina, grazie ai getti misurati di blu, rosso e giallo, e ai motivi a cerchio realizzati in collaborazione con Nicoletta Piatti.

L’eco-patch circolare richiama il camouflage su mini abiti-grembiule, mentre tono su tono ammorbidisce le bordature con un tocco di brio. Un approccio allegro ed esuberante per mostrare che gli abiti della Marchisio, assemblati da materie e colori diversi, sono prima di tutto collegamento. Pezzi di storia che raccontano di noi e testimoniano i valori degli artigiani che hanno contribuito a modellarli. 

Spendthrift Eticlò

Per Spendthrift: “Piccole cose accadono ogni giorno”

Alle spalle di Spendthrift ci sono Federico Cancelli e Marco Cuccagna, due giovani che nel 2013 partono da una tela bianca per mettersi alla prova con un progetto personale. La parola Spendthrift tradotta dall’inglese significa “spendaccione”, quasi un ossimoro considerando i tempi che corrono e il Dna del marchio; incardinato su uno stile normocore che dà l’idea di una personalità che può essere tutto, tranne che uno scombinato sprecone.

Ma alla fine è nel nome che si nasconde la vera essenza del brand, con l’invito a schivare una vita che è solo taccagna in sperati tentativi e pazze possibilità. Dietro l’aspetto finto normale, l’uomo di Cancelli e Cuccagna nasconde un sottobosco di attrazioni che non è del tutto interessato a urlare al mondo. Urbano e contemporaneo, prova a moderare i toni con colori caldi e naturali e con i simbolismi classici dell’arte.

Combina così un pantalone cargo a costine con camicie logate su t-sthirt in cotone, o sotto felpe over dall’aria sediziosa. I riferimenti all’arte invece sono profilati con il volto di Apollo su maxi pull a lupetto in verde acquamarina, e si alternano al lettering a contrasto che ricopre cardigan in jacquard, incarnando il desiderio di vivere osando ed esuberando.

Tra etica ed estetica: il mood vacanziero di Eticlò 

Eticlò, brand emergente sito in quel di Bologna, porta un gradevole mood vacanziero sulla passerella di Roma Fashion Week. Ethical Utility volge lo sguardo direttamente all’estate con spirito cosmopolita e design contemporaneo.

Le dune del deserto e le note suadenti di Peur des filles dei francesi L’imperatrice, collaborano al packaging di una moda che vuole essere bella, ma solo in maniera etica; senza fronzoli e senza eccessi per donne che fanno scelte pensando che non esiste un pianeta B. “Eticlò nasce dall’analisi di un dato che non può lasciare indifferenti: l’industria tessile è la seconda più inquinante al mondo” afferma Desirée Madonna, fondatrice del brand nel 2018. 

La Primavera/Estate 21 nasce da fibre biologiche e prende colore da tinture che non hanno ingredienti chimici e inquinanti. La palette è polverosa e delicata e decolora le silhouette seguendo la morbidezza delle linee che tra androginia e femminilità hanno dimensioni over e avvolgenti. Libertà di movimento, leggerezza ed evasione ondeggiano tra un modello e l’altro, catturando lo spirito villeggiante di una collezione estiva, consapevole e impegnata tutto l’anno a riscrivere il domani.

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