Roma, la grande vergogna: fondi dimezzati ai malati di SLA

La famiglia Ponti

Mentre continua a essere grande il clamore rispetto al fortino dei vitalizi degli ex parlamentari pronto a essere smantellato, situazioni di disagio davvero gravi, vengono subite dai malati di SLA per decisione del Comune di Roma.

Secondo Viva la Vita Onlus, l’Associazione di familiari e malati di sclerosi laterale amiotrofica, quest’ultimo avrebbe dimezzato il versamento per retribuire le badanti , e dato luogo a mesi e mesi di scoperto con assistenti formati e assunti, i cui onorari devono ancora essere corrisposti. Così se gli affetti da SLA percepivano prima da 800 a 1200 euro al mese, in funzione delle condizioni cliniche e socio-assistenziali, il comune capitolino a oggi ha pensato bene di sperimentare per un anno, sulla pelle altrui si intende, un minimo di sole 800 euro a badante.

A farne le spese persone come Roberto Ponti, 62 anni, malato di SLA dal 2012, immobile e in respirazione meccanica invasiva, con due figli, una moglie e una badante specializzata che lo assiste grazie al precedente fondo dedicato alla SLA che ammontava a 1700 euro mensili. Il VII Municipio di Roma aveva garantito alla famiglia che avrebbe integrato il contributo, e invece anche lo scherno di vedersi richiedere forzatamente un’assicurazione sulla casa per poter ricevere un sostegno dimezzato.

Dice Patrizia la moglie del Sig. Ponti che, proprio grazie all’aiuto della badante, può continuare a lavorare portando a casa l’unico stipendio della famiglia: «perderemo sicuramente la badante, perché un lavoro così delicato e impegnativo non può essere sottopagato ed io non sono in grado di retribuirla secondo quanto le spetterebbe».

A battersi per i diritti dei malati di SLA, Viva la Vita Onlus, e il suo presidente onorario Erminia Manfredi, che denuncia l’assoluto silenzio in merito alla questione, per la quale ha richiesto più volte un incontro con l’assessore capitolino Laura Baldassarre, senza ottenere alcun riscontro. La stessa ha solo dichiarato una serie di frasi che non rispondono alle reali esigenze di chi vive già un calvario, senza l’aggravante del passaggio dal precedente al nuovo fondo dedicato alla SLA, che ha di fatto peggiorato le condizioni di vita di persone come Roberto Ponti.

Dichiara infatti La Baldassarre: «mettiamo al centro la persona tramite un piano assistenziale individuale e personalizzato»: E aggiunge«Si tratta di un approccio che risponde pienamente ai nuovi bisogni assistenziali nell’ottica di una sempre più forte integrazione sociosanitaria». Ora immaginando d’interpretare il pensiero dell’opinione pubblica viene spontaneo pensare «fortuna che mettono al centro la persona» e riguardo l’integrazione sociosanitaria, i romani e gli italiani tutti, che vivono personalmente condizioni simili, si chiedono quale sia l’applicazione di questa integrazione e quindi gli esiti, finora sconosciuti al pari di una malattia rara.

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