Roma. Iniziativa per il rispetto ambientale nel Parco di via Pineta Sacchetti

imageIn una Roma assediata dai cortei politici sempre più faziosi, si è distinta l’iniziativa “verde”, all’insegna del rispetto ambientale e della cooperazione sinergica di varie associazioni, organizzata presso il Parco Regionale Urbano del Pineto in via Pineta Sacchetti dalla Rete del Pineto.

Alle ore 11, armati di rastrelli, guanti e sacchi di plastica, scout, famiglie e volontari delle associazioni, che da anni si battono per la salvaguardia del parco, hanno dato inizio ai lavori di “bonifica”, raccogliendo nel giro di un paio di ore, decine e decine di rifiuti abbandonati nel polmone romano.
Alle 14, gli operatori ecologici dell’Ama hanno provveduto a sgomberare l’area, lasciando a terra solo 4 video poker, successivamente rimossi, ma a suggellare la faticosa giornata è stata la firma del protocollo d’intesa tra Ente Roma Natura, Municipio XIII, XIV e le Associazioni della Rete del Pineto, grazie alla quale si è dato formalmente inizio alla collaborazione attiva tra cittadini e istituzioni per la difesa dei beni comuni e dell’ambiente.
A seguire, la testimonianza di alcuni dei principali attori della giornata a partire dalla Consigliera del XIII Municipio Caterina Monticone (Pd), rigorosamente attrezzata per la raccolta indiscriminata della spazzatura.

Consigliera cosa può dirci in merito all’iniziativa odierna? Da chi è stata voluta e quali sono gli obiettivi della Rete del Pineto?

“La Rete del Pineto nasce dall’iniziativa di alcune associazioni di volontariato, particolarmente sensibili all’ambiente, tra cui Scout Roma 138, 128, 122; Associazione volontari decoro XIII; Associazione Detake e soprattutto la storica Associazione Pineto.
Queste associazioni sono entrate in contatto con le istituzioni, in particolare con l’assessore Ivan Errani del XIV Municipio, perché come territorio il Pineto appartiene al XIV, anche se l’utenza è composta prevalentemente da cittadini del XIII.
Hanno partecipato l’assessore all’ambiente del XIV e del XIII, vari consiglieri, sia della maggioranza sia dell’opposizione, cittadini e altre associazioni e infine Roma Natura, perché formalmente il parco è affidato a questo ente che fa parte della regione.
La Rete del Pineto ha cominciato a prendere corpo attraverso una serie di riunioni in cui si sono cercati di individuare i bisogni primari, quali ad esempio il recupero del decoro, pulizia ed il ripristino di alcune regole che vengono puntualmente violate. Ci sono infatti insediamenti abusivi ed il parco è utilizzato in maniera “poco consona” per fare feste notturne. Tra le varie voci che circolano, preoccupante quella dello spaccio di stupefacenti e della prostituzione, in particolare maschile, ma si tratta di voci chi e circolano e non abbiamo prove concrete. Tutte queste associazioni , unitamente alle istituzioni, hanno deciso di elaborare un piano perché il parco venga popolato normalmente dai cittadini ed ha chiesto la collaborazione delle associazioni per effettuare delle pulizie periodiche. La pulizia formalmente è affidata al servizio giardini del Comune di Roma, invece Roma Natura e la Regione offrono la presenza dei guardaparchi.Le risorse umane sono tuttavia insufficienti e hanno soprattutto un tale numero di parchi cui prestare servizi analoghi, per cui chiaramente non è facile presidiarli tutti e bene”.

In passato il Parco era presidiato sia da guardie forestali sia da Carabinieri a cavallo. Il servizio è ancora attivo?

E’ stata una presenza discontinua. Ne abbiamo discusso, ma la militarizzazione del parco non è la soluzione preferibile. Se sono presenti di tanto in tanto, va bene, ma il parco dovrebbe essere vissuto quotidianamente in maniera diversa. Il primo atto che verrà realizzato è la firma di un protocollo d’intesa fra Roma Natura, Municipio XIII, XIV e associazioni di volontariato. Questo protocollo prevede una serie di prescrizioni e indicazioni che verranno messe in atto nei prossimi mesi, sia con la realizzazione di queste iniziative, sia per la gestione ordinaria del parco. La firma avverrà alle 15 e da lì si comincerà a calendarizzare un programma di interventi.

La parola passa poi alla professoressa Anna Criscuolo dell’Associazione “il Pineto” , associazione ovviamente a tutela dell’ambiente.

Professoressa, l’Associazione cui le presta servizio volontario, da anni opera strenuamente per la tutela del Parco, in passato a rischio “cementificazione”. Chi siete e come vedete il futuro vostro e di questo patrimonio verde?

E’ l’Associazione “il Pineto” è la più antica del Parco. Opera da ben 43 anni, da quando il parco è stato strappato all’edilizia grazie all’intervento dei cittadini.Vi faccio parte da oltre 25 anni. Ho iniziato come insegnante, portando i bambini in visita guidata, poi ne sono rimasta piacevolmente imbrigliata.
Per noi “vecchi,” si tratta dell’ennesimo accordo, l’ennesima firma di protocollo. Cambiano infatti le figure e i partiti, per cui ogni volta si ricomincia. Oggi abbiano accolto l’ennesima occasione e ci siamo uniti alla rete del Pinteto, lanciata dagli Scout insieme ad altre associazioni e siamo contenti di vedere nuove figure istituzionale che sembrano prendere a cuore la situazione e voler proteggere il parco, che attualmente è terra di nessuno. Da insegnate, il mio rammarico è che spesso a livello scolastico non c’è molta sensibilità sulle questioni ambientali. Adesso aspettiamo la firma del protocollo di Roma Natura. image

Ci parli dunque di questa splendida iniziativa, che ha visto cittadini, associazioni, volontari e istituzioni, coinvolte nella raccolta dei rifiuti all’interno del parco.

Dopo le prime riunioni della rete, abbiamo deciso di lanciare una giornata di pulizia straordinaria.
Per l’occasione è stata aggiunta la firma del protocollo tra gli enti, in primis con l’ente regionale Roma Natura, che è l’ente preposto alla gestione dei parchi, oltre a due municipi per la prima volta insieme ( XIII e XIV). C’è stata un discreta affluenza di giovani e intere famiglie. Ultimamente i cittadini si sono allontanati perché il parco non è sicuro. Noi conosciamo solo la parte della pineta fruibile socialmente, quella adiacente alla strada principale, ma la parte più bella è quella interna. Ci sono 250 ettari di terreno. C’è molto da fare per migliorare e progettare. Stiamo anche cercando di ristabilire un contatto con la biblioteca, che è stata voluta da noi Associazione Pineto.
Quando fu inaugurato il casale Giannotto, per bocca dell’allora sindaco Veltroni, avrebbe sperimentato con noi una gestione partecipata, ma purtroppo non eravamo in grado di gestire un bene così importante, per cui decidemmo di realizzare una biblioteca a indirizzo ambientale, però negli anni, non coincidendo le esigenze dei lavoratori del Comune di Roma, con quelli dei volontari, pian pianino siamo stati lasciati fuori. Oggi non abbiamo uno spazio, a parte la casetta del parco data 30 anni fa dal Comune di Roma in attesa del casale, e adesso pensiamo di riaprire e creare uno spazio per organizzarci al meglio.

Anche Celso Coppola, membro del Consiglio Nazionale S.E.A.C ( Coordinamento enti e associazioni di volontariato penitenziario) e storico membro de“il Pineto” aggiunge informazioni utili per meglio comprendere gli obiettivi dell’associazione. Lo fa con un tocco di saggezza matura che sembra fluire magneticamente dagli occhi cerulei di un uomo che ha trascorso la vita

Cosa si può fare concretamente per la salvaguardia, il recupero e soprattutto per dare al parco una nuova vita, attraverso magari iniziative sociali volte alla sua valorizzazione?

Potrei parlare per ore. Oggi è una bella giornata, questo è già positivo. Abbiamo raccolto diversi sacchi di spazzatura che l’Ama ha portato via con una precisione svizzera. Quindi siamo di fatto contenti.
Il parco ha bisogno di tante cose, prima di tutti del restauro del Casale, che ha una superficie di 900 metri quadrati ( più grande della Biblioteca che ne conta 700). E’ tutto bloccato perché né Roma Natura, né il Comune hanno risorse economiche da investire.
La biblioteca è stata restaurata grazie al nostro lavoro di 20 anni, però col tempo ci è stata tolta quella parte di gestione che avevamo chiesto. Se la Biblioteca è una struttura più di “rappresentanza”, l’altro casale è più importante perché potrebbe essere adibito all’accoglienza della cittadinanza.

Come potrebbe essere utilizzato? Avete in mente iniziative particolari?

Al suo interno si trova una sala grandissima, nella quale ad esempio si potrebbero proiettare film, fare teatro, piuttosto che tenere riunioni o assemblee. Per la sua “modestia”, sarebbe inoltre il punto più adatto all’accoglienza: un punto di aggregazione sociale, insomma. In biblioteca chiedono ad esempio la firma per entrare. Qui, si potrebbero fornire informazioni sulla natura, sul parco, sui siti archeologici ed altro. image

Pensate alla possibilità di un investitore privato o la escludete a priori?

L’idea è quella di fare un bando ed assegnare una fetta (massimo 200 metri) ad un privato, che si occupi del restauro, manutenzione e gestione. Al suo interno si potrebbe creare un bar, un ristorante e rientrare delle spese. Avete avuto risposte da parte delle Istituzioni in tal senso? Penso alle conferenze sull’urbanistica, organizzate dai Municipi, in cui si è deciso appunto di lavorare sul ripristino e riassegnazione di beni dismessi.

Nessuna. Se n’è parlato nei tavoli, ma sostanzialmente bisogna trovare i soldi.

Potrebbe indicarci orientativamente il budget necessario per il restauro e la messa in sicurezza del casale?

Circa 20 mila euro. Il privato, come dicevo , potrebbe prendere una parte del casale, l’altra andrebbe alle associazioni. Certo bisognerebbe poi siglare un protocollo d’intesa molto serio, però questa potrebbe essere una soluzione. Se aspettiamo che il Comune finanzi l’impresa, non arriviamo a nulla.
Poi ci sono altri problemi, quali ad esempio la sorveglianza, la tutela e la valorizzazione del Parco. A livello archeologico e naturalistico, il Parco è un tesoro. All’inizio, in Via Ventura, c’è una collinetta e vi passa l’acquedotto Paolo.

Ultimo ad intervenire è Franco Quaranta del gruppo “ Volontari Decoro XIII”. image

A questo punto, ci parli anche lei del gruppo: tra risultati e obiettivi a medio raggio.

Si tratta di un gruppo spontaneo di cittadini costituito nel tempo, interessato al decoro del quartiere e del Pineto. Da anni organizziamo iniziative come questa, che abbiamo soprannominato “Decoro Day”. Nella prima fase abbiamo collaborato con l’ex presidente Giannini per la pulizia e decoro.
C’è da dire inoltre che il parco ha grossi problemi di sicurezza, in quanto non ha recinzioni e da sempre è teatro di spaccio, aggressioni, rapine, violenze, prostituzione. Abbiamo iniziato 5/6 anni fa, staccando cartelli abusivi, raccogliendo rifiuti, insomma cercando di dare un aspetto migliore al quartiere dove viviamo. Successivamente ci siamo aggregati ad altre realtà, collaborando prima con la consiliatura Giannini, ora con la giunta Mancinelli e siamo riusciti a coagulare intorno al progetto una serie di altri gruppi e associazioni, tra cui Scout, l’Associazione Pineto, che si batte da oltre 40 anni, oltre ad altre realtà presenti oggi per firmare questa convenzione, che ha come obiettivo quello di supportare le istituzioni nella pulizia e monitoraggio del parco, per una fruizione più corretta dello spazio.
Purtroppo negli ultimi anni, viste le condizioni di insicurezza in cui versa il parco, molte persone si sono allontanate e le iniziative, tra cui i cineforum e le corse campestri, sono scomparse.
Ebbene, come una goccia che scava nella pietra, siamo finalmente arrivati a questa convenzione, nella quale ci impegniamo a garantire un turno di pulizia settimanale aggiuntivo a quello che dovrebbero garantire i due nuclei del servizio giardini, che intervengono il martedì e giovedì. Coinvolgeremo anche le comunità filippine, equadoregne e peruviane che nel periodo primaverile ed estivo organizzano grosse feste, creando problemi, a causa delle quantità ingenti di rifiuti abbandonati .

Ad occhio, sembra che i secchi per raccolta siano pochi. Anche questo incide sulla già scarsa educazione ambientale e lo scarso senso civico dei cittadini. Avete previsto di aggiungerne altri?

E’ vero, ci sono pochi secchi, ma da pochi giorni sono raddoppiati grazie all’intervento dell’Assessore all’ambiente del XIV Ivan Errani. Da sei siamo passati a tredici e li abbiamo collocati nei punti più strategici. Tra i nostri propositi, c’è quello di monitorare attivamente il parco, invitando gli utenti alla correttezza ambientale e al rispetto delle norme. Attraverso “Cittadinanza attiva Aurelia” abbiamo inoltre realizzato dei cartelli che verranno affissi nel parco. Roma Natura poi metterà dei cartelli metallici ricordando le prescrizioni ed i divieti. C’è altresì un progetto per istituire un’area cani e potenziare l’area giochi per bambini.

Le Istituzioni oggi intervengono in maniera adeguata, in merito al rispetto di tali normative?

Noi le stiamo pungolando e la loro presenza oggi e alle nostre riunioni è indicativa. I guardaparchi sporadicamente intervengono perché sono 32 per 16 mila ettari di parchi. Ci sono accampamenti abusivi, si accendono fuochi, si buttano rifiuti e oggi abbiamo trovato 4 video poker abbandonati, dunque qualcuno è entrato anche con mezzi articolati. image

Come accennato, la giornata si è conclusa con la firma del protocollo d’intesa tra le varie parti, siglata alle ore 15,00 all’interno della Biblioteca Comunale “Casa del Parco”.

FIRMA DEL PROTOCOLLO

Oltre a Franco Quaranta, al tavolo della biblioteca, intervengono altri esponenti delle istituzioni.

Massimiliano Pasqualini, assessore all’ambiente e decoro del XIII.

“Nostra è la competenza della zona del parcheggio di via Albergotti, punto d’accesso al Parco. Stiamo analizzando per verificare la fattibilità di una gestione del parcheggio, che attualmente ci crea problemi soprattutto nelle ore notturne. Stiamo lavorando per capire come poter risolvere la situazione del quadrante: parcheggio, Auditorium, parco, per garantire massima sicurezza.”

Ivan Errani Assessore all’ambiente del XIV.
Dopo i ringraziamenti , Errani afferma “ era necessario arrivare ad un accordo tra la cittadinanza e chi gestisce il pineto”. “ Oggi c’erano tante persone, viviamo in un mondo di monadi, di deresponsabilizzazione e bisogna recuperare questo senso civico. E’ fondamentale per i cittadini. Chiunque si è occupato del parco , da 40 anni a questa parte, deve essere contento dell’accordo che recupera quello che era stato già fatto anni fa da altre associazioni in passato. Non ci stiamo inventando nulla, stiamo dando nuova linfa ad un’attività di raccordo tra Roma Natura, istituzioni e cittadini che negli anni si erano si erano battuti per questo e che oggi andiamo a rinnovare con il protocollo d’intesa. Voglio ringraziare Roma Natura, che ha accolto la grande sfida che i cittadini pongono all’Amministrazione pubblica e all’Ente parco rispetto a quello che è un bene di Roma Natura, ma che si riesce a proteggere bene solo se si collabora attivamente. Ringrazio inoltre la politica che si è messa dietro le quinte, senza bandiere e ha cercato di raccogliere più persone possibile”.

A conclusione, Maurizio Guibiotti, commissario di Roma Natura.

image“La soddisfazione è forte per la giornata di oggi, perché si è riusciti concretizzare una cosa che restituisce la verità a questo parco, voluto prima di qualsiasi altro parco di Roma Natura e addirittura nato prima di Roma Natura.
E’ uno di quei casi in cui le persone hanno lottato in maniera forte perchè venisse sottratto all’edificazione e diventasse parco. Nei decenni le fortune del territorio sono state alterne, però oggi possiamo riconsegnare un pò di nuova vitalità e anche un rapporto diverso fra persone delle associazioni e istituzioni. E’ motivo di soddisfazione per me in quanto commissario, perché ho trovato l’Ente parco della regione Lazio in una situazione di difficoltà e invece il progetto mette in pratica quello che credo debba essere naturale, ovvero che Roma Natura sia più capace di essere sul territorio. Sembra paradossale, ma è così. In questi anni, il rapporto si era perso, come Ente ci eravamo rinchiusi e non solo noi.
La crisi ha tolto risorse, così mentre i parchi nazionali ottengono risorse economiche sufficienti, nella regione Lazio la crisi ha voluto dire far scomparire anche i bilanci di realtà come le nostre. Contemporaneamente le persone si sono disaffezionate, allontanate, per cui questo evento di oggi, è una cosa molto importante, grazie soprattutto all’ufficialità data dal farlo in un luogo come questo, la biblioteca , che è una possibile soluzione a servizio del parco.
La firma di oggi deve dare inizio ad un percorso per gestire insieme queste cose. E’ necessaria per una gestione più corretta, vera e partecipata e speriamo che si proponga negli altri parchi.
Ricordiamo che questo è un parco che ha un suo piano d’assetto, che tutti hanno. Almeno la metà dei parchi di Roma Natura non ne è provvisto e ciò impedisce di stabilire le cose da autorizzare e non. Anche qui ovviamente bisogna recuperare i ritardi. Alcune situazioni non sono ancora chiarissime e dobbiamo affinarle meglio con tempo. Questo vuole essere solo l’inizio di un percorso”.

di Simona Mazza

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