«La gente invecchia con il tempo. Ma effettivamente per te il tempo è un concetto diverso. Per te, il tempo è infinito»: vogliamo ricordarlo così Robin Williams, con una frase del celebre film L’uomo bicentenario (1999). E lo vogliamo ricordare perché oggi, 21 luglio, avrebbe compiuto 65 anni se l’11 agosto 2014, a Paradise Cay (California) non avesse deciso di levarsi la vita a causa di una brutta depressione. Ma immaginare un uomo così colpito da una malattia che non conosce sorrisi non è opinabile. Perciò oggi lo vogliamo ricordare come il Robin che ha interpretato Peter Pan nel film Hook-Capitan uncino (1991), che, seppur trascorsi 25 anni, ad oggi fa ancora emozionare giovani e bambini.
Io avevo paura, non volevo crescere… (Hook, 1991)
Nasce nel lontano 1951 nel Michigan e da bambino si dedica completamente agli studi e allo sport, tanto che nel 1967 si traferisce con la famiglia in California per studiare presso la facoltà di Scienze politiche. Ma è proprio in quegli anni di studio nel sud della West Cost, che il giovane Robin scopre una innata passione -e dobbiamo dire, col senno del poi- una innata bravura– per il cinema e il teatro, tanto che abbandonò gli studi socio-politici per iscriversi alla prestigiosa Juilliard School di New York. Nel 1977 otterrà, grazie a Gary Marshall (ricordiamo, purtroppo la sua scomparsa, il 19 luglio scorso),
il ruolo di Mork nella seguitissima e popolare serie televisiva Mork e Mindy. Grazie al ruolo dell’alieno umanoide nella situation commedy di Marshall, Robin diventa, sul finire di quegli anni il protagonista di innumerevoli stand-up comedy, ottenendo un prestigio internazionale non indifferente. Il debutto sul il grande schermo arriverà solo nel 1980 quando incarnerà Popeye nel film di Robert Altman. Da quel momento dalla collina di Hollywood si spiana la strada per l’ascesa di uno dei più poliedrici attori del panorama americano e internazionale: uno dei suoi primi successi arriva con il film Good Morning, Vietnam (1987) del regista Barry Levinson.
Ed proprio grazie a questa sua personificazione perfetta che riceverà la sua prima nomination agli Oscar, oltre alla vincita di un Golden Globe.
Nell’89 però, grazie al ruolo principale nella pellicola di Peter Weir L’attimo fuggente, divenne una celebrità planetaria e un modello di attore -influenzando milioni di giovani- da far venire la pelle d’oca per l’emozione.
Per tutti la vita è un ritorno a casa.. (Pach Adams, 1998)
Forse dovremmo scrivere un’enciclopedia per citare e menzionare tutti i film-capolavori di questo attore, andatosene troppo presto; ma, preferibilmente vorremmo, solo lasciare questo foglio bianco al ricordo. Quindi, eviteremo gli abituali riassunti dell’intera vita di un (l’)uomo bicentenario (1999) e ci limiteremo a citare alcune delle più belle frasi nate dalle sue più grandi rappresentazioni.
«Fra un minuto non saprò più chi sei e tu non saprai più chi sono io. Ma saremo insieme. Come deve essere. La gente buona finisce all’inferno, perchè non è capace di perdonarsi. Io so di non riuscirci, ma riesco a perdonare te» Al di là dei sogni (1998);
«Si mette male la missione, scimmie rallentano la spedizione» Jumanji (1995)
«Avrai dei momenti difficili, ma ti faranno apprezzare le cose belle alle quali non prestavi attenzione» Will Hunting-Genio ribelle (1997)
«Le tette finte sono come i nazisti: non ridono, non danzano. Sono sempre solo dure e sull’attenti» Mrs Doubtfire (1993)
Carpe diem. Seize the day, boys. Make your lives extraordinary (L’attimo fuggente, 1989)
Portiamo a termine così il nostro regalo di compleanno per colui il quale è riuscito a condizionare un’intera epoca, cinematografica e generazionale, con il rimorso e il rimpianto che i figli e i figli dei nostri figli non potranno toccare con mano la grandezza di un attore di tale portata.
Grazie.
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