Regionali in Umbria, la prima volta del centrodestra

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Regionali in Umbria. Batosta per l’alleanza governativa in questo nuovo atto della campagna elettorale permanente del nostro paese. Per la prima volta da quando si svolgono le elezioni regionali, alla Presidenza delle regione salirà la leghista Donatella Tesei. La coalizione che la sorreggeva, infatti ha ottenuto la maggioranza assoluta dei votanti con il 57,5%. Il candidato “civico” Vincenzo Bianconi, sorretto dai partiti dell’alleanza di governo, invece, si è fermato al 37,5%.

Ad una candidatura “civica” si era giunti su proposta del Partito Democratico, che esprimeva la Presidente uscente Catiuscia Marini. Essa era dettata da una duplice esigenza. Primo: sconfiggere il centro-destra, che i sondaggi davano di gran lunga in vantaggio. Secondo: rafforzare e dare un più ampio respiro temporale all’attuale alleanza governativa. Superando la logica tripolare csx-cdx-M5S.

In realtà il PD avrebbe voluto attrarre il M5S nell’area di centro-sinistra. Il M5S, invece, ha accettato solo a patto di “civicizzare” la coalizione. Il risultato è stato controproducente perché addirittura peggiore di quello indicato dai sondaggi pre-elettorali.

Regionali in Umbria, i risultati dei singoli partiti

Nello specifico dei risultati dei singoli partiti alle Regionali in Umbria, la Lega si rafforza. In tal modo dimostra di essere uscita dalla crisi conseguente alla sua estromissione dal governo dell’agosto scorso. Il partito di Salvini, infatti raggiunge il 37% dei voti. Si rafforza notevolmente Fratelli d’Italia che tocca il 10,4%. Assolutamente negativo il risultato di Forza Italia (5,5), a un passo dalla scomparsa. Un altro 6% è giunto al centro-destra sommando due liste civiche pro-Tesei. A una civica di centro-destra non compresa nella coalizione è andato il 2,3%.

Sull’altro fronte, regge il Partito Democratico con il 22,3%. Un dato in linea con quanto è attualmente dato a livello nazionale anche se notevolmente inferiore a quello regionale di 5 anni fa (35,7%). Va però detto che il 2015 oggi in Italia, sul piano politico, appartiene alla preistoria. Crollo assoluto del M5S, cioè del partito che attualmente esprime la maggioranza relativa in Parlamento. Il 7,4% ottenuto dai “Cinque Stelle” è infatti esattamente la metà del risultato delle europee di soli cinque mesi fa che per loro erano già state un tracollo. Una lista civica pro-Bianconi ha ottenuto il 4% mentre altre liste di sinistra della coalizione civica il 3% complessivo.

Come sempre, in Italia, la vittoria ha tanti padri ma difficilmente esce fuori il responsabile della sconfitta. Sicuramente, è stato bocciato il “sogno” di una stabile coalizione tra PD e M5S in grado di andare oltre la contingenza di una crisi governativa. Il risultato del partito di Di Maio, tuttavia, è stato troppo negativo per non dare la colpa al “capo politico” del M5S. E’, tra l’altro, un’emorragia di voti che va avanti da molti mesi e che sembra senza fine. La sensazione che Di Maio abbia scelto una linea politica troppo simile a quella della Lega è forte. Probabilmente per questo l’elettore, anziché votare per l’imitazione di Salvini, preferisce votare direttamente per l’originale.

Fonte foto: IlSussidiario.net

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