Quell’eterno mito dell’impero Romano

Questa estate ho avuto il piacere di trascorrere qualche giorno di vacanza in una cittadina ungherese molto ospitale, al confine con l’Austria. Incuriosito e un pò sorpreso da un evento che stavano festeggiando, il “Savaria Történelmi Karnevál”, ho voluto approfondire  la storia di quel luogo. Fu l’imperatore Claudio a fondare nel 43 d.C. la Colonia Claudia Savariensum nel Limes Romano antico. Era più comunemente denominata Savaria o Sabaria e da fiorente centro dell’Alta Pannonia divenne in seguito una provincia Imperiale. Il “Mito dell’antica Roma” è ancora oggi molto sentito a Szombathely attuale nome dell’antica città magiara.

La ricorrenza che ricorda i fasti dell’impero è una festa che coinvolge,  nel mese di agosto, tutti i cittadini del luogo e delle zone limitrofe. Si svolge nelle vie centrali dove vengono allestiti spettacoli ed esibizioni teatrali. Molto suggestiva è la sfilata in costume che rievoca la storia antica della città: da sede imperiale a centro di propagazione del Cristianesimo (vi nacque S. Martino di Tours nel 316 d. C.) fino alla conquista da parte degli Unni di Attila. La storia medievale di Savaria, si complica dopo varie vicissitudini naturali (terremoto del 458) e storiche invasioni (più o meno catastrofiche da parte di popoli barbari).  Sul finire del Medio Evo i Mongoli la distrussero quasi completamente. Una lenta ricostruzione le restituì un certo grado di rango.

La storia moderna non fu meno travagliata. La sua posizione geografica la vide al centro di questioni belliche tra le truppe Ottomane e l’esercito degli Asburgo. Una pestilenza e un gravissimo incendio decimarono la popolazione che, in seguito, fu rinnovata da gruppi di provenienza etnica tedesca. Maria Teresa d’Asburgo e alcuni vescovi della Chiesa cattolica contribuirono alla riorganizzazione di Szombathely che riprese una graduale ricostruzione fino a diventare un importante snodo ferroviario nel cuore dell’Impero Austro-Ungarico. Sorsero nuovi edifici tra i quali la Cattedrale, e molti furono riedificati. La città riacquistò la sua importanza.

Il 1900 è stato un secolo che ha segnato in modo profondo Szombathely: con l’indipendenza d’Ungheria si trovò al confine geografico con l’Austria, molto complesso per gli equilibri dell’Europa sia durante la seconda guerra che nel postconflitto. I bombardamenti la privarono della Cattedrale e delle opere in essa racchiuse. L’Unione Sovietica avanzava dall’Est per respingere i nazisti e occupò tutto il territorio fino agli anni novanta. La caduta del muro li ha liberati definitivamente dall’ombra grigioverderossa del comunismo che li seguiva ovunque: a scuola, al lavoro e in ogni momento della loro giornata. Liberi di nuovo, si preparano ad affrontare l’Europa con una economia da rinforzare per non farsi trovare impreparati. Sono certo che la loro serenità li aiuterà ad integrarsi in quel territorio che duemila anni fa era posseduto dall’Impero di Roma che, ancora oggi, riecheggia con il suo mito nel “Savaria Karnevál”.

di maXVert

Foto di neufal54 da Pixabay

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