Quanto eri bella Roma! Malinconia di una capitale

Quanto eri bella Roma«Quanto sei bella Roma….» cantava tempo fa Antonello Venditti, grande esponente della vecchia romanità: Roma ‘capoccia’, capitale d’Italia e capitale del “monno” intero. Forse un tempo perché, oggi, nel 2016 si è alquanto dimenticata la grandezza di un’urbe storica e millenaria. Malinconia di una capitale, non più con la “C” maiuscola ma più piccola di una cittadina di provincia. Già! Perché se quel  tradito di Cesare pensasse bene di tornare in vita, riteniamo che le numerose coltellate se le possa infliggere da solo, nel momento in cui consta, con le proprie mani, una situazione tristemente veritiera.

Al Bernini “cadono le zanne”…

1479137125-lapresse-20161114150522-21305036…o forse cadrebbero le braccia dopo l’ennesimo sfregio compiuto da vandali incuranti della maestosità di un patrimonio artistico e culturale che sta perdendo la sua grandiosità. Nella notte del 13 novembre scorso, un gruppo di ‘barbari’ ha deturpato la statua dell’elefante in Piazza Minerva staccando un pezzo della zanna e trovato ai piedi dello stesso monumento. Al momento, dopo l’intervento delle forze dell’ordine e della Sovrintendenza dei Beni culturali di Roma, la polizia di Roma Capitale sta esaminando tutti i filmati delle telecamere circostanti e attende l’aiuto di testimoni che hanno assistito allo scempio.

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La prima a portare alla luce un tale fatto è stata la consigliera del I municipio, Nathalie Naim che ha commentato l’accaduto con un post su Facebook: «Stanotte e’ stato vandallizzato l’ Elefante della Minerva del Bernini a cui e’ stata rotta una zanna.
E’ un fatto gravissimo l’ ennesima distruzione dei nostri monumenti piu importanti che vengono lasciati come tutto il territorio storico in stato di totale abbandono in balia dei balordi per responsabilita’ della politica a livello centrale e nazionale. I Vigili hanno recuperato la zanna ma e’ un danno irreversibile come la Barcaccia e tanti altri».

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Ma sappiamo tutti bene che non è la prima volta che monumenti storici del centro romano vengono attaccati da vandali. Ricordiamo, appunto, il caso della fontana Barcaccia letteralmente deturpata dai tifosi olandesi del Feyenoord, il 18 febbraio dello scorso anno. I tifosi olandesi, arrivati a Roma per assistere ai sedicesimi di finale in Europa League contro l’omonima squadra, la sera precedente la partita hanno dato vita a una guerriglia urbana -tra piazza di Spagna e Campo dei fiori- sfociata nella completa ‘distruzione’ di opere tra le quali la fontana del 1629 appena restaurata.

«Io ce’ so nato, Roma, io t’ho scoperta»

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E’ in fondo così che si sentono un po’ tutti romani: la continua scoperta di una città che sta perdendo tutto. Non vogliamo cadere nel quasi banale e urlare ciò che è diventato quasi scontato, ovvero il dare la colpa ad amministrazioni futili, corrotte, danneggiate dai soldi. Ma quello del quale ci rendiamo conto è un susseguirsi di perdite ingenti nella realtà tangibile di una Roma spenta, allagata, rovinata e nella realtà morale di una colpa reale legata all’idea scontata del «tanto poi ci penso domani», motto giornaliero di colui il quale urla «io ce’ so nato!».

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Onestamente siamo al punto di non ritorno. Il 5 giugno scorso,in sede di amministrative, il popolo romano ha dato la fiducia alla sindaca Raggi unicamente con la speranza che una romana di Roma possa cambiare le cose, possa far sorgere di nuovo sui sette colli una città unica nel suo genere degna di essere chiamata Roma Capitale.  Ricordiamoci, però, che i veri padroni di Roma sono i cittadini e se in primis sono gli stessi ad annientare ‘la romanità’, allora è giunto il momento di mettere un punto di fine e ricominciare da capo.

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