Provincia segreta – Roma: i Muracci di Santo Stefano

Luoghi suggestivi e sconosciuti

La provincia di Roma è ricchissima di antichi siti, alcuni molto piccoli  e probabilmente sconosciuti alla maggioranza della popolazione, ma non per questo meno suggestivi o ricchi di storia, di rilevante pregio architettonico o ingegneristico, pregni di misteri o di leggende. Oggi ci soffermiamo su un manufatto sito sulla via Clodia, una diramazione della via Braccianese.

Nei pressi della via Braccianese

Lasciata alle spalle la Via Braccianense, verso il chilometro 16, si prende la via provinciale 4b, chiamata anche via Clodia.  Il manufatto lo si trova sulla destra, dopo aver percorso circa tre chilometri di questa  bella strada di campagna. Impossibile non notarlo poiché si erge all’improvviso sulla destra. Un viottolo, con un cancello spesso chiuso, ma che permette di stazionare almeno una auto senza che questa renda pericolosa la circolazione. Non vi è nessun cartello o indicazione che spieghi di cosa si tratti.

Chiesa o villa romana?

Il luogo si chiama Muracci di Santo Stefano. Sicuramente uno dei più cospicui complessi architettonici imperiali della campagna romana, databile al secondo secolo d.C. Un manufatto rettangolare per tre piani, molto deteriorato dal tempo, di età antoniana, una grande costruzione in opera laterizia su tre piani, con mattoni  giallastri e rossastri, con mensole marmoree il cui accesso si trova di lato, a meridione. Un bel portale, rinforzato alcune decine di anni addietro con delle travi di ferro, ne permette l’ingresso. Una volta entrati sono visibili le tracce della scala per l’accesso ai piani superiori, mentre si notano quattro pilastri , solo in parte restaurati, che sostenevano lo spazio superiore con accenni di volta a crociera.

Architettura

Tracce delle finestre dei piani superiori sono conservate sui lati sud e ovest; più a nord si vedono i resti di una cisterna in opera mista di laterizio e tufo. Il terreno, lavorato da privati, ne permette il periplo agevolmente. Tutto il complesso è stato riutilizzato intorno al VIII sec. nella costruzione della chiesa di S. Stefano, la cui abside è conservata sul lato nord-est; recenti scavi hanno permesso di ipotizzare l’abbandono del luogo nel XVI sec.

Leggende e riti

Vi sono parecchie leggende che raccontano gli anziani abitanti della vicina Anguillara Sabazia, circa l’apparizione di alcuni cavalieri nelle notti di solstizio o di equinozio di ogni anno. Sembrerebbe poi che alcuni gruppi esoterici si radunino in questo luogo per celebrare strani riti satanici, nelle notti di luna piena.

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.