Procrastinare is a lifestyle

appuntamentiPerché fare oggi quello che potresti benissimo rimandare a domani, a dopodomani, alla settimana prossima o al vuoto cosmico-temporale?

È più o meno questa la filosofia che accompagna, da sempre, le vite dei procrastinatori. Ebbene sì, procrastinare (il dizionario della lingua italiana lo traduce anche “rimandare”, “rinviare”, “posticipare”, “protrarre”) è ben altro che una semplice scelta momentanea, relativa a una fase, a una situazione o a un episodio puramente sporadico. Procrastinare è uno stile di vita, una condotta vera e propria, una peculiarità che ti trascini nel tempo, semplicemente perché essa è parte di te.

Essere un procrastinatore doc vuol dire prima di tutto vedere tutto positivo, guardare sempre il bicchiere mezzo pieno. Non importa come né soprattutto quando: prima o poi riuscirai a portare a termine quel determinato obiettivo. Obiettivo. Una parola che un procrastinatore non ama, pur essendo consapevole della sua esistenza. Che sia lavare la macchina, alzarsi dal letto alla mattina, fare una di quelle telefonate che provocano un crampo allo stomaco, svolgere i compiti per scuola o risolvere qualsivoglia altro tipo di problema, la cosa che conta è rimandare tutto a un imprecisato periodo di tempo ed autoconvincersi, attraverso dettagliati e lunghissimi ragionamenti interiori, che un giorno lo farai, anche se quel giorno non si sa precisamente in quale secolo arrivi.

Il lifestyle di un procrastinatore doc è strettamente legato alle giustificazioni che accampa pur di non apparire ciò che è: si va dal classico “non è che non voglio farlo, è che mi toglie tempo per cose più importanti” al fatidico e misterioso “ma tanto è una cosa che si fa da sé…”.

A un tratto, la coscienza del procrastinatore riporta alla mente tutte le cose incompiute, e in quel caso le opzioni sono due: o subentra il panico e si rimanda ulteriormente o ci si ritrova a fare ventitré cose contemporaneamente pur di evitare more, penali e imprigionamenti. Dopodiché, il nostro protagonista tornerà a fare quel che sa fare meglio: rimandare. E così rimarrà sei mesi al buio in caso di lampadina rotta, accumulerà chili e chili di spazzatura pur di non buttarla, ma più di ogni altra cosa, ogni notte andrà a dormire col pensiero che l’indomani farà tutto quello che deve fare, cosa che si ripeterà per parecchie notti consecutive.

Si lo sappiamo: rimandare i problemi non significa risolverli. Ma vuoi mettere il gusto di campare spensierato? In fondo la vita non è fatta di scadenze…forse.

di Antonio Fioretto

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