Primarie USA: Romney ipoteca la candidatura

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Sembra ormai certa la vittoria di Mitt RomnEy alle primarie del partito repubblicano, necessarie per determinare chi affronterà il presidente Obama alle elezioni americane che si svolgeranno il 6 novembre prossimo.

L’ex governatore del Massachussets, infatti, ha trionfato nelle primarie della Florida, conquistando il 46,9% dei voti. Dietro al candidato mormone si piazza, al 31,9% il suo sfidante, l’ex Presidente della Camera, Newt Gingrich. Più distanziati gli altri due sfidanti, Rick Santorum e Ron Paul, fermi rispettivamente al 13,4 e al 7%. La vittoria di Romney è rilevante, perché ha conquistato la vittoria nel primo grande stato che si è espresso nella scelta del candidato repubblicano, considerato da Romney «microcosmo della nazione, e una buona indicazione per le prospettive future».

La scelta di improntare la campagna su una linea aggressiva nei confronti del suo principale sfidante, ha dato i risultati sperati. Oltre ad essere travolto da spot pubblicitari negativi e attacchi personali, Gingrich è ostracizzato pubblicamente dall’establishment del partito, deciso a bloccare la strada a un personaggio considerato erratico e poco credibile come aspirante alla Casa Bianca. Comunque, nel discorso post-elettorale, Romney ha voluto complimentarsi con i suoi avversari, affermando che «una primaria competitiva non ci divide, ma ci rafforza». E su Obama ha dichiarato: «Questo presidente vuole trasformare l’America in qualcosa di irriconoscibile, io voglio restaurarne i valori. Qui non si tratta solo di cambiare un presidente, ma di salvare l’anima dell’America in cui crediamo».

Le possibilità che Romney arrivi al 27 agosto, giorno della Convention del Partito Repubblicano a Tampa, come candidato alla Casa Bianca, sono molto concrete. Sabato prossimo ci sono infatti i caucus del Nevada, lo Stato con la maggior popolazione di fede mormone. È un’altra vittoria annunciata per Romney, favorito anche in Colorado, Minnesota, Maine e Missouri. Poi, a fine mese, toccherà al Michigan e all’Arizona: nel primo Stato Romney è nato e ha le radici di famiglia, nel secondo può contare sull’appoggio di John McCain, suo ex rivale nel 2008. Mentre il 10 marzo ci sarà il “Super Tuesday”, dove andranno alle urne ben 13 stati, e molti di questi possono dare delle speranze Gingrich di poter attivare alla Convention di agosto in Florida.

Ma il primo problema che dovrà affrontare Romney, appena acquisita la candidatura repubblicana, sarà quello di riuscire a riunire tutte le anime del partito, oggi piuttosto divise. Questa Spaccatura può essere un vantaggio per il presidente Obama, che grazie alle contrapposizioni dei suoi rivali politici, sta recuperando consensi  dal popolo americano. L’indice dei contrari alla linea politica del presidente americano, che a ottobre era al 74%,  a gennaio è sceso al 60%.

Luca Prestagiovanni

Foto: inquisitr.com

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