Pedalando in una notte stellata…

1 van goghConoscete questo quadro, vero? E’ uno che prendiamo spesso in esempio come apice dell’arte di fine ‘800. Il suo creatore è Vincent Van Gogh, olandese d’origine, che ha avuto modo di farsi conoscere in Francia, Olanda e Belgio.

In una notte d’inizio estate dell’anno 1889, nella bella e magnifica Saint-Remy-De-Provence, nel sud della Francia, Van Gogh, ricoverato in un manicomio per le sue psicosi e gravi crisi di panico, dipinge il suo quadro di una notte stellata, per incorniciare “nero su bianco” la sua più profonda paura e ansia nella notte infinita e di colori intensi e brillanti. Precursore dell’espressionismo e uno dei primi ad utilizzare la pittura “en plen air”, morì quasi un anno dopo. Il 29 Luglio 1890, per un colpo di pistola auto-inflitto. Ma il poeta di colori olandese, ha dato un gran lascito al mondo.

Tant’è che a 125 anni dalla sua morte, la Van Gogh Europe Foundation ha avuto modo di riunire 30 organizzazioni differenti per commemorarne la sua importante influenza con esposizioni di quadri ed eventi internazionali in suo onore. Tra mostre sparse in tutto il mondo, oltre che al MoMa di New York, Louvre, Palazzo Reale di Milano e ancora al Van Gogh Museum di Amsterdam, in Olanda, dove il malinconico artista ha vissuto la sua infanzia, si distingue con particolarità nei festeggiamenti. Ad Eindhoven, Olanda del sud, si è voluto omaggiare il noto artista con un’opera d’arte fuori dall’ordinario, creando una pista ciclabile, che celebra la sua notte stellata.

2 pista fluoresc

Si presentano 335 km di strada, per 5 percorsi ciclabili differenti, con ciottoli fluorescenti, creando la magnifica illusione di poter seguire l’itinerario del firmamento, al pari di una visione onirica. Il tracciato è stato aperto già dallo scorso 12 Novembre, collega due mulini e aggiunge un nuovo tratto alla pista ciclabile già esistente. La via che ci fa sognare, si snoda nella regione del Brabante del nord, e riporta alla casa d’infanzia dove il nostro artista visse i suoi primi anni di vita in povertà e miseria. Un’enorme e intenso lavoro, portato avanti da circa 8 mesi, costruito con sassolini fosforescenti luminescenti dal tramonto all’alba. Queste terrene stelle del firmamento, sono state create da un architetto avanguardista.

Daan Roosegaarde, assieme ad un team di ingegneri ha già lavorato a progetti come Dune, sul fiume olandese Maas, tante canne di bamboo s’illuminano dopo il crepuscolo quando qualcuno s’avvicina ad ammirare le luci riflesse in quel viottolo d’acqua. Oppure il prototipo di “autostrade intelligenti”, sempre con sede in Olanda che consiste in segnaletica tracciata con speciali vernici a led, capaci di cambiare a seconda di condizioni atmosferiche o problemi di traffico. Ad esempio grandi fiocchi di neve compaiono sull’asfalto nel caso di nevicate e non solo, segnaletica per il rallentamento, per il traffico intenso, o per segnalare un’incidente, tutto attraverso l’illuminazione notturna dei led. Quest’artista moderno di arte urbana, porta avanti con uno studio che prende il suo nome, ciò che definisce “techno-poetry”.

Roosengaard con l’ultima sua creazione, il progetto “Van Gogh bycicle path”, ci spiega che non puntava di certo ad uno scopo artistico o al new design << ma volevo puntare a connettere le persone, creando un profondo legame tra spazio, tempo e tecnologia.>> E direi che ci è riuscito. Con semplicità ed effetto, proprio come le opere dell’umile pittore, quest’ultimo capolavoro moderno sembra proprio riesca a collegare non solo spazio, tempo e tecnologia, ma crea un parallelo, tra il mondo attuale e Van Gogh.3 pista fluoresc

Pedalando sulle strade costellate e illuminate di quella fioca luce, i colori sfiorano i ciclisti, e riescono a portarli in uno di quei quadri dell’artista, attraversando gli stessi paesaggi che hanno scosso il suo animo e il suo modo d’essere. Quei paesaggi della sua terra Natale, dai mille colori, dalle pennellate tenui e sfumature di tutti i colori vivaci. Di quel pittore di poche pretese che come noi tutti, voleva solo scoprire cosa nascondesse quell’enorme tela di sfumature sul blu che tutt’ora ci lascia sognare e perdere nell’infinito di tutti i suoi colori: il firmamento.

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di Anna Porcari

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