Palermo vs Stati Uniti: le tradizioni italiane di Halloween

Halloween - inLibebertàThis is Halloween! Potrebbe essere la risposta alla domanda che ci siamo posti: perché omologarsi a una festa che non rientra culturalmente nella nostra tradizione? Non vogliamo fare il solito italiano medio che urla al rispetto delle “cose nostre“, ma ci viene quasi naturale voler evidenziare l’esistenza di feste nostrane che non tutti conoscono. Un esempio famoso è la ‘trinacriense’ Palermo.

Palermo e i Pupa ri zuccaru

Già, proprio così. Il capoluogo siciliano è l’unica città del bel paese a festeggiare il 1 e 2 novembre: rentra nella tradizione palermitana la Festa dei morti, nella quale venivano portati regali e dolcetti convincendo i piccoli bambini che a portare questi doni zuccherosi fossero state le anime dei parenti defunti. Ci si prepara quasi quanto la notte di Natale: bisognava lasciare la tavola apparecchiata con biscotti ( i tatù e catalani) e Martorana e in più, per i parenti “cattivi” si lasciava una grattugia, con l’idea che a quest’ultimi sarebbero stati grattati i piedi.

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La festa, originariamente, ha un significato che si collega agli antichi culti pagani del banchetto funebre, tipico di tutti i popoli indoeuropei e ad oggi trasformato nel consulu siciliano, ovvero il pranzo che si offriva ai parenti del defunto da i vicini di casa, dopo la tumulazione. Il 2 novembre, anticamente quando non erano in uso i cimiteri, i palermitani si recavano alle cripte di famiglia sia per visitare i propri morti sia per lavarli, pettinarli, rivestirli ed esporli l’anno seguente. Attualmente, questa usanza è ancora ben visibile se ci si reca presso la Cripta dei Cappuccini, nella quale sono ospitati ben 8 mila corpi imbalsamati, simbolo di una tradizionale commemorazione dei propri parenti.

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Ma da buona città del Sud non possono mancare le tavolate colme di dolci e pasti della tradizione: al mattino del 2 novembre si prepara la muffuliettaun particolare tipo di pane con poca mollica che viene conzato (condito) con olio, acciughe, origano, sale, pepe e per chi vuole con il pomodoro fresco. Il salato, però, lascia spazio a una delle più grandi produzioni dolciarie della trazione italiana: celebri sono quelli antropomorfi, i Pupa ri zuccaru Pupacenna, ovvero una statuetta cava fatta di zucchero e indurita, dipinta con colori leggeri e con le figure tradizionali della storia siciliana (ballerini, paladini ecc) oppure con pasta di miele e ossa ri muortu (biscotti tipici).

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Non dimentichiamoci dell ‘Cannistru ( con frutta secca, fichi e datteri) e della celebre e alquanto squisita frutta di Martorana, creata con la pasta di mandorle e poi dipinta, una delle più grandi opere d’arte dell’isola italiana.

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Se per caso avete in mente di andare a visitare Palermo in quesi giorni, sappiate che per assistere a tutta la Festa dei Morti vi dovrete recare presso il Rione San Pietro, alla Cala, e subito dopo in Piazza Massimo, nella quale troverete tipiche bancarelle e dolci di ogni genere.

 

Halloween e le antiche radici romane e medioevali

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Dovremmo, forse, valorizzare molto più le tradizioni del nostro paese, ma storicamente si ritiene che la festa di Halloween, prettamente americana, abbia radici nella cultura della Roma antica. Infatti, nella Roma di Cesare ed Augusto in questo periodo dell’anno si svolgevano le tipiche celebrazioni dedicate alla dea Pomona, dea dei frutti e dei semi, che ricordavaParentalia, la festa dei defunti, solitamente svolta nel mese di febbraio.

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Per accostarci ancor di più all’attuale festa, dobbiamo passare al Medioevo, nel quale le tradizioni britanniche e celtiche si sono venute a concretizzare; il 31 ottobre segnava la fine del periodo estivo e l’inizio della festività del Samhain, che indicava la fine di una stagione e l’inizio dei raccolti per i il periodo invernale. Secoli dopo, la tradizione è migrata in quello che era considerato il Nuovo Mondo.

 

Palermitana o americana, sia Halloween o Festa dei Morti, dovremmo valorizzare le radici della nostra storia e tradizione. E per carità, il ritornello “Trick or Treat” (dolcetto o scherzetto) è tanto carino quanto stereotipato, provate perciò il giorno 2 novembre a recitare questa strofa:

«Armi santi, armi santi (anime sante)
Io sugnu unu e vuatri siti tanti: ( io sono uno e Voi siete tante)
Mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai (mentre sono in questo mondo di guai)
Cosi di morti mittiminni assai »(Regali dei morti mettetemene molti)

e scoprirete che Palermo batte gli Usa 3 a 0 al fischio finale! Buona Festa dei Morti!

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