Orgoglio e… “Malu Entu” – Intervista a Doddore Meloni, indipendentista sardo

bandsarda“Qual è la festa più importante del mondo? La Festa dell’Indipendenza. Se tutti i popoli del mondo festeggiano il giorno dell’Indipendenza, perché io non posso avere questo diritto nella mia terra?”

Da queste parole traspare il divampante desiderio di indipendenza di Salvatore Meloni, un uomo che ha legato la sua vita alla causa indipendentista sarda fin da quando era un ragazzino, tanto da aver proclamato la Repubblica di “Malu Entu”, che simbolicamente rappresenta l’indipendenza dell’isola dal resto d’Italia.

Si è parlato molto di indipendenza negli ultimi tempi, per via della Catalogna e della Scozia principalmente. In Italia, seppur non se ne sia mai parlato in egual misura, i fermenti indipendentisti sardi non sono un fatto nuovo. Anzi.

L’indipendenza, in Sardegna, è come una vena pulsante del corpo umano, che a tratti si avverte, a tratti si nasconde sotto pelle.

  • Chi è Salvatore, noto Doddore, Meloni? doddore meloni

Doddore Meloni (foto) è una persona che combatte da tutta la vita per l’indipendenza della Sardegna. Era il 1961 quando decisi di sposare questa causa. Ero un ragazzino, avevo 17 anni e lavoravo a Torino in occasione dei 100 anni dell’Unità d’Italia. Nel padiglione della Sardegna c’erano un finto nuraghe con due tappeti e due cestini. Mentre i padiglioni delle altre regioni avevano pilastri alti 25 metri e migliaia di metri quadri di spazi.

E’ da allora che combatto per rendere la Sardegna uno stato autonomo. Sono stato detenuto e arrestato per la prima volta nel ’79, la seconda nell’81 e condannato per il processo politico basato sul separatismo. Allora si chiamava complotto separatista. Ho scontato 9 anni e 3 mesi di prigione, e penso di essere l’unico condannato politico ad avere l’interdizione perpetua.

 

  • Come spiegherebbe il bisogno di indipendenza della Sardegna a chi non è del luogo?

La Sardegna è una nazione. Per storia, tradizione, cultura. Ci separano dall’Italia più di duecento miglia di acque territoriali.

Abbiamo problemi diversi rispetto al resto dell’Italia. La Sardegna non gode della continuità territoriale. Il diritto di un sardo è leso già in partenza, perché non gli è consentito di usufruire, in maniera pari agli altri, degli stessi mezzi di cui usufruiscono gli italiani.

“Ma stiamo andando verso la globalizzazione” dicono, di cosa si parla quando si parla di globalizzazione? La globalizzazione ha dato il via al moltiplicarsi delle nazioni. Man mano che la civiltà avanza, le minoranze vogliono sempre di più essere pari a tutti gli altri.

  • L’indifferenza italiana, nei confronti della causa sarda, è causata dal conflitto tra potere centrale e autonomia locale o ha origini politiche e storiche molto più profonde?

E’ data da questioni politiche e storiche molto più profonde. Lo sanno tutti che l’indipendenza è lì che freme. Il loro problema è che se la Sardegna diventasse indipendente molte altre regioni seguirebbero il suo esempio. Si aprirebbe il vaso di Pandora.

  • L’ Europa è un continente restio al riconoscimento delle culture minoritarie?

L’Europa è ancora convinta di essere al centro del mondo. Non si rende conto che l’impero europeo oramai è finito. L’Europa è finita quando è entrato in vigore l’Euro. Adesso non ha più nulla da offrire. E’ forse paragonabile alla Russia, alla Cina o agli Stati Uniti? Assolutamente no. L’Europa conta sempre meno. L’Unione Europea è nata per lo scambio delle merci. Ma non sarà mai unita. I popoli dell’Europa mediterranea non potranno mai comprendere i popoli dell’Europa del nord. Loro hanno la cultura del lavoro, noi abbiamo la cultura del non-lavoro. Per noi lavorare è faticare. C’è un abisso culturale.

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  • Quali sarebbero i primi cambiamenti visibili qualora la Sardegna diventasse indipendente?

L’abbassamento delle tasse, prima di tutto. Mezzi di trasporto adeguati per favorire l’interscambio internazionale e l’abbattimento dei costi e del prezzo della vita per incentivare l’arrivo dei turisti.

  • L’anno scorso si è parlato del famoso Canton Marittimo, quali sono le Sue considerazioni a riguardo?

Questa è una proposta che mi fa sorridere. Noi con la Svizzera non abbiamo nulla a che fare. Tanto per iniziare partendo dalla democrazia. Ci dimentichiamo che in Svizzera fanno i referendum per qualsiasi cosa, è sempre il popolo che decide. Immaginiamo i sardi, che spesso non vanno nemmeno a votare, associati ad un popolo come quello svizzero? Siamo separati da chilometri culturali e mentali da una nazione come la Svizzera. Tutti si dimenticano che la Svizzera non ha osato invaderla nessuno. Né Hitler né Napoleone. Perché? Perché gli svizzeri, in passato, erano mercenari, tra i più bravi che ci fossero. E’ un popolo che sa difendere il suo territorio. Le loro leggi lo dimostrano. Io parlo in senso logico/politico e realista. Chi fa certe proposte non conosce la Svizzera.

di Roberta Colella Di Salvo 

foto: gazzettadelsud.it

1 risposta

  1. Gianni

    Altissimo Meloni.
    Le scrivo un “paio” de righe per farle capire che la rivoluzione e altri concetti,sono più che altro dei simboli.

    Mi meraviglio: uno come Lei che chiede l indipendenza!
    L indipendenza è uno stato culturale!
    È vero che molte tasse vanno a Roma..ma alla fine la soluzione è una sola.

    Si chiama quarterizzazione( creare quartieri con dei responsabili,tipo amministratori di condominio in grande,)
    È una funzione simbolica, ma riconosciuta,purché approvata dalle persone della zona.

    Il sindaco non potrà che riconoscere tale situazione.

    È impossibile che venga eletto(hanno paura) ma può scavare come la goccia.

    In questi quarteri,che aumenteranno nel tempo,ci sarà anche un esponente delle forze dell’ ordine.
    Queste ultimo,convinto della bontà,indirizzerà in buona fede i suoi colleghi.

    Più nel dettaglio
    Ogni quartiere è apparentemente “diviso” ( ciò sembra strano..ma è funzionale al fine)
    Questo quartiere applicherà prezzi diversi alle persone esterne alla Sardegna( carta d identità)
    Se il collettivo l ha deciso non ci sono problemi nel maggiorare per gli stranieri:libero mercato

    Creerete un oasi felice,dove tutti,con 10 euro o poco piu al mese per “il club condominiale”,avranno servizi molto buoni, architetti più disponibili,idraulici simpatici e negozianti felici di aprire anche di notte.

    Le forze dell’ ordine vedranno tale democrazia.
    Il sindaco non può fare nulla.

    Ne parlano i tg.
    Poi ne parla un TV in America.

    Ci siete quasi..

    La goccia può tutto

    Un caro saluto

    Gianni zedda

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