Nuovi crolli alla Reggia di Caserta: altri 5 milioni per la manutenzione

Campania_Caserta2_tango7174Negli ultimi giorni la Reggia di Caserta è stata al centro dell’attenzione mediatica a causa del recente crollo di una parte di tetto. Quest’ala della Reggia, già precedentemente ristrutturata, viene abitualmente utilizzata dalla Scuola Specialisti dell’Aeronautica Militare, e il punto in cui c’è stato il cedimento corrisponde all’area delle camerate – al momento non occupate-. Le eventuali infiltrazioni compromettono inoltre la sicurezza delle aule e degli appartamenti storici ai piani inferiori. Il sovrintendente per il polo museale della Città di Napoli e della Reggia di Caserta Fabrizio Vona ha disposto l’istallazione di una copertura provvisoria e il ripristino della struttura in legno.

Ha annunciato poi di aver attivato il pronto intervento per le immediate riparazioni – rimaste in standby negli anni scorsi per insufficienza di fondi-. Ma non sembra essere il primo incidente dovuto alla scarsa manutenzione: nell’autunno 2012, infatti, crollarono pezzi di cornicioni nella stessa area del monumento, motivo per cui le facciate della Reggia vennero transennate, anche in previsione dei lavori di restauro che sarebbero dovuti cominciare ormai la primavera scorsa, e per i quali sono stati stanziati 21 milioni di euro. A due anni di distanza da quel primo episodio, la gara d’appalto è finalmente conclusa: l’inizio dei lavori è previsto per il periodo estivo.

Oggi, al termine della riunione convocata a Roma dopo il crollo dei giorni scorsi, il ministro della cultura Dario Franceschini ha annunciato un ulteriore stanziamento pari a 5 milioni di euro. Il ministro ha ricordato l’immenso valore storico e culturale del monumento vanvitelliano, patrimonio dell’Unesco, sottolineando che “Di Caserta non ci si deve occupare, anche se è doveroso farlo, solo in occasioni di emergenze”. Un ottimo momento per cominciare, vista la nuova autonomia finanziaria della Soprintendenza Speciale, che le permetterà di trattenere gli incassi e accumulare risorse per la manutenzione.

Storie all’italiana che ormai non fanno quasi più notizia, in cui il prestigio delle antiche ricchezze lascia spesso il posto alla cattiva gestione e quindi al degrado –come quello in cui versano la maggior parte delle opere artistiche e architettoniche in un territorio difficile come quello della Campania.

 di Simona Scardino

foto: en.wikipedia.org

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.