Napoleone Bonaparte, se fu vera gloria a noi posteri l’ardua sentenza

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Napoleone. Il 5 maggio di duecento anni fa, a Sant’Elena, moriva Napoleone Bonaparte. Dopo due secoli, non possiamo che chiederci ancora, come Alessandro Manzoni, se “fu vera gloria?”. Fu questo il quesito che il futuro autore dei Promessi Sposi si pose non appena si sparse la voce della morte dell’ex imperatore francese. Poi concluse: “Ai posteri l’ardua sentenza”.

Obiettivamente, quel giorno di maggio 1821, le conseguenze della “rivoluzione napoleonica” non erano ancora chiare.  Essendo passati due secoli esatti da allora, noi piccoli uomini del XXI secolo possiamo farlo. Potendo ben annoverarci tra i posteri, quindi, è venuto il momento di pronunciare l’ardua sentenza. Lo faremo esaminando la personalità dell’imperatore francese da vari punti di vista. Quello del condottiero, quello del capo di Stato e quello del legislatore.  

Napoleone, il grande condottiero

Il corso è stato sicuramente il più grande stratega militare della storia moderna. Battaglie come quella di Marengo, Austerlitz e Jena sono ancora studiate nelle Accademie come capolavori di strategia. Anche nella sua più grande sconfitta, Napoleone brillò per genialità. Perse solo per una serie di eventi fatali. Semmai, la sua avventura fu condizionata da clamorosi errori di ignoranza della geografia. Come quello che lo indusse ad affrontare la campagna di Russia. Con il precedente di quella d’Egitto del 1798.

Le battaglie combattute da Napoleone sono state però tra le più sanguinose della storia umana. Il ricercatore inglese Matthew White inserisce ben quattro scontri combattuti da Napoleone tra i primi dieci più sanguinosi. Dieci tra i primi venti a partire dal XVI secolo. Si calcola che tra il 1803 e il 1815 le guerre napoleoniche causarono tra i 3,5 e i 6 milioni di vittime. 2 milioni circa a causa di azioni belliche e il resto a causa di malattie.

Per trovare un bilancio simile dobbiamo risalire alla Guerra dei trent’anni (1618-1648). Dopo arriviamo alla I Guerra Mondiale. In nessuno dei due esempi citati ci fu però un protagonista unico come il Bonaparte. Solo a lui, quindi, va la responsabilità di tutti quei morti. Fu vera gloria?

Dopo il Napoleone militare, il Capo di Stato

Napoleone giunse al potere con il colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre 1799) che lo proclamò “Primo Console”. Cinque anni dopo si autoincoronò Imperatore. Il suo merito maggiore, come Capo di Stato è stato quello di aver radicalmente riformato la legislazione francese. Adottando quello che è passato alla storia come il Codice napoleonico.

Esso confermava le principali conquiste della rivoluzione, come l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e l’equiparazione tra maschi e femmine. Sul piano del diritto privato provvide all’abolizione del feudalesimo. Promosse il più ampio riconoscimento della volontà contrattuale delle parti. Mantenne il divorzio, anche se limitandone i casi. Il Codice napoleonico fu sostanzialmente il primo codice legislativo democratico della storia umana.

Napoleone ne estese l’applicazione a tutti gli Stati da lui sottomessi con le sue conquiste. Fu poi a base del diritto delle altre nazioni europee anche dopo la sua caduta. Il Codice napoleonico fu adottato grazie alla precisa volontà del generale, che presiedeva anche il Consiglio di Stato. In questo caso fu vera gloria.

Effetti collaterali, imprevisti ma stupefacenti

La tempesta napoleonica ebbe un effetto domino forse non previsto nemmeno da lui. Il risveglio delle nazionalità. In Italia, in Germania, in Belgio, in Spagna e in Polonia. Addirittura nelle colonie del Sudamerica. Per questo la restaurazione post-napoleonica degli antichi ordinamenti fu effimera. Non vi fu infatti pace in Europa fino al 1871. Fino al ritorno della Repubblica in Francia e alla formazione dei grandi Stati nazionali d’Europa. Balcani temporaneamente esclusi. Tutto ciò fa riflettere.

A nostro giudizio furono gli avversari di Napoleone a non capire la direzione della storia umana. Arretrati di mentalità almeno quanto l’imperatore fu rivoluzionario. In ogni caso la pace imposta al Congresso di Vienna, dopo la disfatta di Waterloo, fu ben presto sovvertita dalle aspirazioni dei popoli. Che videro nelle idee democratiche della rivoluzione francese, diffuse dalle armi napoleoniche, il loro futuro.

Già in vita, Napoleone si impose tra le personalità più discusse della storia. Ciò fu dovuto al suo principale difetto: il delirio d’onnipotenza. Sicuramente il Napoleone militare fu responsabile di milioni di morti. Ma se si vuole separare la figura del condottiero da quello dell’uomo di Stato e del riformatore, quella del Bonaparte fu vera gloria.

Foto di user1469083764 da Pixabay

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