Michela Andreozzi: «La libertà di non volere figli e non sentirsi in colpa»

Lo ammetto. Michela Andreozzi mi piace e tanto. La trovo brava, simpatica, disincantata e perspicace. Ha lavorato per anni al fianco di Gianni Boncompagni nella redazione di “Domenica In” e “Non è la Rai“, è sceneggiatrice ed autrice di testi per la radio ed il teatro.

Attrice in diverse pellicole cinematografiche e nel cast poliziesco de La Squadra, in alcuni episodi di Don Matteo, della soap opera Un posto al sole.

Nel 2017 ha diretto Nove lune e mezza, commedia di cui ha firmato anche la sceneggiatura e che ha interpretato con Claudia Gerini, Giorgio Pasotti e Stefano Fresi.

Pochi giorni fa è uscito il suo primo libro “Non me lo chiedete più. #Childfree, la libertà di non volere figli e non sentirsi in colpa”, nel quale affronta il tema della maternità e in quel titolo risponde imperiosamente a chi le continua a chiedere “ma non fai figli?”.

Michela, essere donna ed essere madre è – ancora oggi – una sorta di binomio indissolubile. Perché, secondo te? 

In parte, credo che sia strumentale tenere la donna imbrigliata in un ruolo gratificante come quello della madre. E’ un meccanismo sociale – di una società di stampo maschilista – per comprimere altre eventuali aspirazioni. E poi perché il potere di dare la vita è comunque magico e rende la donna portatrice di un segreto e di un dono che separano con difficoltà la funzione biologica della persona.

Quando hai deciso di non voler essere madre?

Ho deciso negli anni. Un po’ sono stata resiliente col fatto che non venivano, poi ho scoperto che per farli mi sarei dovuta aiutare e questo mi ha fatto capire chiaramente che, dove un’altra avrebbe affrontato qualunque percorso pur di diventare madre, io ero felice così. Ho rispettato la mia natura, ho ascoltato la vita e il mio desiderio profondo per quello che era.

Il tuo compagno di vita condivide la tua scelta? L’avete maturata insieme?

Ho incontrato Max (Massimiliano Vado, anche lui attore n.d.r.) dopo i 40 anni e la pensavamo già allo stesso modo.

Perché, secondo te, molte donne sentono il diventare madri come una specie di dovere, di destino prestabilito? Possibile che siamo ancora così schiave dei ruoli e degli stereotipi? 

Le donne hanno introiettato un modello che dura da secoli, è sacrosanto e normale che desiderino avere dei figli. Il problema si pone quando non lo desiderano ma decidono lo stesso di farlo perché è così che si fa, oppure perché temono di desiderarlo fuori tempo massimo. Non c’è schiavitù nel ruolo di madre, se è un desiderio genuino, c’è costrizione nei ruoli che non ci corrispondono. E’ meglio una childfree consapevole e convinta in più che una madre infelice in meno.

Parlaci dei tuoi progetti in cantiere.

Sto girando una serie per Fox, una versione comica di Giulietta e Romeo in cui faccio la mamma di Giulietta, una rifatta tendente all’alcolismo, uno dei ruoli più divertenti che abbia mai interpretato. E poi il nuovo, bellissimo film di Leonardo Pieraccioni. Intanto sto scrivendo il mio secondo.

Da grande che cosa vuoi fare?

Da grande? Da piccola! Quando torno bambina e ricomincio, faccio tutto quello che non ho fatto finora.

info libro: #Childfree

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