Mia Martini, la paladina rivoluzionaria

Mia Martini

“Il tuo nome, Mia Martini, non si poteva nemmeno pronunciare perché faceva paura, dicevano che portava male, dicevano che tu, Mia, portavi sfortuna, e così la tua vita si è trasformata in una guerra contro la discriminazione e l’esclusione che hai subito per anni, anche qui, sopra questo palco. Forse perché eri una donna, avevi successo, e avevi carattere, e le donne col carattere non sono mai piaciute. Non lo so. Tu ora non ci sei più, ma ci sono le tue canzoni, e io da questo palco voglio chiederti scusa per tutto quello che ti è stato fatto e dirti che se stasera sono qui a parlare di te, significa che malgrado tutto, Mia, alla fine hai vinto tu!” Serena Rossi

 Qualche giorno fa, in prima serata Rai1 è andato in onda il film per la TV “Io sono Mia”, un omaggio ad una delle artiste più indimenticabili e particolari di sempre: Mimì Bertè in arte Mia Martini.

A distanza di 24 anni dalla sua prematura morte, l’artista calabra viene finalmente omaggiata con un’opera che armata di verità rompe le catene di anni di silenzi eloquenti e glissature strategiche.

Serena Rossi nell’interpretazione cinematografica di Mia Martini

Notoriamente l’Italia ha sempre litigato un po’ con le novità e gli stravolgimenti di ruoli, alcuni fanno discutere ancora oggi e non poco.

La donna italiana è sempre stata l’angelo del focolare, dedita alle mansioni casalinghe e familiari e poco più. Le donne che si sono contraddistinte in campi generalmente maschili avevano il dono della persuasione e della scaltrezza, Mimì no, è stata una pioniera, una rivoluzionaria totale. L’arte di scendere a compromessi non le è mai appartenuto e questo è così evidente che si è sempre riflettuto sulla sua carriera nel bene e nel male. Una piccola donna senza filtri che ha sempre difeso contro tutto e tutti il suo diritto ad essere sé stessa, combattendo una battaglia persa in partenza contro un sistema ostracizzante.

Serena Rossi che l’ha interpretata, infatti, proprio su questa sua peculiarità ha lavorato molto, cercando di esprimere al meglio e fedelmente le emozioni di Mimì. La sua interpretazione, impeccabile, dolce e dura allo stesso tempo,la sua sensibilità non sono passati affatto inosservati, anzi: dovendo sopperire ad importanti buchi di trama dovuti alle due grandi assenze per questo film/biografia (Ivano Fossati, al tempo dei fatti in una relazione con la cantante, e Renato Zero il grande amico sempre al suo fianco) è comunque nel suo intento senza intoppi, senza interruzioni. La pellicola scorre perfettamente e con grande equilibrio.

Vedere la nascita di capolavori della musica leggera come Minuetto, Piccolo uomo e naturalmente Almeno tu nell’universo sono stati di grande impatto emotivo sul pubblico che l’ha sempre amata con fervore, opere d’arte destinate a durare in eterno perché ogni opera nata da un’urgenza artistica non può che avere questo destino.

Beffardo destino che ci ha strappato Mimì troppo presto, beffardi quelli che lo hanno permesso.

Serena Rossi e Riccardo Donna, regista del film, con umile semplicità hanno restituito giustizia ad un’artista incomparabile che finalmente ha avuto in dono ciò che le è sempre stato negato: la verità.

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