Mercato automobilistico 2016: verità e bugie

original1-650x365Un 2016 cominciato bene per il settore auto, in Europa e negli Usa, meno nel sud America dove la crisi del settore auto dura da quasi due anni.

Un anno questo che si temeva potesse essere un baratro, perché il Diesel Gate scoppiato sul finire del 2015 sembrava essere la punta di un Iceberg fatto di imbrogli e sotterfugi delle case costruttrici. Bene, questo sembra non essere accaduto, anzi l’opposto e, quindi, forse è opportuno fare una piccola analisi sul mercato auto tra verità e bugie.

Intendiamoci, questa è un’analisi a grandi linee, cominciando dal nostro Paese.

In Italia il mercato automobilistico è positivo, da gennaio a luglio si è registrato un +17,00% rispetto all’anno precedente (2015) con 1.189.161 veicoli immatricolati, dove tutti comprano auto nuove: famiglie, società e noleggio a breve e lungo termine. Questa notizia piace, è sinonimo di ripresa economica, o un segnale in tale senso. Beh, da scettico azzarderei la risposta: “non è proprio così”.

Questo perché ci troviamo davanti ad un mero mercato di sostituzione da parte delle famiglie, classe fortemente colpita dalla crisi economica in questi ultimi anni: l’età media delle auto possedute supera i 13 anni, per forza di cose le sostituiscono, ma soprattutto la sostituzione è incentivata da ottimi finanziamenti offerti dalle case automobilistiche, che in alcuni casi arrivano a 6­7 anni, con il risultato che tra qualche anno potrebbe esserci un’altra diminuzione delle immatricolazioni.

Un altro aspetto che mi porta ad avvalorare questa risposta è il fatto che le famiglie non effettuano più grandi riparazioni sulle auto, a meno che non paghi un’assicurazione, ad esempio se la spesa supera i 1.000 euro decidono di disfarsi dell’auto anche se ha pochi anni o km.

Il settore del noleggio è in forte ascesa, sarà per una diminuzione delle tariffe, ormai con circa 30,00 euro al giorno noleggi un auto e non hai alcun pensiero su revisione, bollo, tagliando. Inoltre i numeri parlano chiaro: da gennaio a luglio 2016 sono state immatricolate circa 32.000 auto in più rispetto allo stesso periodo 2015, in aggiunta alle flotte dei carsharing che si stanno diffondendo sull’intero territorio nazionale.

In Europa la maggior parte dei Paesi può vantare un segno positivo, ma la realtà è che le immatricolazioni sono fortemente influenzate da incentivi pubblici con l’intento di amplificare l’effetto della produzione industriale nazionale dove altrimenti avremmo un peggioramento di Pil e occupazione, l’esempio è la Spagna dove è in atto l’ottavo piano di sostegno al rinnovo del parco auto circolante. In altri Paesi è incentivato l’acquisto di auto elettriche ed ibride, che senza aiuto pubblico non sarebbero accessibili a tutti a causa dei costi d’acquisto elevati.

Un altro aspetto che voglio portare all’attenzione è il Diesel gate, che ha coinvolto il gruppo Volkswagen, un capitolo ancora non chiuso e di cui ancora non si conoscono i costi definitivi che la casa tedesca dovrà pagare, però il fatto che non perde nelle immatricolazioni spinge a riflettere, come del resto la vicenda di Fca, messa sotto accusa da alcuni rivenditori negli Usa, su incentivi a immatricolare auto. Accuse cadute, però modelli come la Chrysler 200 o la Doge Dart da un anno all’altro hanno perduto rispettivamente il 64% e il 40% dell’immatricolato.

Dunque il mercato auto è in ripresa, ma bisogna sempre analizzare i dati e sapersi porre qualche domanda per capire la realtà che ci circonda.

 

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