Massimo Bordin: scompare la voce più amata di Radio Radicale

Foto di Massimo Bordin.

Da un paio di settimane gli ascoltatori di Radio Radicale non riuscivano a sentire la sua voce nella trasmissione più seguita dell’emittente che fu del partito di Marco Pannella: “Stampa e regime”.

Ci si chiedeva se fosse malato o in viaggio. Di solito non mancava più di uno o due giorni di seguito. Iniziava puntale alle 7.30 ed in replica un paio di ore dopo. Stampa e regime, ovvero la lettura commentata e ragionata delle prime pagine dei quotidiani, in onda sei giorni su sette. Una voce, la più autorevole in radio, dopo quella del leader storico scomparso alcuni anni fa. Una voce roca, robusta, appassionata, calma, unica e penetrante. Sicuramente una mente formidabile, che ricordava fatti ed episodi della vita italiana da quarant’anni a questa parte, con ironia e lucidità sorprendenti.

A volte dei colpi di tosse o frasi lasciate cadere che davano vita alla sua solita esclamazione: “Beh…” seguita dai suoi ragionamenti fatti con una capacità linguistica elegante, luminosa, che alla fine lasciava all’ascoltatore lo spazio per farsi una propria opinione. Un vero punto di riferimento per tutti, radicali ed oppositori, per politici e gente comune. Un giornalista brillante che spiegava sia quello che i suoi colleghi scrivevano sia quello che intendevano dire. Un conduttore storico, che offriva una rassegna stampa completa, minuziosa, ricca di elementi utilissimi e riferimenti storici, economici, politici, sempre chiaramente esposti e di facile comprensione per tutti. 

Ebbene, oggi si è appreso della sua morte. Improvvisa. Era malato da tempo ma lottava contro la sua malattia con la sola arma possibile per un giornalista: la cultura della carta stampata e le sue note critiche, vivaci, romanesche, inconfondibili, a volte sarcastiche, ma sempre soppesate, mai volgari, mai al di sopra delle righe. Sapeva, da grande esperto di politica italiana, ogni particolare, il più piccolo episodio che aveva scandito la vita di politici e partiti italiani.

Curava anche altre rubriche come le indimenticabili dirette con interviste a Pannella, suo vecchio amico, durante le quali non risparmiava al leader radicale degli appunti, delle critiche, che rendevano più vivo ed appassionato l’ascolto. A volte erano anche divertenti e gustose proprio per le sue punzecchiature che dava al Marco nazionale, che lo portarono infine a dimettersi dalla direzione di Radio Radicale per concentrarsi sulla sua rubrica preferita, la lettura di tutti i quotidiani italiani. Aveva anche un rapporto collaborativo con Il Foglio.

Una scomparsa che ogni giornalista non vorrebbe fosse vera, in un periodo difficile anche per la stessa radio che rischia di chiudere per il taglio dei finanziamenti operati dal governo sull’editoria e per la decisione di non rinnovare la convenzione con la radio Radicale.

Ai suo cari, ai suoi amici, alla redazione di Radio Radicale la nostra vicinanza e la stima che sempre avremo per questo indimenticabile primo attore della Radio e delle sue rubriche.

Ciao Massimo. Ti verremo a salutare venerdì 19 aprile alle 10.30 in via Pietro Cossa 40 (quartiere Prati).

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