Manchester City – Napoli, sfida all’ultimo passaggio

hamsik Insigne MartensGuardiola contro Sarri. A livello tattico (forse) il meglio che si possa trovare oggi in Europa. Si chiude oggi il girone d’andata del gruppo F di Champions League con il Napoli impegnato all’Etihad Stadium di Manchester contro il City. La gara si preannuncia altamente spettacolare visto che si affrontano due squadre che hanno entrambe una concezione di calcio offensivo con linee corte e grande possesso palla, pressing e difesa molto alta.

Pep Guardiola, al secondo anno sulla panchina dei Citizens, in questa stagione sembra aver trovato la chiave tattica definitiva per dominare in un calcio diverso e particolare rispetto a quello spagnolo.. La sua squadra riesce a coniugare gli ottimi risultati sinora ottenuti con l’alta qualità del gioco espresso; infatti, il City si trova a punteggio pieno nel girone di Champions League ed è primo nella Premier dove solo l’altra squadra di Manchester, lo United di Mourinho, riesce a tenere il passo.

Il modo di giocare della squadra inglese è “libero e dinamico”, difficile da inquadrare numericamente. Volendo lo si potrebbe identificare con un 4-1-4-1 con Fernandinho unico schermo davanti alla linea di difesa e Gabriel Jesus terminale offensivo alle cui spalle agisce un quartetto tutto tecnica e rapidità composto da Sterling, de Bruyne, Silva e Sané. Ma spesso in questa stagione il tecnico catalano ha giocato anche con il doppio centravanti schierando nello stesso momento sia il talentuoso giovane brasiliano Gabriel Jesus sia “el Kun” Aguero.

Le trame di gioco del City si sviluppano palla a terra grazie alla qualità degli interpreti a disposizione del tecnico spagnolo che non danno punti di riferimento in mezzo al campo. Pep Guardiola chiede agli esterni Sterling e Sanè di giocare molto larghi, quasi sulla linea laterale, per sfruttare il campo in ampiezza e creare le premesse per gli inserimenti da dietro. Come già ai tempi del primo Barcellone il vero attaccante di Guardiola è lo spazio sia in mezzo al campo sia nell’area di rigore avversaria dove si lanciano ad oltranza tutti gli uomini offensivi. Gli attacchi vengono portati sia dalle corsie laterali dove gli esterni sono spesso immarcabili quando puntano il diretto avversario ma anche quando sono serviti con imbucate centrali di David Silva e soprattutto de Bruyne che ha un piede educatissimo che gli consente dei “traccianti” di precisione anche a distanza di molti metri. Il talento belga, oltretutto, è un pericolo costante anche sui calci da fermo per cui è opportuno evitare di commettere falli nei pressi dell’area di rigore.

Il Napoli dovrà avere la forza di impostare la gara senza snaturare il suo gioco e senza farsi condizionare nè dalla forza dell’avversario e nemmeno dall’ambiente che sarà senza dubbio molto “caldo”. La squadra di Guardiola con il suo modo di giocare a trazione anteriore dispone a centrocampo di un solo incontrista per cui questa circostanza può rappresentare un punto debole da sfruttare da parte degli uomini di Sarri i quali dovranno pressare alti per recuperare palla cercando la superiorità in mezzo al campo.

Gli attacchi dovranno essere portati con transizioni verticali proprio per sfruttare la scarsa interdizione del centrocampo inglese e sorprendere la coppia di difensori centrali che talvolta lascia qualche chance se presa d’infilata; da questo punto di vista la velocità degli attaccanti partenopei potrebbe fare la differenza. Sarà senza dubbio una gara affascinante e spettacolare, il risultato sarà importante ma non determinante ai fini del passaggio del turno per cui il Napoli dovrà giocare con la massima serenità ma al contempo con il piglio della grande squadra per confermarsi anche in palcoscenici di maggior prestigio. E come sempre ci vorrà un pizzico di fortuna…

Alcune delle contromosse di Guardiola contro il Chelsea di Antonio Conte proposte nella sfida di Premier League potrebbero essere riproposte dal tecnico catalano alla stessa maniera nella partita di questa sera. Vediamole nel dettaglio:

Disinnescare il pressing della squadra avversaria

Conte aveva in realtà un piano per sabotare la prima costruzione del Manchester City. Il Chelsea si difendeva con il 5-3-2, indietreggiando Morata e Hazard a cavallo della linea di centrocampo a schermare Fernandinho: l’idea era di ostacolare la trasmissione della palla dai difensori ai centrocampisti del City. Guardiola aveva però pronta la contromisura: normalmente, ad inizio azione, Walker si è mantenuto più basso, quasi da centrale di destra di una difesa a tre, con Stones che è scalato in mezzo al campo e Otamendi sul centro-sinistra. Invece il terzino sinistro Delph, sulla carta un centrocampista, si è posizionato praticamente da mediano di fianco a Fernandinho.

Schiacciare l’avversario verso la sua porta

Il Chelsea, seppur ben messo in campo, non è riuscito a contenere il possesso palla del City e in più di un’occasione sono state le letture o i recuperi in extremis dei difensori centrali a salvare il risultato. Fino al momento del gol, la squadra di Conte non ha mai portato una pressione sistematica sull’inizio azione degli ospiti, cosa che in ogni caso non avrebbe potuto fare con buoni risultati se non facendo contribuire gli esterni, che invece Conte ha mantenuto sempre bassi e allineati con i difensori centrali. L’idea era di difendere l’ampiezza, consentendo al contempo ai centrali di concentrarsi sulla profondità e di essere aggressivi in uscita (più che altro nel secondo tempo). Scelta comprensibile, ma che difficilmente avrebbe consentito al Chelsea di strappare più di un punto.

Con un baricentro così basso il Chelsea ha recuperato palla quasi sempre a ridosso della propria area di rigore – se non della propria porta – e, senza opzioni per far avanzare il gioco, ha perso spesso palla cedendo alla riaggressione del City. Una struttura offensiva efficace come quella della formazione di Guardiola è la premessa per applicare un pressing altrettanto efficace; allo stesso tempo, con una struttura povera di opzioni di passaggio progressive come quella del Chelsea, la probabilità di perdere palla poco dopo averla riconquistata è indiscutibilmente più alta.

I movimenti ad allargarsi di Silva e De Bruyne sono stati compensati da quelli dei terzini, così da non lasciare sguarnito il centro, il settore di campo determinante anche in transizione difensiva. Un ulteriore motivo per cui il Chelsea ha faticato a contrattaccare ed ha chiuso la gara con appena 4 tiri totali, di cui solo 2 su azione. Il Napoli dovrà essere capace di non difendere basso ma di alzare il più possibile la sua linea difensiva per fare densità in mezzo al campo e recuperare palla in una zona del campo che permetta una immediata transizione offensiva e tessere la tela di passaggi elogiata anche da Guardiola nell’ultima conferenza stampa.

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