Mafia e politica a Roma: indagato anche Alemanno

Comitato Romano per il ReferendumChi crede che mafia e politica vadano a braccetto non sarà sorpreso dagli arresti che hanno coinvolto 37 personaggi eccellenti, a seguito di un’indagine dei Ros.  

I carabinieri hanno infatti perquisito le sedi della regione Lazio e Campidoglio per acquisire documenti, mentre la GdF  ha eseguito un decreto di sequestro di beni riconducibili agli indagati, emesso dal tribunale di Roma, per un valore di 200 milioni di euro.   

Tra gli indagati anche l’ex Sindaco della capitale Gianni Alemanno, il quale ha subito smentito un suo coinvolgimento nell’inchiesta «Chi mi conosce sa bene che organizzazioni mafiose e criminali di ogni genere io le ho sempre combattute a viso aperto e senza indulgenza». «Dimostrerò – ha sottolineato Alemanno – la mia totale estraneità ad ogni addebito e da questa incredibile vicenda ne uscirò a testa alta. Sono sicuro che il lavoro della Magistratura, dopo queste fasi iniziali, si concluderà con un pieno proscioglimento nei miei confronti».

Le accuse per gli “eccellenti” vanno da estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, riciclaggio, false fatturazioni ecc.

Già in passato il leader del sindacato di polizia Gianni Ciotti aveva parlato di una “quinta mafia” nel Lazio, spiegando nel dettaglio l’esistenza di una “mafia endogena con le caratteristiche delle tre principali organizzazioni mafiose, ma del tutto autoctona”, tuttavia le sue ipotesi non avevano trovato grande seguito nei “palazzi del potere”.

Oggi la sua teoria e’ stata invece confermata dal titolare dell’inchiesta, il Pm Giuseppe Pignatone.

“Sembrava che dicessi cose inverosimili” afferma  Ciotti” forse perché le istituzioni non erano pronte a recepire. Anche il prefetto aveva puntualizzato che non si poteva parlare di mafia ma di altre cose, nonostante avessi spiegato che si trattava di una mafia diversa, più pericolosa”.

Il poliziotto conclude sostenendo ” la mafia e’ proprio questo, ovvero quando istituzioni, politica e organizzazioni criminali si intrecciano in un connubio affaristico. I capo sono romani e questo non era mai successo”.

di Simona Mazza

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